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I Malavoglia - Biblioteca della Letteratura Italiana

Letteratura Italiana EinaudiI Malavogliadi Giovanni VergaEdizione di riferimento:a cura di Salvatore Guglielmino, Principato, Milano 1985 Letteratura Italiana EinaudiLetteratura Italiana EinaudiPrefazione1 Capitolo 14 Capitolo 214 Capitolo 330 Capitolo 437 Capitolo 548 Capitolo 658 Capitolo 775 Capitolo 897 Capitolo 9113 Capitolo 10137 Capitolo 11171 Capitolo 12189 Capitolo 13207 Capitolo 14234 Capitolo 15255 Sommario1 Letteratura Italiana EinaudiPREFAZIONEQ uesto racconto lo studio sincero e spassionato delcome probabilmente devono nascere e svilupparsi nellepi umili condizioni, le prime irrequietudini pel benes-sere; e quale perturbazione debba arrecare in una fami-gliuola vissuta fino allora relativamente felice, la vagabramosia dell ignoto, l accorgersi che non si sta bene, oche si potrebbe star movente dell attivit umana che produce la fiuma-na del progresso preso qui alle sue sorgenti, nelle pro-porzioni pi modeste e materiali.

I Malavoglia, Mastro-don Gesualdo,la Duchessa de Leyra, l’Onorevole Scipioni,l’Uomo di lussosono altret- tanti vinti che la corrente ha deposti sulla riva, dopo averli travolti e annegati, ciascuno colle stimate del suo peccato, …

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1 Letteratura Italiana EinaudiI Malavogliadi Giovanni VergaEdizione di riferimento:a cura di Salvatore Guglielmino, Principato, Milano 1985 Letteratura Italiana EinaudiLetteratura Italiana EinaudiPrefazione1 Capitolo 14 Capitolo 214 Capitolo 330 Capitolo 437 Capitolo 548 Capitolo 658 Capitolo 775 Capitolo 897 Capitolo 9113 Capitolo 10137 Capitolo 11171 Capitolo 12189 Capitolo 13207 Capitolo 14234 Capitolo 15255 Sommario1 Letteratura Italiana EinaudiPREFAZIONEQ uesto racconto lo studio sincero e spassionato delcome probabilmente devono nascere e svilupparsi nellepi umili condizioni, le prime irrequietudini pel benes-sere; e quale perturbazione debba arrecare in una fami-gliuola vissuta fino allora relativamente felice, la vagabramosia dell ignoto, l accorgersi che non si sta bene, oche si potrebbe star movente dell attivit umana che produce la fiuma-na del progresso preso qui alle sue sorgenti, nelle pro-porzioni pi modeste e materiali.

2 Il meccanismo dellepassioni che la determinano in quelle basse sfere menocomplicato, e potr quindi osservarsi con maggior preci-sione. Basta lasciare al quadro le sue tinte schiette etranquille, e il suo disegno semplice. Man mano che co-testa ricerca del meglio di cui l uomo travagliato crescee si dilata, tende anche ad elevarsi, e segue il suo motoascendente nelle classi sociali. Nei Malavoglianon an-cora che la lotta pei bisogni materiali. Soddisfatti questi,la ricerca diviene avidit di ricchezze, e si incarner inun tipo borghese, Mastro-don Gesualdo, incorniciato nelquadro ancora ristretto di una piccola citt di provincia,ma del quale i colori cominceranno ad essere pi vivaci,e il disegno a farsi pi ampio e variato. Poi diventer va-nit aristocratica nella Duchessa di Leyra; e ambizionenell Onorevole Scipioni, per arrivare all Uomo di lusso, ilquale riunisce tutte coteste bramosie, tutte coteste va-nit , tutte coteste ambizioni, per comprenderle e soffrir-ne, se le sente nel sangue, e ne consunto.

3 A misura chela sfera dell azione umana si allarga, il congegno dellepassioni va complicandosi; i tipi si disegnano certamen-te meno originali, ma pi curiosi, per la sottile influenzache esercita sui caratteri l educazione, ed anche tuttoquello che ci pu essere di artificiale nella civilt . Persi-Giovanni Verga - I Malavogliano il linguaggio tende ad individualizzarsi, ad arricchirsidi tutte le mezze tinte dei mezzi sentimenti, di tutti gliartifici della parola onde dar rilievo all idea, in un epocache impone come regola di buon gusto un eguale forma-lismo per mascherare un uniformit di sentimenti ed idee. Perch la riproduzione artistica di cotesti quadrisia esatta, bisogna seguire scrupolosamente le norme diquesta analisi; esser sinceri per dimostrare la verit , giac-ch la forma cos inerente al soggetto, quanto ogniparte del soggetto stesso necessaria alla spiegazionedell argomento cammino fatale, incessante, spesso faticoso e feb-brile che segue l umanit per raggiungere la conquistadel progresso, grandioso nel suo risultato, visto nell in-sieme, da lontano.

4 Nella luce gloriosa che l accompagnadileguansi le irrequietudini, le avidit , l egoismo, tutte lepassioni, tutti i vizi che si trasformano in virt , tutte ledebolezze che aiutano l immane lavoro, tutte le contrad-dizioni, dal cui attrito sviluppasi la luce della verit . Il ri-sultato umanitario copre quanto c di meschino negliinteressi particolari che lo producono; li giustifica quasicome mezzi necessari a stimolare l attivit dell individuocooperante inconscio a beneficio di tutti. Ogni moventedi cotesto lavorio universale, dalla ricerca del benesseremateriale, alle pi elevate ambizioni, legittimato dalsolo fatto della sua opportunit a raggiungere lo scopodel movimento incessante; e quando si conosce dove va-da questa immensa corrente dell attivit umana, non sidomanda al certo come ci va.

5 Solo l osservatore, travoltoanch esso dalla fiumana, guardandosi attorno, ha il dirit-to di interessarsi ai deboli che restano per via, ai fiacchiche si lasciano sorpassare dall onda per finire pi presto,ai vinti che levano le braccia disperate, e piegano il caposotto il piede brutale dei sopravvegnenti, i vincitorid oggi, affrettati anch essi, avidi anch essi d arrivare, eche saranno sorpassati Italiana EinaudiI Malavoglia , Mastro-don Gesualdo,la Duchessa deLeyra,l Onorevole Scipioni,l Uomo di lussosono altret-tanti vinti che la corrente ha deposti sulla riva, dopoaverli travolti e annegati, ciascuno colle stimate del suopeccato, che avrebbero dovuto essere lo sfolgorare dellasua virt . Ciascuno, dal pi umile al pi elevato, ha avu-ta la sua parte nella lotta per l esistenza, pel benessere,per l ambizione dall umile pescatore al nuovo arricchi-to alla intrusa nelle alte classi all uomo dall ingegno edalle volont robuste, il quale si sente la forza di domi-nare gli altri uomini; di prendersi da s quella parte diconsiderazione pubblica che il pregiudizio sociale gli ne-ga per la sua nascita illegale; di fare la legge, lui natofuori della legge all artista che crede di seguire il suoideale seguendo un altra forma dell ambizione.

6 Chi os-serva questo spettacolo non ha il diritto di giudicarlo; gi molto se riesce a trarsi un istante fuori del campodella lotta per studiarla senza passione, e rendere la sce-na nettamente, coi colori adatti, tale da dare la rappre-sentazione della realt com stata, o come avrebbe do-vuto , 19 gennaio 1881 Giovanni Verga - I Malavoglia3 Letteratura Italiana EinaudiGiovanni Verga - I MalavogliaCAPITOLO IUn tempo i Malavogliaerano stati numerosi come isassi della strada vecchia di Trezza; ce n erano persinoad Ognina, e ad Aci Castello, tutti buona e brava gentedi mare, proprio all opposto di quel che sembrava dalnomignolo, come dev essere. Veramente nel libro dellaparrocchia si chiamavano Toscano, ma questo non vole-va dir nulla, poich da che il mondo era mondo,all Ognina, a Trezza e ad Aci Castello, li avevano sem-pre conosciuti per Malavoglia , di padre in figlio, cheavevano sempre avuto delle barche sull acqua, e delle te-gole al sole.

7 Adesso a Trezza non rimanevano che i Ma-lavoglia di padron Ntoni, quelli della casa del nespolo,e della Provvidenzach era ammarrata sul greto, sotto illavatoio, accanto alla Concettadello zio Cola, e alla pa-ranza di padron Fortunato burrasche che avevano disperso di qua e di l glialtri Malavoglia , erano passate senza far gran danno sul-la casa del nespolo e sulla barca ammarrata sotto il lava-toio; e padron Ntoni, per spiegare il miracolo, solevadire, mostrando il pugno chiuso un pugno che sem-brava fatto di legno di noce Per menare il remo biso-gna che le cinque dita s aiutino l un l pure: Gli uomini son fatti come le dita dellamano: il dito grosso deve far da dito grosso, e il dito pic-colo deve far da dito la famigliuola di padron Ntoni era realmente di-sposta come le dita della mano.

8 Prima veniva lui, il ditogrosso, che comandava le feste e le quarant ore; poi suofiglio Bastiano, Bastianazzo, perch era grande e grossoquanto il San Cristoforo che c era dipinto sotto l arcodella pescheria della citt ; e cos grande e grossocom era filava diritto alla manovra comandata, e non sisarebbe soffiato il naso se suo padre non gli avesse detto4 Letteratura Italiana Einaudi soffiati il naso tanto che s era tolta in moglie la Longaquando gli avevano detto pigliatela . Poi veniva laLonga, una piccina che badava a tessere, salare le acciu-ghe, e far figliuoli, da buona massaia; infine i nipoti, inordine di anzianit : Ntoni il maggiore, un bighellone divent anni, che si buscava tutt ora qualche scappellottodal nonno, e qualche pedata pi gi per rimettere l equi-librio, quando lo scappellotto era stato troppo forte; Lu-ca, che aveva pi giudizio del grande ripeteva il non-no; Mena (Filomena) soprannominata Sant Agata perch stava sempre al telaio, e si suol dire donna di te-laio, gallina di pollaio, e triglia di gennaio ; Alessi (Ales-sio) un moccioso tutto suo nonno colui!

9 ; e Lia (Rosalia)ancora n carne n pesce. Alla domenica, quando en-travano in chiesa, l uno dietro l altro, pareva una Ntoni sapeva anche certi mottie proverbiche aveva sentito dagli antichi: Perch il motto degliantichi mai ment : Senza pilota barca non cammi-na Per far da papa bisogna saper far da sagrestano oppure Fa il mestiere che sai, che se non arricchiscicamperai Contentati di quel che t ha fatto tuo pa-dre; se non altro non sarai un birbante ed altre senten-ze perch la casa del nespolo prosperava, e padron Ntoni passava per testa quadra, al punto che a Trezzal avrebbero fatto consigliere comunale, se don Silvestro,il segretario, il quale la sapeva lunga, non avesse predi-cato che era un codino marcio, un reazionario di quelliche proteggono i Borboni, e che cospirava pel ritorno diFranceschello, onde poter spadroneggiare nel villaggio,come spadroneggiava in casa Ntoni invece non lo conosceva neanche di vi-sta Franceschello, e badava agli affari suoi, e soleva dire: Chi ha carico di casa non pu dormire quando vuole perch chi comanda ha da dar conto.

10 Giovanni Verga - I Malavoglia5 Letteratura Italiana EinaudiGiovanni Verga - I MalavogliaNel dicembre 1863, Ntoni, il maggiore dei nipoti, erastato chiamato per la leva di mare. Padron Ntoni alloraera corso dai pezzi grossi del paese, che son quelli chepossono aiutarci. Ma don Giammaria, il vicario, gli avearisposto che gli stava bene, e questo era il frutto di quel-la rivoluzione di satanasso che avevano fatto collo sciori-nare il fazzoletto tricolore dal campanile. Invece donFranco lo speziale si metteva a ridere fra i peli della bar-bona, e gli giurava fregandosi le mani che se arrivavanoa mettere assieme un po di repubblica, tutti quelli dellaleva e delle tasse li avrebbero presi a calci nel sedere, ch soldati non ce ne sarebbero stati pi , e invece tutti sa-rebbero andati alla guerra, se bisognava.


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