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S.I.P.Si.Vi. PROGETTO “EDUCAZIONE ALLA …

1 PROGETTO EDUCAZIONE ALLA SICUREZZA STRADALE NELLE SCUOLE Destinatari: studenti del biennio delle scuole superiori, pubbliche e private, della Provincia di Torino 2 Indice -introduzione-saluto del Presidente Saitta pag. 3 -sintesi storia del PROGETTO 4 -cornice teorica di riferimento 5 -obiettivi 6 -metodologia 7 -contenuti 8 -riflessioni

1 S.I.P.Si.Vi. PROGETTO “EDUCAZIONE ALLA SICUREZZA STRADALE NELLE SCUOLE” Destinatari: studenti del biennio delle scuole superiori, pubbliche e private, della Provincia di Torino

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1 1 PROGETTO EDUCAZIONE ALLA SICUREZZA STRADALE NELLE SCUOLE Destinatari: studenti del biennio delle scuole superiori, pubbliche e private, della Provincia di Torino 2 Indice -introduzione-saluto del Presidente Saitta pag. 3 -sintesi storia del PROGETTO 4 -cornice teorica di riferimento 5 -obiettivi 6 -metodologia 7 -contenuti 8 -riflessioni

2 11 -gradimento degli studenti 13 3 RAGAZZI IN CIRCOLAZIONE EDUCAZIONE ALLA SICUREZZA STRADALE ED ORIENTAMENTO ALLA MOBILITA SOSTENIBILE Educazione e democrazia hanno per comun denominatore il rispetto di s , degli altri, delle regole che stanno a salvaguardia della convivenza civile. Alcune di queste norme specifiche sono raccolte nel codice della strada, nato a garanzia e tutela della salute e della vita di tutti coloro che vi transitano, perch le strade sono nate per favorire i collegamenti e i rapporti con le persone e non per trasformarsi in luoghi di ecatombe dove la macabra conta di incidenti riferisce di pedoni investiti e autoscontri mortali.

3 Ogni anno sono migliaia le persone che muoiono o subiscono invalidit permanenti che impongono altissimi costi allo Stato e alle famiglie. Il problema dell incidentalit sulle strade un problema di estrema rilevanza, ed per questo che l Unione Europea nel Secondo programma di azione europeo ha posto come obiettivo da raggiungere in tutti gli Stati membri la riduzione del 50% del numero di vittime entro il 2010. Imparare ad usare la strada quindi fondamentale, e la Provincia di Torino da anni promuove e finanzia un'iniziativa per formare gli studenti, istituendo corsi di educazione stradale nelle scuole secondarie superiori, pubbliche e private, nella certezza che, per migliorare le condizioni di sicurezza ed ottenere una riduzione dei livelli di incidentalit , occorre aumentare la conoscenza delle norme e la responsabilizzazione dei cittadini.

4 Il Presidente Dott. Antonio Saitta 4 La storia del PROGETTO Nel 2003, il Settore Trasporti della Provincia di Torino promuove il Servizio di formazione degli studenti del primo biennio delle scuole superiori, pubbliche e private, della Provincia di Torino in materia di Educazione alla Sicurezza Stradale , che viene attivato per cinque edizioni: istituti classi allievi 2003/04 33 325 2005/06 28 250 2006/07 39 273 o 270 2007/08 29 240 2008/09 34 240 2009/10 29 243 TOTALI 192 L'attivit formativa si sostanzia mediante lo sviluppo -per ciascuna

5 Classe di studenti- di un modulo di 8 ore cos articolato: a) attivit relativa agli aspetti psicologici della sicurezza stradale, con l obiettivo di affiancare i giovani nell acquisizione di consapevolezza circa le proprie reali capacit psicofisiche. Lo psicologo approfondisce le variabili comportamentali che predispongono all incidente stradale: l'influenza delle sostanze psicotrope e stupefacenti, l infrazione intenzionale delle norme, l insufficiente percezione del rischio, la ricerca consapevole del rischio. b) attivit propedeutica alla conoscenza dei principi e delle regole fondamentali del codice della strada. L'insegnante di autoscuola affronta le tematiche relative alla circolazione stradale, con particolare riguardo alle pi importanti fra le regole stradali, alle responsabilit civili e penali, alle sanzioni, senza trascurare aspetti inerenti la sostenibilit del traffico.

6 L elaborazione del PROGETTO , la direzione scientifica e la gestione organizzativa sono affidate a , associazione di psicologi che opera dal 1994 nell ambito della sicurezza stradale partecipando a ricerche europee del settore, mentre le attivit formative in aula sono condotte da una quipe mista composta da psicologi e insegnanti di teoria delle autoscuole. Il PROGETTO mira ad intervenire su un fenomeno sociale e sanitario di ampia quanto drammatica portata: gli incidenti stradali giovanili. Secondo le statistiche sanitarie, l incidentalit stradale rappresenta la pi frequente causa di morte in adolescenza e tra i giovani adulti, per i soggetti di et compresa tra i 15 e i 24 anni, oltre ad essere causa primaria di disabilit e sequele post-traumatiche. Si tratta quindi di un fenomeno di ampia portata nel nostro contesto sociale, cui necessario rispondere con interventi integrati e multidisciplinari.

7 L approccio adottato dall quipe coinvolta nel PROGETTO mira ad intervenire in modo positivo su alcuni snodi centrali per la prevenzione degli incidenti stradali dei giovani, lavorando su un target particolarmente esposto. L et dei ragazzi incontrati, infatti, si caratterizza per l emergere di una maggiore autonomia di movimento rispetto agli adulti, ma anche per l utilizzo di mezzi di trasporto -quali il ciclomotore- di per s ad alto rischio di incidentalit . 5 Secondo un indagine del CENSIS (2006), un rapporto inappropriato con le norme del codice stradale sembra costituire un elemento di vulnerabilit . In particolare il rapporto di ricerca ha evidenziato come solo il 35% degli studenti intervistati comprenda il significato di tutti i segnali stradali. Due terzi di loro decidono in modo autoreferenziale quali norme seguire o meno.

8 Cornice teorica di riferimento Nel 2005 Ragazzi in circolazione stato incluso nella raccolta 25 (ROad Safety Education per i 25 Paesi membri dell Unione), buone pratiche di educazione alla sicurezza stradale per la fascia di et 3 / 17 anni (Commissione Europea, DGTREN Directorate General for Energy and Transport). Escludendo gli interventi limitati alla trasmissione delle informazioni, il campo di indagine del gruppo di psicologi esperti coinvolti nel PROGETTO europeo 25 si concentrato sugli interventi caratterizzati - dall interazione diretta con il target-group - da un sistema di valutazione quantitativa e qualitativa dell intervento realizzato. La Road Safety Education ( ) considerata uno dei tre cardini - insieme all innovazione tecnologica ed all enforcement degli interventi per la sicurezza stradale; essa comprende tutte le misure che mirano ad influenzare positivamente i comportamenti sulla strada, promuovendo la conoscenza e la comprensione delle regole e delle situazioni stradali, il rafforzamento e/o la modifica degli atteggiamenti riguardanti la consapevolezza del rischio, la sicurezza personale e degli altri utenti, attraverso la proposta di training ed esperienze specifiche.

9 La definizione europea della politica delle tre E: Education, Engineering, Enforcement viene rinforzata dalla ricerca SUPREME, SUmmary and Publication of best practices in Road safEty in the MEmber States, che nel report pubblicato a giugno 2007 definisce le categorie di intervento per la sicurezza stradale, distinguendo fra le azioni educative-formative realizzate in ambito scolastico e la formazione del conducente di mezzi motorizzati, per i quali necessario conseguire il permesso di guida. Tipologie di intervento dunque che hanno origine da premesse diverse, rispondono a bisogni diversi sia personali che sociali, richiedono un inquadramento teorico differenziato e l applicazione di metodologie specifiche, finalizzate le une allo sviluppo di stili di vita salutari mentre le altre riguardano l addestramento per la guida di un veicolo.

10 Secondo questa impostazione l educazione alla sicurezza stradale, oltre a trasmettere agli allievi le informazioni necessarie per partecipare al sistema della circolazione stradale, dovrebbe avere come fine principale l affiancamento per apprendere le adeguate abitudini comportamentali, in un ottica di autotutela e di consapevole rapporto con se stessi, con gli altri e con l ambiente circostante. Al fine di promuovere atteggiamenti votati alla sicurezza ed alla tutela personale necessario un approccio olistico ed integrato, capace di coinvolgere non solamente gli adolescenti, ma anche il contesto di vita e di relazioni in cui sono inseriti. Tale approccio si configura come strettamente congruente a quanto previsto dal Piano Nazionale della Sicurezza Stradale, Indirizzi Generali e Linee Guida di Attuazione (2000), che evidenzia come La funzione di educazione stradale viene reinterpretata in senso molto ampio, come educazione permanente riferita non solo agli studenti, a partire dai pi giovani, ma anche agli adulti, ai genitori, che non sono affatto esenti da comportamenti di guida a rischio.


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