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di Torquato Tasso - Biblioteca della Letteratura Italiana

Letteratura Italiana EinaudiAmintadi Torquato TassoLetteratura Italiana EinaudiEdizione di riferimento:Aminta, a cura di Bruno MaierRizzoli, Milano 1963 Prologo2 Atto primo5 Atto secondo25 Atto terzo42 Atto quarto53 Atto quinto66 Appendice71 SommarioLetteratura Italiana Einaudi1 Letteratura Italiana EinaudiAMINTAFAVOLA BOSCHERECCIA interlocutoriamore, in abito pastoraledafne, compagna di Silviasilvia, amata da Amintaaminta, innamorato di Silviatirsi, compagno d Amintasatiro, innamorato di Silvianerina, messaggeraergasto, nunzioelpino, pastorecoro de Tasso - AmintaPROLOGO amore in abito crederia che sotto umane formee sotto queste pastorali spogliefosse nascosto un dio? non mica un dioselvaggio, o de la plebe de gli dei,ma tra grandi e celesti il pi potente,5che fa spesso cader di mano a Martela sanguinosa spada, ed a Nettunoscotitor de la terra il gran tridente,ed i folgori eterni al sommo questo aspetto, certo, e in questi panni10non riconoscer s di leggieroVenere madre me suo figlio da lei son constretto di fuggiree celarmi da lei, perch ella vuolech io di me stesso e de le mie saette15faccia a suo senno; e, qual femina, e qualevana ed ambiziosa, mi rispingepur tra le corti e tra corone e scettri,e quivi vuol che impieghi ogni mia prova,e solo al volgo de ministri miei,20mi

o dolci baci o cosa altra più cara: quasi io di dare in cambio non sia buono, 35 a chi mi tace o mi nasconde a lei, o dolci baci o cosa altra più cara.

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1 Letteratura Italiana EinaudiAmintadi Torquato TassoLetteratura Italiana EinaudiEdizione di riferimento:Aminta, a cura di Bruno MaierRizzoli, Milano 1963 Prologo2 Atto primo5 Atto secondo25 Atto terzo42 Atto quarto53 Atto quinto66 Appendice71 SommarioLetteratura Italiana Einaudi1 Letteratura Italiana EinaudiAMINTAFAVOLA BOSCHERECCIA interlocutoriamore, in abito pastoraledafne, compagna di Silviasilvia, amata da Amintaaminta, innamorato di Silviatirsi, compagno d Amintasatiro, innamorato di Silvianerina, messaggeraergasto, nunzioelpino, pastorecoro de Tasso - AmintaPROLOGO amore in abito crederia che sotto umane formee sotto queste pastorali spogliefosse nascosto un dio? non mica un dioselvaggio, o de la plebe de gli dei,ma tra grandi e celesti il pi potente,5che fa spesso cader di mano a Martela sanguinosa spada, ed a Nettunoscotitor de la terra il gran tridente,ed i folgori eterni al sommo questo aspetto, certo, e in questi panni10non riconoscer s di leggieroVenere madre me suo figlio da lei son constretto di fuggiree celarmi da lei, perch ella vuolech io di me stesso e de le mie saette15faccia a suo senno; e, qual femina, e qualevana ed ambiziosa, mi rispingepur tra le corti e tra corone e scettri,e quivi vuol che impieghi ogni mia prova,e solo al volgo de ministri miei,20miei minori fratelli, ella consentel albergar tra le selve ed oprar l armine rozzi petti.

2 Io, che non son fanciullo,se ben ho volto fanciullesco ed atti,voglio dispor di me come a me piace:25ch a me fu, non a lei, concessa in sortela face onnipotente e l arco d spesso celandomi, e fuggendol imperio no, che in me non ha, ma i preghi,c han forza porti da importuna madre,30ricovero ne boschi e ne le casede le genti minute; ella mi segue,dar promettendo a chi m insegna a lei2 Letteratura Italiana Einaudio dolci baci o cosa altra pi cara:quasi io di dare in cambio non sia buono,35a chi mi tace o mi nasconde a lei,o dolci baci o cosa altra pi io so certo almen: che i baci mieisaran sempre pi cari a le fanciulle,se io, che son l Amor, d amor m intendo:40onde sovente ella mi cerca in vano,ch rivelarmi altri non vuole, e per istarne anco pi occulto, ond ellaritrovar non mi possa a i contrassegni,deposto ho l ali, la faretra e l per disarmato io qui ne vengo,ch questa, che par verga, la mia face(cos l ho trasformata), e tutta spirad indivisibili fiamme; e questo dardo,se bene egli non ha la punta d oro,50 di tempre divine, e imprime amoredovunque fiede.

3 Io voglio oggi con questofar cupa e immedicabile feritanel duro sen de la pi cruda ninfache mai seguisse il coro di la piaga di Silvia fia minore(ch questo l nome de l alpestre ninfa)che fosse quella che pur feci io stessonel molle sen d Aminta, or son molt anni,quando lei tenerella ei tenerello60seguiva ne le caccie e ne i , perch il colpo mio pi in lei s interni,aspeter che la piet molliscaquel duro gelo che d intorno al corel ha ristretto il rigor de l onestate65e del virginal fasto; ed in quel puntoch ei fia pi molle, lancerogli il , per far s bell opra a mio grand agio,io ne vo a mescolarmi infra la turbaTorquato Tasso - Aminta3 Letteratura Italiana EinaudiTorquato Tasso - Amintade pastori festanti e coronati,70che gi qui s inviata, ove a diportosi sta n d solenni, esser fingendouno di loro schiera; e in questo luogo,in questo luogo a punto io far il colpo,che veder non potrallo occhio selve oggi ragionar d Amores udranno in nuova guisa; e ben parrassiche la mia deit sia qui presentein se medesma, e non ne suoi nobil sensi a rozzi petti,80raddolcit de le lor lingue il suono:perch , ovunque i mi sia, io sono Amore,ne pastori non men che ne gli eroi,e la disagguaglianza de soggetticome a me piace agguaglio; e questa pure85suprema gloria e gran miracol mio:render simili a le pi dotte cetrele rustiche sampogne; e se mia madre,che si sdegna vedermi errar fra boschi,ci non conosce, cieca ella, e non io,95cui cieco a torto il cieco volgo Italiana EinaudiATTO PRIMO scena primaDafne, Silvia[dafne]Vorrai dunque pur, Silvia,da i piaceri di Venere lontanamenarne tu questa tua giovanezza?

4 N l dolce nome di madre udirai,95n intorno ti vedrai vezzosamentescherzar i figli pargoletti? Ah, cangia,cangia, prego, consiglio,pazzarella che segua i diletti de l amore,100se pur v ne l amor alcun diletto:me questa vita giova, e l mio trastullo la cura de l arco e de gli strali;seguir le fere fugaci, e le fortiatterrar combattendo; e se non mancano105saette a la faretra o fere al bosco,non tem io che a me manchino diporti veramente,ed insipida vita; e s a te piace sol perch non hai provata l la gente prima, che gi vissenel mondo ancora semplice ed infate,stim dolce bevanda e dolce cibol acqua e le ghiande, ed or l acqua e le ghiandesono cibo e bevanda d animali,115poi che s posto in uso il grano e l , se tu gustassi anco una voltaTorquato Tasso - Aminta5 Letteratura Italiana EinaudiTorquato Tasso - Amintala millesima parte de le gioieche gusta un cor amato riamando,diresti, ripentita, sospirando:120 Perduto tutto il tempoche in amar non si spende.

5 O mia fuggita etate,quante vedove notti,quanti d solitari125ho consumati indarno,che si poteano impiegar in quest uso,il qual pi replicato pi soave!Cangia, cangia consiglio,pazzarella che sei:130ch l pentirsi da sezzo nulla io dir , pentita, sospirando,queste parole che tu fingi ed ornicome a te piace, torneranno i fiumia le lor fonti, e i lupi fuggiranno135da gli agni, e l veltro le timide lepri;amer l orso il mare, e l delfin l la ritrosa fanciullezza:qual tu sei, tal io fui: cos portavala vita e l volto, e cos biondo il crine,140e cos vermigliuzza avea la bocca,e cos mista col candor la rosane le guancie pienotte e il mio sommo gusto (or me n avveggiogusto di sciocca) sol tender le reti,145ed invescar le panie, ed aguzzareil dardo ad una cote, e spiar l ormee l covil de le fere; e se taloravedea guatarmi da cupido amante,chinava gli occhi rustica e selvaggia,150piena di sdegno e di vergogna, e m era6 Letteratura Italiana Einaudimal grata la mia grazia, e dispiacentequanto di me piaceva altrui: pur comefosse mia colpa e mia onta e mio scornol esser guardata, amata e che non puote il tempo?

6 E che non puote,servendo, meritando, supplicando,fare un fedele ed importuno amante?Fui vinta, io te l confesso, e furon l armidel vincitore umilt , sofferenza,160pianti, sospiri e dimandar l ombra d una breve notteallora quel che l lungo corso e l lumedi mille giorni non m avea mostrato;ripresi allor me stessa e la mia cieca165simplicitate, e dissi sospirando: Eccoti, Cinzia, il corno, eccoti l arco,ch io rinunzio i tuoi strali e la tua vita .Cos spero veder ch anco il tuo Amintapur un giorno domestichi la tua170rozza salvatichezza, ed ammolliscaquesto tuo cor di ferro e di ch ei non bello? o ch ei non t ama?o ch altri lui non ama? o ch ei si cambiaper l amor d altri? over per l odio tuo?175forse ch in gentilezza egli ti cede?Se tu sei figlia di Cidippe, a cuifu padre di dio di questo nobil fiume,ed egli figlio di Silvano, a cuiPane fu padre, il gran dio de men di te bella, se ti guardidentro lo specchio mai d alcuna fonte,la candida Amarilli; e pur ei sprezzale sue dolci lusinghe, e segue i tuoidispettosi fastidi.

7 Or fingi (e voglia185pur Dio che questo fingere sia vano)ch egli, teco sdegnato, al fin procuriTorquato Tasso - Aminta7 Letteratura Italiana EinaudiTorquato Tasso - Amintach a lui piaccia colei cui tanto ei piace;qual animo fia il tuo? o con quali occhili vedrai fatto altrui? fatto felice190ne l altrui braccia, e te schernir ridendo?silviaFaccia Aminta di s e de suoi amoriquel ch a lui piace: a me nulla ne cale;e pur che non sia mio, sia di chi vuole;ma esser non pu mio s io lui non voglio;195n , s anco egli mio fosse, io sarei nasce il tuo odio?silviaDal suo padre di figlio quando mai da i manueti agnellinaquer le tigri? o da i bei cigni i corvi?200O me inganni o te il suo amorech odia la mia onestate, ed amai luimentr ei volse di me quel ch io volevi il tuo peggio: egli a te bramaquel ch a s , o taci, o parlad altro, se vuoi guata modi!guata che dispettosa giovinetta!

8 Or rispondimi almen: s altri t amasse,gradiresti il suo amore in questa guisa?silviaIn queta guisa gradirei ciascuno2108 Letteratura Italiana Einaudiinsidiator di mia virginitate,che tu dimandi amante ed io dunque nemicoil monton de l agnella?de la giovenca il toro?215 Stimi dunque nemicoil tortore a la fida tortorella?Stimi dunque stagionedi nimicizia e d irala dolce primavera,220ch or allegra e ridentericonsiglia ad amareil mondo e gli animalie gli uomini e le donne? e non t accorgicome tutte le cose225or sono innamorated un amor pien di gioia e di salute?Mira l quel colombocon che dolce susurro lusingandobacia la sua quell usignoloche va di ramo in ramocantando: Io amo, io amo ; e se non l sai,la biscia lascia il suo veleno e correcupida al suo amatore;235van le tigri in amore;ama il leon superbo; e tu sol, fierapi che tutte le fere,albergo gli dineghi nel tuo che dico leoni e tigri e serpi,240che pur han sentimento?

9 Amano ancoragli alberi. Veder puoi con quanto affettoe con quanti iterati abbracciamentila vite s avviticchia al suo marito;l abete ama l abete, il pino il pino,245 Torquato Tasso - Aminta9 Letteratura Italiana EinaudiTorquato Tasso - Amintal orno per l orno e per la salce il salce,e l un per l altro faggio arde e quercia che pares ruvida e selvaggia,o sent anch ella il potere235de l amoroso foco; e se tu avessispirto e senso d amore, intenderestii suoi muti sospiri. Or tu da menoesser vuoi de le piante,per non esser amante?255 Cangia, cangia consiglio,pazzarella che su, quando i sospiriudir de le piante,io son contenta allor d esser prendi a gabbo i miei fidi consiglie burli mie ragioni? O in amoresorda non men che sciocca? Ma va pure,ch verr tempo che ti pentirainon averli seguiti. e Gi non dico265allor che fuggirai le fonti, ov oraspesso ti specchi e forse ti vagheggi,allor che fuggirai le fonti, soloper tema di vederti crespa e brutta:questo avverratti ben; ma non t annuncio270gi questo solo, ch , bench gran male, per mal commune.

10 Or non rammentici che l altr ieri Elpino raccontava,il saggio Elpino a la bella Licori,Licori ch in Elpin puote con gli occhi275quel ch ei potere in lei dovria col cantose l doere in amor si ritrovasse?E l raccontava udendo Batto e Tirsi,gran maestri d amore, e l raccontava10 Letteratura Italiana Einaudine l antro de l Aurora, ove su l uscio280 scritto: Lungi, ah lungi ite, profani .Diceva egli, e diceva che glie l dissequel grande che cant l armi e gli amori,ch a lui lasci la fistola morendo,che l gi ne lo nferno un vero speco,l dove essala un fumo pien di puzzada le triste fornaci d Acheronte;e che quivi punite eternamentein tormenti di tenebre e di piantoson le femine ingrate e aspetta ch albergo s apparecchia la tua feritate;e dritto ben ch il fumotragga mai sempre il pianto da quegli occhi,onde trarlo giamai295non pot la , segui tuo stile,ostinata che che f allor Licori?


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