Example: bankruptcy

Autori e Finalità del Corso - ecmperugia.it

1 2 Autori e Finalit del Corso Responsabili del Progetto Formativo Dr. Francesco Iannacci Resp. Servizio prevenzione Protezione dell Az. Osp. di Perugia CPSE - Dott. Gianluca Ontari Resp. Formazione FaD e - Sanitarie dell Az. Osp. di Perugia Collaborazioni per la redazione dei contenuti Prof. Franco Baldelli Direttore Clinica Malattie Infettive Az. Osp. Perugia Dr. Donatella Bologni Dirigente Medico Ref. Az. Accreditamento Istituzionale Az. Osp. Perugia Dr. Giuseppe De SocioDirigente Medico Malattie Infettive Az. Osp. Perugia CPSE Tiziana Fabbretti Referente protocollo SIROH Az. Osp. Perugia Dr. Maurizio Fiorio Dirigente Medico, Malattie Infettive, Coordinatore del Gruppo Ristretto CIO Az. Osp. Perugia Dott. Gianluca Ontari Resp. Fad e Formazione per il Az. Osp. Perugia Dr. Manuela Pioppo Direttore Medico di Presidio, Coordinatore Gruppo Operativo CIO Az.

2 Autori e Finalità del Corso Responsabili del Progetto Formativo Dr. Francesco Iannacci Resp. Servizio Prevenzione Protezione dell’Az. Osp. di Perugia

Tags:

  Prevenzione

Information

Domain:

Source:

Link to this page:

Please notify us if you found a problem with this document:

Other abuse

Transcription of Autori e Finalità del Corso - ecmperugia.it

1 1 2 Autori e Finalit del Corso Responsabili del Progetto Formativo Dr. Francesco Iannacci Resp. Servizio prevenzione Protezione dell Az. Osp. di Perugia CPSE - Dott. Gianluca Ontari Resp. Formazione FaD e - Sanitarie dell Az. Osp. di Perugia Collaborazioni per la redazione dei contenuti Prof. Franco Baldelli Direttore Clinica Malattie Infettive Az. Osp. Perugia Dr. Donatella Bologni Dirigente Medico Ref. Az. Accreditamento Istituzionale Az. Osp. Perugia Dr. Giuseppe De SocioDirigente Medico Malattie Infettive Az. Osp. Perugia CPSE Tiziana Fabbretti Referente protocollo SIROH Az. Osp. Perugia Dr. Maurizio Fiorio Dirigente Medico, Malattie Infettive, Coordinatore del Gruppo Ristretto CIO Az. Osp. Perugia Dott. Gianluca Ontari Resp. Fad e Formazione per il Az. Osp. Perugia Dr. Manuela Pioppo Direttore Medico di Presidio, Coordinatore Gruppo Operativo CIO Az.

2 Osp. Perugia Dr. Maria Vittoria Moretti Dirigente Medico Malattie Infettive, Ref. Prog. Az. controllo e prevenzione del rischio di contaminazione da agenti biologici a trasmissione parenterale. Az. Osp. Perugia Finalit del Corso I contenuti che verranno presentati nel Corso hanno la finalit di far acquisire, rinforzare le conoscenze sul rischio biologico affinch ciascun operatore assuma coscientemente comportamenti adeguati al fine di prevenire tale rischio , adottando le precauzioni standard e in casi particolari misure aggiuntive atte a proteggere se stesso e ad interrompere la catena di trasmissione in Ospedale. Tali comportamenti sono descritti nelle specifiche procedure aziendali quali: Gestione del rischio infettivo ed isolamento in ospedale Gestione aziendale delle esposizioni occupazionali agli agenti biologici - protocollo SIROH 3 Modulo I: Il Rischio di esposizione ad agenti biologici Definizione di Agente biologico Il Decreto Legislativo 81 del 2008 si propone espressamente il riordino e il coordinamento in un unico testo normativo di tutte le previsioni di legge concernenti la materia della prevenzione infortuni e sicurezza sul lavoro.

3 Questo garantendo a livello nazionale il rispetto dei diritti civili e sociali, anche con riguardo alle differenze di genere, et e alla condizione delle lavoratrici e dei lavoratori immigrati. Il 81/08 si applica a tutti i settori di attivit , pubblici e privati e a tutte le tipologie di rischio. Si tratta di un "Testo unico Sicurezza" che detta regole per i luoghi di lavoro, le attrezzature, i ( dispositivi di protezione individuale), i cantieri temporanei mobili, la segnaletica, la movimentazione manuale dei carichei, i videoterminali, gli agenti fisici ( vibrazioni, rumore, campi elettromagnetici), le sostanze pericolose, gli agenti biologici, le atmosfere esplosive, riformando integralmente tutta la materia. La maggior innovazione consiste nell aver raggruppato in una unica norma la regolamentazione sia dei rischi tipici dell attivit svolta, sia di quelli che il 626/94 definiva rischi residuali , consistenti essenzialmente in rischi comportamentali.

4 Il Corso di seguito presentato tratter gli aspetti generali riferiti al rischio Biologico. Il rischio biologico legato all'esposizione ad agenti biologici che presentano o possono presentare un rischio per la salute. Il 81/08 dedica alla protezione da agenti biologici il Titolo X nel quale sono riportate le seguenti definizioni: 1. Cosa si intende per agente biologico? Un qualsiasi microrganismo, anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano, che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni in lavoratori esposti 2. Per microrganismo si intende qualsiasi entit microbiologica, cellulare o meno, in grado di riprodursi o trasferire materiale genetico Lo stesso decreto classifica gli agenti biologici in ordine crescente di potenziale "capacit infettiva". Per tale motivo gli agenti biologici sono ripartiti in 4 gruppi, da 1 a 4 a seconda del rischio di provocare infezioni: Gruppo I: agenti con poca probabilit di causare malattie in soggetti umani.

5 Gruppo II: agenti che possono causare malattie nell uomo e costituire un rischio per la salute; poco probabile che si propaghino nella comunit ; sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche. Gruppo III: agenti che possono causare malattie gravi nell uomo e costituire un serio rischio di propagazione nella comunit , ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche. Gruppo IV: agenti che possono provocare malattie gravi nell uomo, costituire un serio rischio di propagazione nella comunit non essendo disponibili di norma efficaci misure profilattiche o terapeutiche. Nel caso in cui l agente biologico oggetto di classificazione non possa essere attribuito in modo inequivocabile ad uno dei gruppi di cui sopra, esso va classificato nel gruppo di rischio maggiormente elevato tra le diverse possibilit . L allegato XLVI riporta l elenco degli agenti biologici classificati nei gruppi 2,3,4, suddivisi in batteri, Virus, Parassiti e Funghi.

6 Nel gruppo 4 sono compresi 11 agenti virali. Alcuni agenti biologici presentano annotazioni: T: Produzione di Tossine ( Clostridium Botulinum, Escherichia coli ) A: Possibilit di effetti allergici 4 D: Conservazione dei registri degli esposti per almeno dieci anni della cessazione dell ultima attivit comportante il rischio di esposizione V: Disponibilit di vaccini efficaci. Definizione di Agente biologico Obblighi di comunicazione e autorizzazione Gli art. 269 e 270 del 81/08 introducono degli obblighi di comunicazione e autorizzazione; sono tenuti alla comunicazione all organo di vigilanza (ASL) almeno trenta giorni prima dell attivit : i datori di lavoro che intendono esercitare attivit che comportano l uso di agenti biologici dei gruppi 2 e 3 i datori di lavoro autorizzati per attivit che comportano l uso di agenti del gruppo 4 i laboratori diagnostici, anche per quanto riguarda gli agenti biologici del gruppo 4 La comunicazione deve contenere il nome e indirizzo dell azienda e il suo titolare, il documento di cui all Art 271 "Valutazione del rischio" comma 5 dove vengono comunicati : 1.

7 Le fasi del procedimento lavorativo che comportano il rischio di esposizione ad agenti biologici; 2. il numero dei lavoratori addetti alle fasi di cui alla lettera a); 3. le generalita' del responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi; 4. i metodi e le procedure lavorative adottate, nonche' le misure preventive eprotettive applicate; 5. il programma di emergenza per la protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione ad un agente biologico del gruppo 3 o del gruppo 4, nel caso di un difetto nel contenimento fisico. In sostituzione della documentazione prevista dall'Art. 271 comma 5, necessario presentare quella prevista dal 91/93 art 4 "Impiego confinato di microrganismi geneticamente modificati", se si tratta di organismi geneticamente modificati del gruppo II. La comunicazione deve essere ripetuta ogni volta intervenga una variazione significativa del rischio per la salute sul posto di lavoro od ogni qualvolta si intenda utilizzare un agente classificato dal datore di lavoro in via provvisoria.

8 Sono pertanto escluse dalla comunicazione tutte le attivit nelle quali si ha esposizione ma non uso; sono tenuti a richiedere l autorizzazione al ministero della Sanit i datori di lavoro che intendono utilizzare un agente biologico del Gruppo IV. 5 Valutazione del rischio biologico: Fattori di rischio Prima di affrontare il tema della Valutazione del rischio biologico necessario ricordare alcuni concetti generali quali: Pericolo: qualit intrinseca di un agente o di una condizione lavorativa di produrre un danno. Danno: Effetto avverso (Lesione) alla salute del lavoratore intesa come stato di benessere fisico mentale e sociale e non solo come assenza di malattia. Rischio: E il prodotto della probabilit che l evento avverso (danno) possa manifestarsi e della magnitudo del danno medesimo. R = P x M Infortunio: Effetto lesivo prodotto da una causa violenta (quindi rapida) correlata alla attivit lavorativa che provochi morte, inabilit permanente assoluta o parziale o inabilit temporanea per pi di tre giorni.

9 Malattia professionale: Malattia per la quale il nesso di casualit con l esposizione lavorativa caratterizzato non da una causa violenta, ma dalla cronicit dell esposizione, da un periodo di latenza e dalla multifattorialit . Possono essere di due tipi: tabellate e non. Le Malattie Professionali tabellate sono ritenute dalla normativa di sicura origine lavorativa; sono elencate in apposite tabelle allegate al DPR 1124/65 e s. m. Non vi l'obbligo di prova da parte del lavoratore. Le Malattie Professionali non tabellate non sono inserite nelle tabelle, l obbligo della prova a carico del lavoratore . Valutazione dei rischi: attivit del datore di lavoro non delegabile, viene definita come valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell ambito dell organizzazione in cui essi prestano la propria attivit ; finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione , protezione e ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza.

10 Il datore di lavoro e il dirigente sono tenuti a ridurre l esposizione del lavoratore a sorgenti di pericolo nel luogo di lavoro. Il principio di sostituire una sorgente di pericolo con qualcosa che sia meno pericoloso per la salute umana sempre valido purch cio sia tecnicamente possibile, nelle condizioni ordinarie di lavoro. In caso ci non sia tecnicamente fattibile occorre provvedere affinch sia garantita la tutela della salute del lavoratore. Classificazione dei Fattori di Rischio Un fattore di rischio in un'attivit lavorativa qualsiasi agente che ha in se il potenziale di causare dei danni. Possiamo distinguere: Rischi per la sicurezza: quelli che espongono a rischi di lesioni traumatiche e possono generare infortuni. Es. le macchine, gli impianti, gli agenti infiammabili, esplosivi Rischi per la salute: quelli che espongono a rischi di patologie per esposizione prolungata possono causare malattie professionali.


Related search queries