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Per una didattica nuova delle lingue classiche. Il …

133 Per una didattica nuova delle lingue latino ed il greco secondo il metodo natura di Marina Sergi*Il cosiddetto metodo tradizionale per l insegnamento del lati-no e del greco si basa su morfologia e sintassi nonch sulla tra-duzione di frasi e di brani opportunamente scelti. Solo in unafase pi avanzata, infatti, si affrontano le opere degli forma mentis che sta alla base di questa didattica delle lingueclassiche segue un sistema grammaticale-traduttivo perch consi-dera la traduzione come il momento necessario e indispensabileper la comprensione di un testo: cio si trasportano semplice-mente le frasi latine e greche in italiano.

Per una didattica nuova delle lingue classiche 135 ze che si chiede loro di raggiungere in un tempo relativamente breve: il metodo di lavoro richiesto è del tutto diverso da quello

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1 133 Per una didattica nuova delle lingue latino ed il greco secondo il metodo natura di Marina Sergi*Il cosiddetto metodo tradizionale per l insegnamento del lati-no e del greco si basa su morfologia e sintassi nonch sulla tra-duzione di frasi e di brani opportunamente scelti. Solo in unafase pi avanzata, infatti, si affrontano le opere degli forma mentis che sta alla base di questa didattica delle lingueclassiche segue un sistema grammaticale-traduttivo perch consi-dera la traduzione come il momento necessario e indispensabileper la comprensione di un testo: cio si trasportano semplice-mente le frasi latine e greche in italiano.

2 E ci probabilmente per-ch nel profondo del nostro sentire alle parole latine e greche noncorrispondono cose e concetti, ma solo altre parole questo sistema, al quale la maggior parte dei docentivuole rimanere tenacemente legata, di introduzione piuttostorecente, in quanto non risale pi indietro del XIX secolo: ilmetodo d importazione germanica, contro il quale il Pascoli nel1894, invitato dall allora ministro Ferdinando Martini a inda-gare cause e accennare rimedi di mali riguardo all insegnamen-to del latino nelle scuole, scriveva:1* Docente di greco e Vd. MIRAGLIA L., L insegnamento del latino nei secoli, in Nova via.

3 Latine doceo,Accademia Vivarium Novum, Montella (AV) 2009, p. Sergi134Si legge poco, e poco genialmente, soffocando la sentenza delloscrittore sotto la grammatica, la linguistica. I pi volonterosi sisvogliano, si annoiano, si intorpidiscono; e ricorrono a tradutto-ri, non ostinandosi pi contro difficolt che, spesso a torto, cre-dono pi forti della loro pazienza. E l alunno, andando innanzi,si trova avanti ostacoli sempre pi grandi e numerosi; a mano ache la via si fa pi erta e malagevole cresce il peso sulle spalle delpiccolo viatore. Le materie di studio si moltiplicano, e l arte clas-sica e i grandi scrittori non hanno ancora mostrato al giovanestanco pur un lampo del loro divino sorriso.

4 Anche nei Licei, inqualche Liceo, per lo meno, la grammatica si stende come un om-bra sui fiori immortali del pensiero antico e li molti, condizionati dalla finalit traduttiva, risulta difficileimmaginare una grammatica diversa da quella che hanno cono-sciuto personalmente e a cui sono abituati. Una grammatica chetenta di dare, nella lingua dei discenti, esatte corrispondenze diforme e strutture residenti nella lingua di ad una decina di anni fa non credevo fosse possibileadottare una didattica diversa da quella grammaticale-tradutti-va, quella sulla quale si erano basate la mia formazione, dallascuola media al liceo, e la mia lunga attivit di il caso volle che nel 2000 mi venisse offerta l opportunit di partecipare ad un interessantissimo convegno sulla didatticadel Latino, convegno che si tenne a Cividale per iniziativa delprof.

5 Miraglia. Va ascritto a suo merito l aver divulgato in Italia ilmetodo di approccio allo studio del latino denominato rberg (dal nome dello studioso danese che lo ha ideato) e di aver scrittoin italiano e diffuso una guida per i docenti, Latine doceo, che anche il resoconto della sua esperienza di utilizzo del corso Lin-gua Latina per se illustrata al Liceo Calamandrei di latino notoriamente considerato una materia ostica .Spesso gli studenti che vi si accostano, appena usciti dalla Scuo-la Secondaria di Primo Grado, provano una sensazione di smar-rimento di fronte alle conoscenze, alle abilit ed alle competen-Per una didattica nuova delle lingue classiche135ze che si chiede loro di raggiungere in un tempo relativamentebreve: il metodo di lavoro richiesto del tutto diverso da quelloadottato fino ad allora nello studio della lingua italiana e dellelingue straniere.

6 In particolare, lo sforzo mnemonico di assimi-lazione di vocaboli e regole risulta spesso molto pesante e diffi-cile da gestire; al momento, poi, di affrontare i primi testi com-plessi e di acquisire una tecnica di traduzione, gli studenti sem-brano di frequente non trovare negli insegnanti e nei testi disussidio didattico una guida adeguata a sviluppare le capacit diinterpretazione e formalizzazione pi rilevante il fatto che anche studenti motivati eche si accostano con entusiasmo allo studio della nuova mate-ria, spesso spinti da un genuino interesse personale, risultanofrustrati da quella che, nell insegnamento della lingua, percepi-scono come aridit e mancanza di concretezza , infatti.

7 Gli aspetti pi accattivanti dello studio dellatino, consistenti nell esplorazione della civilt e della realt stori-ca e sociale del popolo latino e di tutti quelli che furono riunitinell ecumene romano, vengono tradizionalmente accantonati du-rante la prima fase di studio, secondo un approccio che antepone,come indispensabile prerequisito dell ampliamento culturale, unaconoscenza linguistica (che peraltro mai raggiunge un adeguatolivello) all analisi delle testimonianze storiche e quando, secondo le scansioni tradizionali della program-mazione, arriva (talvolta gi alla fine del biennio, ma pi spessoall inizio del triennio)

8 Il momento di dedicarsi proprio ad unaconoscenza di prima mano dei documenti e dei testi della cultu-ra latina, gli studenti molto spesso risultano carenti proprio diquegli strumenti linguistici, effettivamente necessari, che si eratentato di costruire negli anni base delle mie esperienze ritengo che ci sia in largamisura ascrivibile ad una serie di errori che frequentemente ven-gono compiuti nelle fasi iniziali dell insegnamento, soprattuttoquanto alle motivazioni. mia opinione che tali motivazioniMarina Sergi136possano essere recuperate solo con una maggiore attenzionealla centralit della persona e, in particolare, ai diversi stili cognitiviche coesistono all interno di un gruppo classe.

9 Quello della centralit della persona e della individualizza-zione dell insegnamento , del resto, un principio ampiamenteaccettato. Soprattutto in questi ultimi anni si ribadito che lostudente deve essere posto al centro dell azione educativa intutti i suoi aspetti: cognitivi, affettivi, relazionali, estetici, etici,spirituali. In questa prospettiva, i docenti dovranno pensare erealizzare i loro progetti educativi e didattici non per individuiastratti, ma per persone che vivono qui e ora, che sollevanoprecise domande esistenziali, che vanno alla ricerca di orizzontidi significato tuttavia questi fondamentali principi pedagogici vengonospesso disattesi nella quotidiana pratica didattica .

10 Ci per lo pi accade non per cattiva volont , ma, piuttosto, per l incapacit diabbandonare abitudini consolidate e per la convinzione che,soprattutto nel caso di materie dai contenuti fermi , come illatino e il greco, la vecchia maniera , con cui gli insegnantistessi si sono formati, sia l unica in grado di garantire un percor-so completo e adeguato agli obiettivi concezione, va detto, lascia per dietro di s troppe vit-time : sono gli studenti che non raggiungono, alla fine del loropercorso, una conoscenza soddisfacente delle lingue della cul-tura classica e che perdono, nel corso degli anni, ogni genuinointeresse per queste Vd.


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