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1 Ministero della Salute DIPARTIMENTO della QUALITA DIREZIONE GENERALE della PROGRAMMAZIONE SANITARIA, DEI LIVELLI DI ASSISTENZA E DEI PRINCIPI ETICI DI SISTEMA Commissione nazionale per la definizione e l aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza Nuova caratterizzazione dell assistenza territoriale domiciliare e degli interventi ospedalieri a domicilio La Commissione nazionale Lea ha istituito al suo interno un apposito sottogruppo con il mandato specifico di approfondire l analisi delle attivit assistenziali svolte in regime domiciliare, residenziale, semiresidenziale e di ospedalizzazione domiciliare. Il mandato precisa che L analisi sar volta a caratterizzare i diversi percorsi di cura definiti, per ciascun regime di erogazione, in base alla natura del bisogno e del livello di intensit dell assistenza, attraverso l individuazione delle prestazioni o dei pacchetti prestazionali appropriati, delle diverse

Ministero della Salute ... DIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA, DEI LIVELLI DI ASSISTENZA E DEI PRINCIPI ETICI DI SISTEMA Commissione nazionale per la definizione e l’aggiornamento dei ... 2 Hanno partecipato ai lavori del tavolo attività domiciliari ( sottogruppo sull’assistenza socio sanitaria):

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1 1 Ministero della Salute DIPARTIMENTO della QUALITA DIREZIONE GENERALE della PROGRAMMAZIONE SANITARIA, DEI LIVELLI DI ASSISTENZA E DEI PRINCIPI ETICI DI SISTEMA Commissione nazionale per la definizione e l aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza Nuova caratterizzazione dell assistenza territoriale domiciliare e degli interventi ospedalieri a domicilio La Commissione nazionale Lea ha istituito al suo interno un apposito sottogruppo con il mandato specifico di approfondire l analisi delle attivit assistenziali svolte in regime domiciliare, residenziale, semiresidenziale e di ospedalizzazione domiciliare. Il mandato precisa che L analisi sar volta a caratterizzare i diversi percorsi di cura definiti, per ciascun regime di erogazione, in base alla natura del bisogno e del livello di intensit dell assistenza, attraverso l individuazione delle prestazioni o dei pacchetti prestazionali appropriati, delle diverse figure professionali coinvolte, della presumibile durata dell intervento (comma 2 dell del DPCM ).

2 Il prodotto del lavoro dovr consentire di specificare il contenuto dei relativi livelli di assistenza in termini prestazionali e di fornire elementi utili per la definizione di standard (qualitativi e quantitativi) e per la formulazione di ipotesi sulla remunerazione dell attivit . La decisione di istituire il sottogruppo scaturisce direttamente dalle riflessioni contenute nel primo documento approvato dalla Commissione Lea, che evidenzia come Le voci riportate sotto ciascuno dei tre livelli identificati dal individuano per lo pi attivit /servizi, le cui prestazioni non sono in gran parte codificate, o almeno non lo sono in maniera sufficientemente dettagliata.

3 Per arrivare alla individuazione delle prestazioni contenute nei Livelli essenziali, sarebbe quindi necessario: a) Identificare all interno dei livelli la gamma delle attivit /servizi che debbono essere organizzati per rispondere a ben definite finalit ; b) Individuare nell ambito di tali attivit /servizi le singole prestazioni erogabili. Tale processo, (..), attualmente possibile, in modo puntuale e circoscritto, solo in determinati ambiti, come nel caso delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale; in altre circostanze, invece, la variabilit determinata dall adozione di specifici criteri ed adeguate metodologie amplia notevolmente il concetto di prestazione erogabile, ed quanto avviene per le prestazioni di assistenza ospedaliera in regime di ricovero.

4 Molto meno inquadrabili appaiono attualmente le prestazioni sanitarie riferibili a molte attivit che ricadono negli attuali livelli di assistenza, in particolare per l assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro, ma anche nell assistenza distrettuale e 2 nella stessa assistenza ospedaliera per alcuni ambiti particolari. Tutto ci ha notevoli riflessi, sia nella prospettiva di fissare gli standard qualitativi e quantitativi dei Livelli essenziali di assistenza, come per l esigenza di determinare la remunerazione delle prestazioni su base tariffaria, oppure definendo i costi di specifici programmi assistenziali ai quali il sistema tariffario non agevolmente applicabile.

5 Due sono le conseguenze negative della mancata individuazione delle prestazioni in numerose aree dei livelli essenziali di assistenza: la difficolt di fissare standard qualitativi e quantitativi e quella di determinare la remunerazione degli erogatori. Per quanto riguarda, in particolare, l assistenza domiciliare, il DPCM 29 novembre 2001 individua le seguenti tipologie di attivit : LIVELLO 2: ASSISTENZA DISTRETTUALE: G. ASSISTENZA TERRITORIALE AMBULATORIALE E DOMICILIARE: ASSISTENZA PROGRAMMATA A DOMICILIO (assistenza domiciliare integrata, assistenza programmata domiciliare comprese le varie forme di assistenza infermieristica territoriale); ATTIVITA SANITARIA E SOCIOSANITARIA RIVOLTA A PAZIENTI NELLA FASE TERMINALE (domiciliare); ATTIVITA SANITARIA E SOCIOSANITARIA RIVOLTA ALLE PERSONE CON INFEZIONE DA HIV (domiciliare) LIVELLO 3: ASSISTENZA OSPEDALIERA: E.

6 INTERVENTI OSPEDALIERI A DOMICILIO (in base ai modelli organizzativi fissati dalle regioni) Il monitoraggio dei Lea e la ricerca condotta dalla ASSR su nove regioni italiane nel 2004/051, hanno evidenziato l elevata disomogeneit delle prestazioni domiciliari sia sul piano dell accesso che su quello del trattamento. Nello svolgimento del suo mandato, il sottogruppo coordinato dal dr. Enrico Brizioli, ha istituito due tavoli di lavoro rispettivamente per le attivit residenziali e per le attivit domiciliari. Il documento che segue si riferisce al contributo del tavolo per le attivit domiciliari2 coordinato dal dr.

7 Gianlorenzo Scaccabarozzi. I riferimenti normativi 3 L allegato 3 lett. d) del DPCM stabilisce che nell ambito dell integrazione sociosanitaria la precisazione delle linee prestazionali a carico del SSN dovr tener conto dei diversi livelli di dipendenza o non autosufficienza e che il riferimento fondamentale sul piano normativo costituito dall atto di indirizzo e coordinamento sull integrazione socio sanitaria di cui al DPCM Aggiunge che l erogazione delle prestazioni va modulata in riferimento ai criteri di appropriatezza, del diverso grado di fragilit sociale e dell accessibilit e che risultano altres determinanti.

8 L organizzazione della rete delle 1 Progetto di ricerca finalizzata ex art. 12 del 502/92: La condizione dell anziano non autosufficiente Analisi comparativa delle attuali forme di tutela e delle potenziali prospettive . 2 Hanno partecipato ai lavori del tavolo attivit domiciliari ( sottogruppo sull assistenza socio sanitaria): per la Commissione Nazionale LEA: Enrico Brizioli, Gianlorenzo Scaccabarozzi, Anna Banchero, Francesco Massicci ( e/o collaboratori), Silvia Arc ; in qualit di esperti: Vincenzo Pomo ( Regione Puglia), Michele Maglio (Regione Veneto) , Ketty Vaccaro ( Censis), Furio Zucco (SICP), Pierangelo Lora Aprile (SIMG), Maria Donata Bellentani ( ASSR).

9 3 Fabrizio Giunco, Cura e Assistenza a Domicilio, Utet,2005 3 strutture di offerta, le modalit di presa in carico del problema, una omogea rilevazione del bisogno e classificazione del grado di non autosufficienza e dipendenza . Dagli anni novanta in termini di principio, l assistenza domiciliare nelle sue diverse connotazioni stata sempre descritta come uno degli assi portanti del sistema di intervento. Il Progetto obiettivo Tutela della Salute degli anziani , stralcio del Piano sanitario nazionale 1991-1995, indicava l attivazione dei servizi di assistenza domiciliare integrata (ADI) come obiettivo prioritario: si ipotizzava il raggiungimento, entro il termine del quinquennio, di almeno il 2% degli ultrasessantacinquenni non ospitati in residenze sanitarie assistenziali, con un costo annuale per assistito di lire (9 milioni per la parte sanitaria e per quella assistenziale).

10 Lo stesso progetto obiettivo ipotizzava lo sviluppo di servizi di ospedalizzazione domiciliare (OD) a pi elevato contenuto sanitario: l obiettivo descritto era quello di trattare a domicilio un numero di pazienti pari al 5% di tutti i ricoveri ospedalieri (circa casi/anno) da raggiungere gradualmente a partire dalla iniziale copertura del 10% della casistica potenziale. I successivi piani sanitari nazionali ribadiscono che l assistenza territoriale domiciliare, l ospedalizzazione domiciliare e l assistenza domiciliare programmata e integrata della rete dei medici di medicina generale rientrano nei Livelli essenziali e uniformi di assistenza, da garantire in uguale misura e intensit su tutto il territorio nazionale (DPCM 29/11/2001) e confermano che deve essere il distretto a coordinare tutte le attivit extraospedaliere di assistenza sanitaria di base e specialistiche (erogate con modalit sia residenziali sia intermedie, ambulatoriali e domiciliari)


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