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16. SECONDO DISCORSO DI ADDIO DI GESù

1 - INTRODUZIONE AI CAPITOLI 15-17Il di giovanni si trova nel bel mezzo di una sezione, quella dei , gi spiegata interno di questa unit letteraria c per un problema costituito dalla collocazione dei il cap. precedente (il 14 ) termina con queste parole di Ges : Alzatevi, andiamo . Ci si aspettadunque che il DISCORSO sia concluso e il piccolo gruppo di Ges e i discepoli esca dal Cenacolo perrecarsi al Monte degli Ulivi, cosa che invece raccontata solo in 18,1. Pare che il racconto in originefosse proprio questo, concluso al e che i siano stati inseriti in un 2 momento,tanto pi che 13-14 da una parte e 15-17 dall altra sembrano ignorarsi e costituire un doppione. Adesempio l affermazione di Ges in 16,5: nessuno mi chiede: dove vai? ignora che la domanda statagi posta precedentemente da Pietro in 13, 36: dove vai? ; e poi 16,5-33 rappresenta un vero e pro-prio parallelo con il primo DISCORSO di ADDIO di 13,31-14, spiegare tutto questo?

1 - INTRODUZIONE AI CAPITOLI 15-17 Il cap.15° di Giovanni si trova nel bel mezzo di una sezione, quella dei capp.13-17, già spiegata alle pagg.141-2.

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1 1 - INTRODUZIONE AI CAPITOLI 15-17Il di giovanni si trova nel bel mezzo di una sezione, quella dei , gi spiegata interno di questa unit letteraria c per un problema costituito dalla collocazione dei il cap. precedente (il 14 ) termina con queste parole di Ges : Alzatevi, andiamo . Ci si aspettadunque che il DISCORSO sia concluso e il piccolo gruppo di Ges e i discepoli esca dal Cenacolo perrecarsi al Monte degli Ulivi, cosa che invece raccontata solo in 18,1. Pare che il racconto in originefosse proprio questo, concluso al e che i siano stati inseriti in un 2 momento,tanto pi che 13-14 da una parte e 15-17 dall altra sembrano ignorarsi e costituire un doppione. Adesempio l affermazione di Ges in 16,5: nessuno mi chiede: dove vai? ignora che la domanda statagi posta precedentemente da Pietro in 13, 36: dove vai? ; e poi 16,5-33 rappresenta un vero e pro-prio parallelo con il primo DISCORSO di ADDIO di 13,31-14, spiegare tutto questo?

2 E molto probabile che l evangelista stesso (o un altro redattore) abbia inserito un 2 DISCORSO dicommiato, gi presente nella tradizione giovannea e sostanzialmente parallelo al primo. Ma non sitratta di un vero e proprio doppione, perch non si limita a ribadire punti gi affermati, bens inten-de precisarli e completarli, e dunque presenta aspetti nuovi, specie riguardo a queste tre tematiche:- comandamento dell amore ( ,34 e 15, )- lo Spirito (lo riprenderemo nel 1 incontro del III anno, su )- la situazione del discepolo nel - Giov. 15,1-17:LA VITE E I TRALCI1 Io sono la vite vera e il Padre mio l agricoltore. 2 Ogni tralcio che in menon porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perch porti pi frutto. 3 Voi siete gi puri, a causa della parola che vi ho annun-ciato. 4 Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non pu portare fruttoda se stesso se non rimane nella vite, cos neanche voi se non rimanetein me.

3 5Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, DISCORSODI ADDIO DI GES (1A PARTE) Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi (cap. 15)Scuola parrocchiale di teologia Parrocchia di Cristo ReIL VANGELO DI giovanni 163164 IL VANGELO DI GIOVANNIS cuola parrocchiale di teologia Parrocchia di Cristo Remolto frutto, perch senza di me non potete far nulla. 6 Chi non rimane inme viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettanonel fuoco e lo bruciano. 7Se rimanete in me e le mie parole rimangono invoi, chiedete quello che volete e vi sar fatto. 8In questo glorificato ilPadre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mioamore. 10Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore,come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suoamore. 11Vi ho detto queste cose perch la mia gioia sia in voi e la vostragioia sia Questo il mio comandamento: che vi amiate gli uni glialtri come io ho amato voi.

4 13 Nessuno ha un amore pi grande di questo:dare la sua vita per i propri amici. 14 Voi siete miei amici, se fate ci che iovi comando. 15 Non vi chiamo pi servi, perch il servo non sa quello chefa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perch tutto ci che ho uditodal Padre mio l ho fatto conoscere a voi. 16 Non voi avete scelto me, ma ioho scelto voi e vi ho costituiti perch andiate e portiate frutto e il vostrofrutto rimanga; perch tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome,ve lo conceda. 17 Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.* * * * *Possiamo ritenere questo brano di giovanni il centro, lo snodo fondamentale, della narrazione deidiscorsi di ADDIO . Si divide in 2 parti:- i vv. 1-11 sviluppano e tengono presente la metafora della vite e dei tralci;- i vv. 12-17, fuor di metafora, sono la ripresa dell immagine della 1 parte, declinata SECONDO lacategoria dell amicizia di PARTE ( )Un primo spunto dato dunque dall immagine della vite: Io sono la vite vera ( ).

5 Ges la applica a s , viene recuperando un classico tema del Primo Testamento, in cui l immaginedella vite-vigna attestato con frequenza, come si vede ad esempio in Isaia 5, il famoso Cantico dellavigna, oppure nel Salmo 79-80:9 Hai sradicato una vite dall Egitto,hai scacciato le genti e l hai hai preparato il terreno,hai affondato le sue radicied essa ha riempito la sua ombra copriva le montagnee i suoi rami i cedri pi esteso i suoi tralci fino al mare,arrivavano al fiume i suoi hai aperto brecce nella sua cintae ne fa vendemmia ogni passante?14La devasta il cinghiale del boscoe vi pascolano le bestie della degli eserciti, ritorna!Guarda dal cielo e vedie visita questa cosa che interessa notare questa: normalmente nel Primo Testamento questa simbolica appli-cata al popolo d Israele, oggetto delle premurose attenzioni di Dio o, se peccatore, della sua parrocchiale di teologia Parrocchia di Cristo ReIL VANGELO DI giovanni 165 Qui invece abbiamo ed un procedimento tipicamente giovanneo la cosiddetta concentrazionecristologica , cio in Cristo si concentra una situazione, quella del popolo di Israele; potremmo direche Ges stesso che assomma i tratti del popolo, che il vero Israele, l Israele che aderisce comple-tamente a Dio, Colui che corrisponde al piano del Padre, che fa la volont del Padre, come dicetante volte giovanni .

6 Ges , in quanto vera vite, raccoglie in s e mostra attraverso di s che cosasignifichi l obbedienza, l adesione, l abbandono alla volont del : Ogni tralcio che in me non produce frutto lo taglia .Ges comincia con un avvertimento severo, che gi definisce la missione di questa comunit . Eglinon ha creato un cenacolo chiuso n un ghetto, ma una comunit in espansione. Ogni tralcio che siavivo deve dare frutto; ogni membro ha cio una crescita da attuare e una missione da frutto apparso gi in 4,36 ( chi frutto per la vita eterna ), con riferimento al raccoltodi Samaria, in chiave universale, e in 12,24: Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo;se invece muore, produce molto frutto . Il frutto l effetto della morte del chicco di grano, cio del-l espressione dell amore senza misura. Lo stesso frutto viene descritto in altri termini in 12,32, comel attrazione universale che Ges eserciter con l essere levato in alto: E io, quando sar innalzato daterra, attirer tutti a me Il frutto la realt dell uomo nuovo, a livello sia di individuo che di comunit.

7 Un tralcio non produce frutto perch non risponde alla vita che gli si comunica. Il Padre, che ha curadella sua vigna, lo taglia; un tralcio impuro, non autentico, che non appartiene a questa Padre si incarica di sfrondare la sua vigna. Ma questa sentenza non altro che la convalida diquella che l uomo stesso si data (cfr. 3,18: chi non crede gi stato condannato, perch non ha creduto nelnome dell unigenito Figlio di Dio ); rifiutando di amare e non dando retta al Figlio, si colloca nella zonadell ira di Dio (3,36: Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedr la vita, mal ira di Dio rimane su di lui. ). Il tralcio che non d frutto quello che appartiene alla comunit , manon risponde allo Spirito. Quello che mangia il pane, ma non assimila Ges .2b: e ogni tralcio che porta frutto, lo pota, perch porti pi frutto .Chi pratica l amore deve seguire un processo ascendente, uno sviluppo, reso possibile dallosfrondamento compiuto dal Padre.

8 La sua attivit positiva (lo pota, cio lo va pulendo) ed eliminai fattori di morte; lasciando che il tralcio/discepolo sia sempre pi autentico, pi libero, gli d mag-giore capacit di dedizione e ne aumenta l il chicco di frumento deve morire per produrre frutto abbondante (cfr. ,24), e la donnadeve soffrire perch nasca l uomo ( ,21), cos anche il tralcio deve essere sfrondato. Questacondizione per accrescere il frutto coincide con quella espressa in precedenza in termini di morte(12,24), in quanto questa significa rinuncia al proprio interesse, disaffezione per la propria vita (12,25: Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserver per la vita eterna ). : Voi siete gi puri, a causa della parola che vi ho annunciato .I discepoli sono puri, puliti, come Ges aveva affermato (13,10: Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno dilavarsi se non i piedi ed tutto puro ).

9 Nell Ultima Cena, in risposta alla errata interpretazione di Pietro, Ges aveva spiegato ai discepoliche egli non lavava loro i piedi per purificarli, dato che gi erano puri (13,10-11).La purificazione viene prodotta dall opzione a favore del messaggio di Ges , che quello dell amo-re. Questo separa dal mondo ingiusto, e toglie pertanto il peccato. Chi, docile allo Spirito, prendel amore fattivo come norma di vita (cfr. ,21: comandamenti) puro, e l attivit del suo amore lopurifica sempre pi . In riferimento alla lavanda dei piedi, non l essere lavato che purifica, ma illavare i piedi agli IL VANGELO DI GIOVANNIS cuola parrocchiale di teologia Parrocchia di Cristo ReAspetto positivo del concetto puro/pulito essere gradito a Dio e avere accesso alla sua presenza:soltanto chi pratica l amore per gli altri piace a Dio (14,23: mio Padre gli dimostrer il suo amore);e non solo avr accesso a Dio, ma il Padre verr ad abitare con lui (14,23).

10 * * * * *Un SECONDO aspetto presente in questo testo riguarda il rimanere .Qui la metafora si sposta dalla vite ai tralci. A questi tralci che sono i discepoli coloro che voglionoaderire al Signore viene detto di rimanere : Rimanete in me e io in voi ( ).Padre Giurisato, in un articolo del 2003, cos spiega: L unione tra la vite e i tralci che in natura va da s non che un tralcio deve impegnarsi per rimanere attaccato fuori metafora, non qualcosa di automatico,ma frutto della grazia di Cristo da un lato e della libert dei discepoli dall altro .Leggendo: voi siete i tralci , potremmo dire: siamo a posto, siamo attaccati a lui. E invece la Parola diGes ti dice: rimanete (imperativo), fate in modo di testo mostra che il rapporto vite - tralci inseparabilmente dono e compito, grazia e responsabilit .Per un verso c un dono s , ma questo dono da si rimane? Che cosa significa, di fatto, rimanere in Cristo, come il tralcio nella vite?


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