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Le infezioni ospedaliere: la prevenzione come dovere dell ...

39 Agor n. 53 luglio 2013IL FATTODue Medici e un Coordinatore Infermieri stico,nella rispettiva qualit di Dirigente Medicodella Direzione sanitaria e coordinatore dellaCommis sione preposta al controllo delleinfezioni ospedaliere (CIO), di Dirigenteresponsabile della di Patologia neona-tale, e di Infermiere Coordi natoreInfermieristico della predetta , sono statichiamati a rispondere del reato di omicidiocolposo, per la morte di tre neonati i quali,degenti presso la Terapia intensivaNeonatale della predetta , contraevanouna infezione ospedaliera, rispettivamente daPseudomonas aeruginosa, da germe sconosciuto eda Staphylococcus aereus, a causa della quale dece-devano per sepsi neonatale ad esordio predetti sanitari venivano contestati, agli esiti diaccertamenti specialistici.

40 Agorà n. 53 luglio 2013 Diritto e rovescio Considerato in diritto la cassazione ha affermato che (…) I motivi non possono, però, trovare accoglimen-to (…) rigettando i ricorsi presentati.

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1 39 Agor n. 53 luglio 2013IL FATTODue Medici e un Coordinatore Infermieri stico,nella rispettiva qualit di Dirigente Medicodella Direzione sanitaria e coordinatore dellaCommis sione preposta al controllo delleinfezioni ospedaliere (CIO), di Dirigenteresponsabile della di Patologia neona-tale, e di Infermiere Coordi natoreInfermieristico della predetta , sono statichiamati a rispondere del reato di omicidiocolposo, per la morte di tre neonati i quali,degenti presso la Terapia intensivaNeonatale della predetta , contraevanouna infezione ospedaliera, rispettivamente daPseudomonas aeruginosa, da germe sconosciuto eda Staphylococcus aereus, a causa della quale dece-devano per sepsi neonatale ad esordio predetti sanitari venivano contestati, agli esiti diaccertamenti specialistici.

2 Vari profili di colpa omissivae commissiva individuati nella omissione di procedu-re per la promozione volte alla informazione del per-sonale infermieristico, per la programmazione edapplicazione dei protocolli operativi e delle misureprecauzionali per la prevenzione delle infezioni ospe-daliere nonch nella effettuazione incompleta e nonsistematica delle dovute indagini colturali microbiolo-giche di routine, con la conseguente omissione deidovuti controlli per il contenimento della contamina-zione ambientale e l attivazione di una specifica inda-gine epidemiologica, che portava alla morte dei neo-nati. II giudicante, all esito di una perizia collegiale,riteneva che gli elementi non consentivano di com-provare la responsabilit degli imputati in ordine alA cura di Stefano Citterio 1 Rita Redaelli2Le infezioni ospedaliere: la prevenzione comedovere dell organizzazione sanitariaCASSAZIONE PENALE, SEZIONE IV, SENTENZA DELL 08/06/2012 N.

3 22347/12 Diritto e rovesciodecesso dei neonati, mancando la prova, in terminidi ragionevole certezza, del nesso causale tra la con-dotta contestata ed i decessi dei ci la decisione di pronunciare sentenza di nonluogo a procedere con la formula perch il fatto tale decisione ricorre Il PM il quale contesta lalogicit della decisione nella misura in cui aveva rece-pito, per escludere il nesso causale, una ricostruzionedei fatti non condivisibile laddove aveva fatalistica-mente dato per ineluttabile la trasmissione di agentipatogeni ed il conseguente decesso di tutti i prema-turi, trascurando il profilo del manchevole ossequioalle prescrizioni sull igiene, accertato in sede peritale,cos rendendo la sentenza viziata da grave carenzamotivazionale.

4 Il ricorrente rilevava altres che, contra-riamente a quanto sostenuto in sentenza, la fonte deigermi non era ignota dal momento che i periti aveva-no precisato che la sepsi era di origine altres le parti civili, le quali articolano duemotivi strettamente connessi. Dopo aver evidenziatoil tormentato iter del procedimento caratterizzato dadue consulenze del PM e da una superperizia dispo-sta in sede di incidente probatorio si lamenta il travi-samento degli esiti della perizia disposta dal giudicein sede di incidente probatorio che aveva conclusonel senso che la sepsi aveva avuto un ruolo causalenel decesso dei neonati sottolineando altres chenon necessariamente i neonati sarebbero comun-que morti a causa della loro condizione di prematu-ri, cos concludendo nel senso della sussistenza diun nesso causale tra la carenza di profilassi e lamorte dei n.

5 53 luglio 2013 Diritto e rovescioConsiderato in diritto la cassazione ha affermato che(..) I motivi non possono, per , trovare accoglimen-to (..) rigettando i ricorsi presentati. COMMENTODopo due articoli di Diritto e Rovescio in cui vi abbia-mo riportato delle Sentenze di condanna per omici-dio colposo a carico di colleghi, abbiamo pensato diillustrarvi una sentenza di dall esito del processo questasentenza appare rilevante per diversi motivi: - propone un caso di infezioni Ospedaliere che,ancora oggi, restano uno dei principali pericoli dell ambiente Ospedaliero e che interessanosostanzialmente tutti gli operatori sanitari;- pone il tema della responsabilit organizzativa in quanto i chiamati in giudizio ricoprivano, adiverso livello, ruoli di responsabilit e coordina-mento (il direttore sanitario, il direttore della UO eil Caposala).

6 - pone fondamentali questioni in materia di cau-salit omissiva, sopratutto in riferimento adaluni ragionamenti effettuati per sostenerel infezioni ospedaliere rappresentano un importan-te problema clinico che coinvolge a vario titolo infer-mieri, coordinatori, medici, operatori assistenziali oltreche amministratori e Dirigenti delle aziende ospeda-liere, ma soprattutto che porta la persona assistita asubire un danno anche grave, fino alla morte. Il ter-mine infezione ospedaliera o nosocomiale compren-de infezioni insorte nel corso di un ricovero ospedalie-ro, non manifeste clinicamente, n in incubazione almomento dell accettazione e che si rendono evidentidopo 48 ore o pi dal ricovero e le infezioni successi-ve alla dimissione, ma causalmente riferibili, pertempo di incubazione, agente eziologico e modalit di trasmissione al ricovero stesso.

7 I dati emergentidalla letteratura scientifica dimostrano che possibi-le, attraverso l adozione di scrupolose misure precau-zionali, attuare una mirata e incisiva prevenzionedelle infezioni ospedaliere. I numeri sono impressio-nanti: in Italia abbiamo un incidenza del 5/8% pari pazienti che ogni anno contraggo-no una infezione. Il 30% dei decessi per infezionesono attribuibili ad infezione nosocomiale. Ci facomprendere la dimensione del fenomeno e comeciascun operatore sanitario debba sentirsi diretta-mente coinvolto nelle attivit di prevenzione , primafra tutte il lavaggio delle mani. Che il lavaggio delle mani rivesta un elementare edefficace misura preventiva un dato ormai propriodella cultura generale di ogni professionista sanitarioeppure le campagne informative e di sensibilizzazio-ne continuano a far parte dello scenario sanitario conposter affissi sopra i lavandini, cartelloni appesi neireparti di degenza, quasi come un monito, un richia-mo continuo a fare un qualcosa di gi noto, ma evi-dentemente non ancora radicato nella prassi assi-stenziale prima met del 1800 il tema del lavaggio dellemani ha iniziato a prendere spazio nell ottica preven-tiva della trasmissione delle infezioni in ambito ospe-daliero.

8 Ricordate il Dott. Semmelweis? Fu un medicoungherese, rinchiuso in un manicomio per aver osatoaffermare che la disinfezione delle mani con clorurodi calcio riduceva drasticamente la morte delle puer-pere, contagiate da infezioni mortali dai medici che,passando direttamente dalla sala autoptica al repar-to di degenza, visitavano le donne senza primaessersi lavati le mani e senza indossare dei guanti. Lastessa Florence Nightingale, pochi anni dopo, scrisse: .. la pi grande umiliazione per un ospedale essere all origine di una malattia infettiva o vederel infezione propagarsi . Ai giorni nostri, nonostantel evidence based practice, la ricerca, l evoluzione cul-turale e formativa, l OMS si sentita in dovere di pro-mulgare un progetto dal titolo Cure pi pulite sonocure pi sicure diretto dal Dott.

9 Didier Pittet che rimar-ca che l adesione a quanto enunciato nell elaboratonon una scelta ma un diritto di base del pazientealla qualit dell assistenza perch le mani pulite pre-vengono sofferenze e salvano vite .Ovviamente lavarsi le mani non sufficiente ad argi-nere il fenomeno delle infezioni Ospedaliere per la cuiprevezione sono necessari svariati interventi cheriguardano, ad esempio, il rispetto di criteri strutturalinella costruzione e nella ristrutturazione delle struttu-re ospedaliere, le corrette procedure di disinfezione esterilizzazione dei materiali riutilizzabili, la correttagestione delle terapie antibiotiche, Tutti questiinterventi dovrebbero essere coordinati e orientati dalComitato infezioni Ospedaliere (CIO).

10 Al CIO, coordinato dal Direttore Sanitario o suo dele-gato, compete il monitoraggio continuo del fenome-no, la formazione ed informazione del personaleospedaliero oltre che la pianificazione ed il controllodegli interventi di prevenzione e di sorveglianza delleinfezioni ospedaliere, avvalendosi di un GruppoOperativo per la loro n. 53 luglio 2013 Diritto e rovescioNonostante la presenza e l attivismo dei CIO presentiin tutte le strutture sanitarie, la strada da percorrereverso il contenimento e la prevenzione delle infezioniospedaliere ancora molto lunga. Alla luce di quan-to esposto non appare strano che siano stati chiama-ti in giudizio proprio il Coordinatore dellaCommissione preposta al controllo delle infezioniospedaliere, il Dirigente medico dell e ilCoordinatore infermieristico.


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