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La via italiana per la scuola interculturale e l ...

Aggiornamento Chieppa del 15/10/2007 1 Ministero della Pubblica Istruzione La via italiana per la scuola interculturale e l integrazione degli alunni stranieri Osservatorio nazionale per l integrazione degli alunni stranieri e per l educazione interculturale Ottobre 2007 OOOO ttobre 2007 LLaa vviiaa iittaalliiaannaa ppeerr llaa ssccuuoollaaiinntteerrccuullttuurraallee ee ll iinntteeggrraazziioonneeddeeggllii aalluunnnnii ssttrraanniieerriiOsservatorio nazionale per l integrazione deglialunni stranieri e per l educazione interculturaleCari dirigenti, cari insegnanti,per voi si appena aperto un nuovo anno di lavoro, denso di novit e diinterrogativi ma popolato soprattutto di volti e di voci, quelli degli alunnidelle vostre scuole. Questi volti sono sempre pi spesso di ragazzi che pro-vengono da mondi geograficamente e culturalmente lontani dall Italia e chearricchiscono con il proprio patrimonio quello della nostre generazioni pi presenza di alunni stranieri un dato infatti ormai strutturale delnostro sistema scolastico.

assenza di stranieri. Così è per la questione dei nuovi modi di “intende-re e farsi intendere”, per la riforma degli indirizzi della scuola secondaria di secondo grado e, in modo assolutamente preminente, per la costru-zione di forme di integrazione sociale rispettose delle …

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1 Aggiornamento Chieppa del 15/10/2007 1 Ministero della Pubblica Istruzione La via italiana per la scuola interculturale e l integrazione degli alunni stranieri Osservatorio nazionale per l integrazione degli alunni stranieri e per l educazione interculturale Ottobre 2007 OOOO ttobre 2007 LLaa vviiaa iittaalliiaannaa ppeerr llaa ssccuuoollaaiinntteerrccuullttuurraallee ee ll iinntteeggrraazziioonneeddeeggllii aalluunnnnii ssttrraanniieerriiOsservatorio nazionale per l integrazione deglialunni stranieri e per l educazione interculturaleCari dirigenti, cari insegnanti,per voi si appena aperto un nuovo anno di lavoro, denso di novit e diinterrogativi ma popolato soprattutto di volti e di voci, quelli degli alunnidelle vostre scuole. Questi volti sono sempre pi spesso di ragazzi che pro-vengono da mondi geograficamente e culturalmente lontani dall Italia e chearricchiscono con il proprio patrimonio quello della nostre generazioni pi presenza di alunni stranieri un dato infatti ormai strutturale delnostro sistema scolastico.

2 Molti studenti sono figli di immigrati di secondagenerazione e a volte parlano l italiano con le sonore inflessioni locali deinostri bei dialetti di voi ci segnalano esperienze positive ma anche preoccupazioni. Altriintravedono alcuni rischi quali ad esempio la concentrazione delle presenzein singole scuole e territori e vivono il timore che le scuole con tanti alunnistranieri possano diventare scuole meno qualificate. A queste preoccupazioni vogliamo rispondere con i fatti: la scuola italianarisponde con professionalit e anche con un suo degli insegnanti, creativit delle autonomie scolastiche, colla-borazione con gli Enti Locali, caratterizzano questa linea di impegno nellascuola. Un impegno non solo a mettere in atto progetti di integrazione maanche a cogliere l occasione per approfondire i contenuti del presenza di alunni stranieri pu essere davvero un opportunit eun occasione di cambiamento per tutta la scuola , se essa ben Ministero si impegnato a sostenere le iniziative prese in autono-mia dagli istituti scolastici ma nel contempo ha intrapreso un impegnostraordinario per la formazione del personale, in particolare, dei Osservatorio nazionale per l integrazione degli alunni stranieri e l educa-zione interculturale , attivo presso il MPI da alcuni mesi ha messo a puntoun documento dal titolo significativo: la via italiana alla scuola intercul-turale.

3 Adottare la prospettiva interculturale , la promozione del dialogo e del con-fronto tra culture, significa non limitarsi soltanto ad organizzare strategiedi integrazione degli alunni immigrati o misure compensatorie di in una prospettiva interculturale vuol dire piuttosto assumerela diversit come paradigma dell identit stessa della scuola , occasione pri-vilegiata di apertura a tutte le differenze. Spero che le indicazioni e le linee d azione contenute in questo documentopossano costituire un quadro di orientamento entro il quale collocare evalorizzare il multiforme e ricco patrimonio di esperienze, di strumenti, dibuone pratiche gi costruite sul campo dalle scuole dell autonomia. Unabussola per una navigazione nella quale siamo tutti fermamente augurio a tutti di buona navigazioneGiuseppe FioroniMinistro della Pubblica IstruzioneOO4L obiettivo di individuare un modello italiano deriva dall esigenza di: evidenziare le specificit delle condizioni, scelte e azioni che hanno ca-ratterizzato l esperienza italiana ; individuare i punti di forza che devono diventare sistema ; individuare le debolezze da affrontare con nuove pratiche e risorse; dare visibilit a nuovi obiettivi e progettualit.

4 Specificit non significa differenza radicale da altre esperienze europee,ma diversit nella composizione di dati strutturali, di scelte e di azioni. Illegame all Unione europea del modello italiano carattere imprescindi-bile del medesimo. Individuare un modello significa mettere a fuoco un insieme di principi,decisionied azionirelative all inserimento nella scuola e nella societ ita-liana dei minori di origine immigrata, attribuibili ad una pluralit di attori,nel riconoscimento generalizzato della rilevanza collettiva del problema edella responsabilit istituzionale di scenario in movimentoLa presenza di minori stranieri nella scuola si inserisce come fenomenodinamico in una situazione in forte trasformazione a livello sociale, cultu-rale, di organizzazione scolastica: globalizzazione, europeizzazione e allargamento dell Unione Europea, processi di trasformazione nelle competenze territoriali (decentramen-to, autonomia ecc.)

5 , trasformazione dei linguaggi e dei media della comunicazione, trasformazione dei saperi e delle connessioni tra i saperi, processi di riforma della modello italiano pertanto strutturalmente dinamico, nonostante il fe-nomeno migratorio stia assumendo caratteri di stabilizzazione sia per lecaratteristiche dei progetti migratori delle famiglie, sia per la quota cre-scente di minori di origine immigrata che nascono in Italia o comunquequi frequentano l intero percorso dinamicit del modello deriva inoltre in maniera imprescindibile dall et dei soggetti che richiede comprensione e rispetto di tempi non standar-dizzati di caratteristiche delle trasformazioni in corso rappresentano rischi eopportunit per tutte le nuove generazioni e richiedono che le istituzionieducative generino per tutti significati e strumenti capaci di intrecciareOOOttobre 20075 PremessaLa via italiana per la scuola interculturale e l integrazione degli alunni stranieriOO6unicit personale, appartenenza e responsabilit societaria.

6 Presenza dei minori stranieri funziona in realt da evidenziatore disfide che comunque la scuola italiana dovrebbe affrontare anche inassenza di stranieri. Cos per la questione dei nuovi modi di intende-re e farsi intendere , per la riforma degli indirizzi della scuola secondariadi secondo grado e, in modo assolutamente preminente, per la costru-zione di forme di integrazione sociale rispettose delle persone e dellediversit .Le migliori pratiche realizzate nelle scuole fin dal primo presentarsi dialunni stranieri nella scuola , la normativa italiana espressa in varie formedai governi centrali e le azioni degli enti locali si richiamano prioritaria-mente a quattro principi generali. Essi sono anche espressione delle mol-teplici dimensioni (personale, relazionale, culturale, socio-economica,organizzativa) che la questione migratoria coinvolge nel suo impatto conla scuola e vanno intesi ed accolti in prospettiva L assunzione di criteri universalistici per il riconoscimento dei diritti deiminori stata introdotta fin dagli anni novanta a partire da due elementivaloriali forti: l applicazione alla realt italiana delle norme previste dallaConvenzione internazionale dei diritti dell infanzia, approvata in sedeONU nel 1989, ratificata dall Italia nel 1991 e confermata nelle norma-tive di quegli anni sulla tutela dell infanzia e dell adolescenza.

7 La tradizione della scuola italiana messa a punto gi negli anni settantanei confronti delle varie forme di diversit .Ci ha significato riconoscere che:a) l istruzione un diritto di ogni bambino quindi anche di quello chenon ha la cittadinanza italiana considerato portatore di diritti non solocome figlio data la sua minore et , ma anche come individuo in s ,indipendentemente dalla posizione dei genitori e anche indipendente-mente dalla presenza dei genitori sul nostro territorio;b) l istruzione scolastica parallelamente un dovere che gli adulti devo-no rispettare e tutelare, in particolare per quanto riguarda la scuoladell obbligo;c) tutti devono poter contare su pari opportunit in materia di accesso,di riuscita scolastica e di prospettiva adottata dall Unione Europea, espressa nelle suedichiarazioni e riferimento alle pari opportunit supporta la possibilit di alcune azionispecifiche ( politiche selettive )

8 Per i minori immigrati, aventi comeobiettivo l innalzamento del livello di parit e la riduzione dei rischi comuneLa scuola italiana si orientata fin da subito a inserire gli alunni di citta-OOOttobre 20077I principiLa via italiana per la scuola interculturale e l integrazione degli alunni stranieriOO8dinanza non italiana nella scuola comune, all interno delle normali classiscolastiche ed evitando la costruzione di luoghi di apprendimento sepa-rati, differentemente da quanto previsto in altri Paesi e in continuit conprecedenti scelte della scuola italiana per l accoglienza di varie forme didiversit (differenze di genere, diversamente abili, eterogeneit di prove-nienza sociale). Si tratta dell applicazione concreta del pi generale prin-cipio dell Universalismo, ma anche del riconoscimento di una valenzapositiva alla socializzazione tra pari e al confronto quotidiano con ladiversit.

9 Tale scelta non messa in discussione da pratiche concrete di divisionein gruppi, in genere per brevi periodi e per specifici apprendimenti, prin-cipalmente legati allo studio della lingua italiana . Questo principio deve oggi fare i conti con i fenomeni di concentrazio-ne/segregazione che si stanno verificando in vari contesti e livelli di scu-ola e con la richiesta di scuole differenziate da parte delle famiglie. Restaessenziale il riferimento alla Legge secondo la quale le scuo-le paritarie che rientrano nel sistema pubblico di istruzione devono esse-re improntate ai principi di libert stabiliti dalla Costituzione e accettarel iscrizione alla scuola per tutti gli studenti i cui genitori ne facciano richie-sta, purch in possesso di un titolo di studio valido per l iscrizione allaclasse che essi intendono della persona in relazione con l altroLa pedagogia contemporanea, sia pure con varie sfumature, orientataalla valorizzazione della persona e alla costruzione di progetti educativiche si fondino sull unicit biografica e relazionale dello studente.

10 Taleimpostazione caratterizza il quadro normativo della scuola italiana , pre-sente sia nella Legge di riforma del sistema scolastico chenella Legge di riforma ed confermato nelle Nuove Indi-cazioni nazionali per la scuola dell infanzia e per il primo ciclo dell istru-zione. Si tratta di un principio valido per tutti gli alunni, particolarmentesignificativo nel caso dei minori di origine immigrata, in quanto rende cen-trale l attenzione alla diversit e riduce i rischi di omologazione e assimi-lazione. Contemporaneamente, l attenzione al carattere relazionale dellapersona, pu evitare le derive di un impostazione individualistica esaspe-rata e aiutare la scuola a riconoscere il contesto di vita dello studente, lasua biografia familiare e scuola italiana sceglie di adottare la prospettiva interculturale ovve-ro la promozione del dialogo e del confronto tra le culture per tutti glialunni e a tutti i livelli: insegnamento, curricoli, didattica, discipline, rela-zioni, vita della classe.


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