Example: barber

Direzione Generale della Prevenzione screeningoncologici

In attuazione dell art. 2 bis della Legge 138/2004 e del Piano nazionale della prevenzione2005-2007, approvato con Intesa Stato Regioni del 23 marzo 2005 Gruppi di lavoro nominati dai Decreti del ministro della salute del 3 novembre 2004 e del 18 ottobre 2005, in applicazione della Legge 138 del 2004 (art. 2 bis)Raccomandazioni per la pianificazione e l esecuzione degli screening di popolazione per la Prevenzione del cancro della mammella , del cancro della cervice uterina e del cancro del colon rettoscreeningoncologici Ministero della SaluteDirezione Generale della PrevenzioneCOMITATO DI REDAZIONE:Grazia Grazzini, Marco Zappa - Istituto scientifico Prevenzione oncologica, FirenzeAnna Maria Zaccheddu, Eva Benelli - Zadigroma, RomaPROGETTO GRAFICO: Teresa BurzigottiIMPAGINAZIONE:Bruno AntoniniSTAMPA: Tipografia Graffiti, Pavona (Roma)Questo documento di consenso stato elaborato da tre gruppi di lavoro istituiti dal ministerodella Salute con i Decreti ministeriali del 3 novembre 2004 e del 18 ottobre 2005.

PER METTERE IN ATTO GLI SCREENING ONCOLOGICI EFFICACI Il cancro della cervice uterina, della mammella e del colon retto sono tre dei principali tumori

Tags:

  Della, Mammella, Della mammella

Information

Domain:

Source:

Link to this page:

Please notify us if you found a problem with this document:

Other abuse

Transcription of Direzione Generale della Prevenzione screeningoncologici

1 In attuazione dell art. 2 bis della Legge 138/2004 e del Piano nazionale della prevenzione2005-2007, approvato con Intesa Stato Regioni del 23 marzo 2005 Gruppi di lavoro nominati dai Decreti del ministro della salute del 3 novembre 2004 e del 18 ottobre 2005, in applicazione della Legge 138 del 2004 (art. 2 bis)Raccomandazioni per la pianificazione e l esecuzione degli screening di popolazione per la Prevenzione del cancro della mammella , del cancro della cervice uterina e del cancro del colon rettoscreeningoncologici Ministero della SaluteDirezione Generale della PrevenzioneCOMITATO DI REDAZIONE:Grazia Grazzini, Marco Zappa - Istituto scientifico Prevenzione oncologica, FirenzeAnna Maria Zaccheddu, Eva Benelli - Zadigroma, RomaPROGETTO GRAFICO: Teresa BurzigottiIMPAGINAZIONE:Bruno AntoniniSTAMPA: Tipografia Graffiti, Pavona (Roma)Questo documento di consenso stato elaborato da tre gruppi di lavoro istituiti dal ministerodella Salute con i Decreti ministeriali del 3 novembre 2004 e del 18 ottobre 2005.

2 GRUPPO DI LAVORO PER LO SCREENING DEL CARCINOMA della CERVICE UTERINAC oordinatoreSergio Pecorelli Azienda Spedali Civili di Brescia, dipartimento di Ginecologia e ostetriciaGiovanbattista Ascone Ministero della Salute, dipartimento di Prevenzione e comunicazione Pierluigi Benedetti Panici Policlinico Umberto I di Roma, dipartimento assistenziale integratodi Ostetricia e ginecologia perinatologica e puericolturaMassimo Confortini Istituto scientifico Prevenzione oncologica di Firenze; Gruppo italiano per lo screening del cervicocarcinomaGian Piero Fantin Ospedale di Conegliano Veneto, unit operativa di Ginecologia;Gruppo italiano per lo screening del cervicocarcinomaAntonio Federici Agenzia di sanit pubblica, Regione LazioTiziano Maggino Ospedale di Mirano, unit operativa di Ginecologia.

3 Societ europeadi oncologia ginecologica Enrico Nava Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento, Servizio di educazione alla salute Franco Romano Centro oncologico civico di PalermoGuglielmo Ronco Azienda sanitaria ospedaliera San Giovanni Battista di Torino,reparto di Epidemiologia dei tumoriLuigi Giusto Spagnoli Universit di Roma Tor Vergata , Istituto di anatomia e istologia patologicaSara Terenzi Ministero della Salute, Direzione Generale della Prevenzione sanitaria Adalberto Vecchi Ospedali Riuniti di Ancona, unit operativa di Fisiopatologia GRUPPO DI LAVORO PER LO SCREENING DEL CARCINOMA DEL COLON RETTOC oordinatoriErmanno Leo Istituto per lo studio e la cura dei tumori di MilanoFrancesco Tonelli Universit di Firenze, dipartimento di Fisiopatologia clinica.

4 Societ italiana di chirurgia oncologicaCarlo Barone Policlinico universitario Agostino Gemelli di Roma, divisione diOncologia medica Piero Borgia Agenzia di sanit pubblica della Regione Lazio, Servizio prevenzionee formazione Lucio Capurso Ospedale San Filippo Neri di Roma, unit operativa diGastroenterologia e malattie nutrizionaliGabriella Cauzillo Osservatorio epidemiologico regionale della BasilicataGli autoriRenzo Cestari Universit di Brescia, cattedra di Endoscopia digestiva Laura Cialdea Ministero della Salute, Direzione Generale della Prevenzione sanitariaLivio Cipolletta Regione Campania, Servizio di Gastroenterologia ed endoscopiadigestiva Paolo D Argenio Ministero della Salute, Direzione Generale della Prevenzione sanitaria Ercole De Masi Ospedale San Carlo di Roma; Societ italiana di endoscopia digestivaAndrea Ederle Unit locale sociosanitaria 20 Verona.

5 Gruppo italiano per lo screening del colon rettoGiovanni Fabrizio Ospedale Vietri di Larino, dipartimento di Chirurgia Angelo Filardo Azienda sanitaria locale Roma B, medicina del territorioOscar Nappi Azienda ospedaliera Vincenzo Cardarelli di Napoli, unit operativacomplessa di Anatomia patologicaElena Piazza Ospedale Luigi Sacco di Milano, dipartimento di OncologiaIvana Raguzzi Polo oncologico di Melzo, struttura complessa di Endoscopia digestivaNereo Segnan Azienda sanitaria ospedaliera San Giovanni Battista di Torino,reparto di Epidemiologia dei tumoriCarlo Senore Centro di riferimento per l epidemiologia e la Prevenzione oncologicain PiemonteGRUPPO DI LAVORO PER LO SCREENING DEL CARCINOMA della MAMMELLAC oordinatoreUmberto Veronesi Istituto europeo di oncologia di MilanoMauro Antimi Azienda sanitaria locale Roma C, unit operativa complessa diOncologia medica Luigi Bisanti Azienda sanitaria locale 1 Milano Enrico Cassano Istituto europeo di oncologia di MilanoLuigi Di Bonito Ospedale Maggiore di Trieste, Istituto di anatomia patologica Carlo Donati Ministero della Salute, Direzione Generale del sistema informativo Enzo Lattanzio Policlinico di Bari.

6 Servizio autonomo di radiologia a indirizzo senologicoRossella Lufino Ministero della Salute, Direzione Generale della Prevenzione sanitaria Claudio Megale Ospedale San Giovanni Addolorata di Roma, divisione di OncologiamedicaFrancesco Merletti Azienda sanitaria ospedaliera San Giovanni Battista di Torino,reparto di Epidemiologia dei tumoriCarlo Naldoni Regione Emilia Romagna, responsabile screening Marco Petrella Azienda sanitaria locale 2 PerugiaMarco Rosselli Del Turco Istituto scientifico Prevenzione oncologica di FirenzeMarina Scarinci Azienda unit sanitaria locale Roma D, Servizio screening Gianmarco Surico Istituto oncologico di Lecce, unit operativa di Oncologia medicaPER METTERE IN ATTO GLI SCREENING ONCOLOGICI EFFICACIIl cancro della cervice uterina, della mammella e del colon retto sono tre dei principali tumoriche colpiscono la popolazione italiana.

7 La loro storia naturale, per , pu essere modificata dagliscreening. In alcuni casi lo screening riesce a evitare l insorgenza del tumore, in altri pu salvarela vita. Quando questo non possibile, la diagnosi precoce consente comunque di effettuareinterventi poco invasivi e non distruttivi. Oltre a ridurre la sofferenza, quindi, gli screening favo-riscono l evoluzione e il miglioramento delle tecniche diagnostiche e chirurgiche, un ulteriorebeneficio per la screening oncologici sono dunque un complesso investimento per la salute, che ha comerisultato una riduzione della mortalit . Per raggiungere questo obiettivo, per , si devono mette-re in atto dei processi che migliorino le capacit organizzative dei sistemi sanitari, la tecnologiae le conoscenze.

8 Nello sforzo che il nostro Paese sta compiendo per attuare gli screening in tuttele Regioni, nonostante le differenze in termini di risorse e competenze, dobbiamo riconoscerequattro punti di primo che ci muoviamo seguendo le indicazioni della scienza, che pu dirci se lo screening efficace o meno. Non sempre, infatti, la diagnosi precoce porta a un miglioramento dell esito dellamalattia: in questi casi lo screening non efficace e l investimento non giustificato sul pianoetico ed economico. Attualmente la ricerca scientifica ha fornito prove sufficienti sull efficacia diquesti tre screening: pap test, mammografia, ricerca del sangue occulto e secondo punto di forza consiste nel fatto che il nostro Paese ha l esperienza sufficiente per fareil passo avanti verso l uguaglianza nel diritto alla salute:basta riprodurre le esperienze migliori.

9 Non facile copiare bene, ma certamente pi facile che partire da terzo punto l accordo completo tra le istituzioni. L Intesa Stato-Regioni del 23 marzo 2005 haribadito la necessit di attuare i tre screening efficaci, decisione gi presa dal Parlamento con laLegge 138 del quarto punto, il pi importante, l accordo tra i professionisti, sancito da questo a quando i professionisti sono in disaccordo, si crea disorientamento: le indicazioni date agliutenti variano da citt a citt e da persona a persona bisogna fare il Pap test ogni tre anni oppu-re ogni 6 mesi? Ma servir davvero?, si fanno strada i dubbi e le perplessit . Un cittadino disorien-tato un cittadino scettico, che non considera pi lo screening come un atto di responsabilit verso la propria salute.

10 In uno questo scenario di incertezza anche i manager non consideranore-rebbero pi fra i propri doveri l organizzazione di questo livello essenziale di assistenza e gli ope-ratori diventanerebbero passivi. Vogliamo lasciarci definitivamente alle spalle tutto documento di consenso che presentiamo frutto del lavoro di tre commissioni istituite dalministero della Salute e composte da clinici e operatori di sanit pubblica, tra i maggiori espertinel campo in Italia. Questo documento fornisce indicazioni concrete ai pianificatori regionali, aimanager che devono organizzare gli screening, ai professionisti della salute che portano avantii programmi di screening. Infine dice ai cittadini che cosa utile per la loro salute, in base allostato attuale delle conoscenze.


Related search queries