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Sommario - Letteratura Italiana di Pietro G

Divina commedia. Inferno, a cura di P. Genesini 1 L universo di Dante DIO serafini cherubini troni dominazioni virt potest principati arcangeli angeli GERARCHIE ANGELICHE credenti in Cristo credenti in Cristo venuto venturo CANDIDA ROSA purgatorio terra aria inferno aria Gerusalemme I CIELO: LUNA II CIELO: MERCURIO III CIELO: VENERE IV CIELO: SOLE V CIELO: MARTE VI CIELO: GIOVE VII CIELO: SATURNO VIII CIELO: STELLE FISSE IX CIELO: PRIMO MOBILE EMPIREO Divina commedia. Inferno, a cura di P. Genesini 2 La struttura dell inferno GERUSALEMME SELVA OSCURA PORTA ANTINFERNO IGNAVI ACHERONTE I CERCHIO NON BATTEZZATI LIMBO II CERCHIO LUSSURIOSI III CERCHIO GOLOSI IV CERCHIO AVARI E PRODIGHI V CERCHIO IRACONDI E ACIDIOSI STIGE CITT DI DITE VI CERCHIO ERETICI

di Dio 40. fece muovere per la prima volta quelle cose belle. Così l’ora del giorno e la dolce stagione mi facevano ben sperare 43. di [aver la meglio] su quella fiera dalla pelle variegata, ma non tanto che non m’incutesse paura la vista di un leone che mi comparve davanti. 46. Esso veniva contro di me

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1 Divina commedia. Inferno, a cura di P. Genesini 1 L universo di Dante DIO serafini cherubini troni dominazioni virt potest principati arcangeli angeli GERARCHIE ANGELICHE credenti in Cristo credenti in Cristo venuto venturo CANDIDA ROSA purgatorio terra aria inferno aria Gerusalemme I CIELO: LUNA II CIELO: MERCURIO III CIELO: VENERE IV CIELO: SOLE V CIELO: MARTE VI CIELO: GIOVE VII CIELO: SATURNO VIII CIELO: STELLE FISSE IX CIELO: PRIMO MOBILE EMPIREO Divina commedia. Inferno, a cura di P. Genesini 2 La struttura dell inferno GERUSALEMME SELVA OSCURA PORTA ANTINFERNO IGNAVI ACHERONTE I CERCHIO NON BATTEZZATI LIMBO II CERCHIO LUSSURIOSI III CERCHIO GOLOSI IV CERCHIO AVARI E PRODIGHI V CERCHIO IRACONDI E ACIDIOSI STIGE CITT DI DITE VI CERCHIO ERETICI 1 GIRONE: OMICIDI, PREDONI FLEGETONTE VIOLENTI 2 GIRONE: SUICIDI E SCIALACQUATORI VII CERCHIO 3 GIRONE.

2 BESTEMMIATORI, SODOMITI, USURAI GRAN BURRATO FRAUDOLENTI VIII CERCHIO 1a BOLGIA: RUFFIANI E SEDUTTORI MALEBOLGE 2a BOLGIA: ADULATORI 3a BOLGIA: SIMONIACI 4a BOLGIA: INDOVINI 5a BOLGIA: BARATTIERI 6a BOLGIA: IPOCRITI 7a BOLGIA: LADRI 8a BOLGIA: CONSILIERI FRAUDOLENTI 9a BOLGIA: SEMINATORI DI DISCORDIE 10a BOLGIA: FALSARI POZZO DEI GIGANTI TRADITORI 1a ZONA: CAINA COCITO IX CERCHIO TRADIT. DEI PARENTI 2a ZONA: ANTENORA TRADITORI DELLA PATRIA 3a ZONA: TOLOMEA TRADITORI DEGLI OSPITI 4a ZONA: GIUDECCA TRADITORI DEI BENEFATTORI LUCIFERO CENTRO DELLA TERRA Divina commedia. Inferno, a cura di P. Genesini 3 Canto I Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura ch la diritta via era smarrita. 1 Ahi quanto a dir qual era cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura!

3 4 Tant amara che poco pi morte; ma per trattar del ben ch i vi trovai, dir de l altre cose ch i v ho scorte. 7 Io non so ben ridir com i v intrai, tant era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. 10 Ma poi ch i fui al pi d un colle giunto, l dove terminava quella valle che m avea di paura il cor compunto, 13 guardai in alto, e vidi le sue spalle vestite gi de raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. 16 Allor fu la paura un poco queta che nel lago del cor m era durata la notte ch i passai con tanta pieta. 19 E come quei che con lena affannata uscito fuor del pelago a la riva si volge a l acqua perigliosa e guata, 22 cos l animo mio, ch ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasci gi mai persona viva. 25 Poi ch i posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, s che l pi fermo sempre era l pi basso. 28 Ed ecco, quasi al cominciar de l erta, una lonza leggera e presta molto, che di pel macolato era coverta; 31 e non mi si partia dinanzi al volto, anzi mpediva tanto il mio cammino, ch i fui per ritornar pi volte v lto.

4 34 Temp era dal principio del mattino, e l sol montava n s con quelle stelle ch eran con lui quando l amor divino 37 mosse di prima quelle cose belle; s ch a bene sperar m era cagione di quella fiera a la gaetta pelle 40 l ora del tempo e la dolce stagione; ma non s che paura non mi desse la vista che m apparve d un leone. 43 Questi parea che contra me venisse con la test alta e con rabbiosa fame, s che parea che l aere ne tremesse. 46 Ed una lupa, che di tutte brame sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti f gi viver grame, 49 questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch uscia di sua vista, ch io perdei la speranza de l altezza. 52 E qual quei che volontieri acquista, e giugne l tempo che perder lo face, che n tutt i suoi pensier piange e s attrista; 55 tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi ncontro, a poco a poco mi ripigneva l dove l sol tace. 58 1. Nel mezzo del cammin di nostra vita (=a 35 anni) mi ritrovai per una selva oscura, perch avevo smar-rito la retta via.

5 4. Ahi, quanto arduo e doloroso raccontare com era selvaggia, intricata e impraticabi-le questa selva, il cui solo pensiero mi rinnova la pa-ura! 7. Essa (=selva) tanto amara, che la morte lo poco di pi . Ma, per parlare del bene che vi trovai, dir delle altre cose che vi ho visto. 10. Io non so ben dire come vi entrai, tanto ero pieno di sonno a quel punto in cui abbandonai la via del vero. 13. Ma, dopo che fui giunto al pi di un colle, dove termina-va quella valle che mi aveva riempito il cuore di pa-ura, 16. guardai in alto e vidi la cima [del colle] il-luminata gi dai raggi del pianeta (=il sole sta sor-gendo), che conduce il viandante dritto per ogni strada. 19. Allora si quiet un poco la paura, che nel profondo del cuore mi aveva a lungo agitato in quel-la notte che io trascorsi con tanta angoscia. 22. E, come il naufrago, uscito fuori del mare e giunto alla riva, con respiro affannoso si volge indietro e guarda le onde pericolose, 25.

6 Cos il mio animo, che ancora fuggiva, si volse indietro per riguardar la selva, che non lasci mai (=accompagn sempre ogni) persona viva. 28. Dopo che ebbi riposato un po il mio corpo affaticato, ripresi a camminare lungo il pend o deser-to [del colle], cos che il piede fermo era sempre il pi basso. 31. Ed ecco che, quasi agli inizi della sali-ta, mi apparve una lonza leggera e molto veloce, che era coperta di pelo screziato. 34. Essa non si allonta-nava da me, anzi impediva a tal punto il mio cam-mino, che mi volsi pi volte per tornare indietro. 37. Era il primo mattino ed il sole [primaverile] saliva in cielo con le stelle dell Ariete, che erano con lui quando l amore di Dio 40. fece muovere per la pri-ma volta quelle cose belle. Cos l ora del giorno e la dolce stagione mi facevano ben sperare 43. di [aver la meglio] su quella fiera dalla pelle variegata, ma non tanto che non m incutesse paura la vista di un leone che mi comparve davanti.

7 46. Esso veniva contro di me con la testa alta e con una fame rabbio-sa, cos che anche l aria sembrava temerlo. 49. E una lupa, che nella sua magrezza sembrava piena di ogni desiderio e che fece viver misere (=infelici) molte genti, 52. mi caus s bito dopo tanto sgomento con la paura che incuteva il suo aspetto, che perdetti la speranza di raggiungere la cima del colle. 55. E co-me l avaro, che accumula volentieri e che, giunto il tempo in cui perde la ricchezza accumulata, piange e si rattrista in tutti i suoi pensieri; 58. cos mi rese la bestia senza pace, la quale, venendomi incontro, a poco a poco mi sospingeva nella selva oscura, dove il sole non penetra. Divina commedia. Inferno, a cura di P. Genesini 4 Mentre ch i rovinava in basso loco, dinanzi a li occhi mi si fu offerto chi per lungo silenzio parea fioco. 61 Quando vidi costui nel gran diserto, Miserere di me , gridai a lui, qual che tu sii, od ombra od omo certo!

8 64 Rispuosemi: Non omo, omo gi fui, e li parenti miei furon lombardi, mantoani per patria ambedui. 67 Nacqui sub Iulio, ancor che fosse tardi, e vissi a Roma sotto l buono Augusto nel tempo de li d i falsi e bugiardi. 70 Poeta fui, e cantai di quel giusto figliuol d Anchise che venne di Troia, poi che l superbo Ili n fu combusto. 73 Ma tu perch ritorni a tanta noia? perch non sali il dilettoso monte ch principio e cagion di tutta gioia? . 76 Or se tu quel Virgilio e quella fonte che spandi di parlar s largo fiume? , rispuos io lui con vergognosa fronte. 79 O de li altri poeti onore e lume vagliami l lungo studio e l grande amore che m ha fatto cercar lo tuo volume. 82 Tu se lo mio maestro e l mio autore; tu se solo colui da cu io tolsi lo bello stilo che m ha fatto onore. 85 Vedi la bestia per cu io mi volsi: aiutami da lei, famoso saggio, ch ella mi fa tremar le vene e i polsi . 88 A te convien tenere altro viaggio , rispuose poi che lagrimar mi vide, se vuo campar d esto loco selvaggio: 91 ch questa bestia, per la qual tu gride, non lascia altrui passar per la sua via, ma tanto lo mpedisce che l uccide; 94 e ha natura s malvagia e ria, che mai non empie la bramosa voglia, e dopo l pasto ha pi fame che pria.

9 97 Molti son li animali a cui s ammoglia, e pi saranno ancora, infin che l veltro verr , che la far morir con doglia. 100 Questi non ciber terra n peltro, ma sapienza, amore e virtute, e sua nazion sar tra feltro e feltro. 103 Di quella umile Italia fia salute per cui mor la vergine Cammilla, Eurialo e Turno e Niso di ferute. 106 Questi la caccer per ogne villa, fin che l avr rimessa ne lo nferno, l onde nvidia prima dipartilla. 109 Ond io per lo tuo me penso e discerno che tu mi segui, e io sar tua guida, e trarrotti di qui per loco etterno, 112 ove udirai le disperate strida, vedrai li antichi spiriti dolenti, ch a la seconda morte ciascun grida; 115 e vederai color che son contenti nel foco, perch speran di venire quando che sia a le beate genti. 118 61. Mentre ero spinto rovinosamente verso la valle, davanti agli occhi mi apparve uno, che in quel vasto silenzio appariva come un ombra evanescente.

10 64. Quando lo vidi in quella grande solitudine, Abbi piet di me gli gridai, chiunque tu sia, ombra o uomo vivo! . 67. Mi rispose: Non sono un uomo, ma lo fui un tempo. I miei genitori furono lombardi, ambedue nativi di Mantova. 70. Nacqui sotto Giulio Cesare, seppur troppo tardi [per conoscerlo], e vissi a Roma sotto il buon Augusto al tempo degli dei fal-si e bugiardi. 73. Fui poeta e cantai [le imprese] di quel giusto figlio di Anchise (=Enea), che da Troia venne in Italia, dopo che la superba citt fu incendia-ta. 76. Ma tu perch ritorni a tanto affanno (=nella selva)? Perch non sali il dilettoso monte, che ini-zio e causa di tanta gioia? . 79. Sei tu quel Virgilio e quella fonte che spande un fiume cos abbondante di parole? gli risposi a fronte bassa per la vergogna. 82. O decoro e luce degli altri poeti, conc dimi il tuo aiuto in nome del lungo studio e del grande amo-re, che mi hanno fatto cercare le tue opere.


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