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Strategie e metodi di integrazione educativa e didattica ...

Strategie e metodi di integrazione educativa e didattica Unit didattica I L integrazione nel sistema scolastico italiano Lezione 1. Diversit ed integrazione L attenzione alla diversit ed alle persone diverse quali persone con diritti e doveri, che esigono rispetto si andata sempre pi affermando negli ultimi cinquant anni. In questa prospettiva la stagione dell attenzione al diverso e ai suoi diritti che si aperta a partire dal secondo dopoguerra ha portato oggi ad una concezione della diversit quale risorsa per tutta la comunit . Parlare di diversit oggi, specialmente all interno del contesti socio-educativi, implica la necessit di prendere in considerazione almeno due dimensioni che spesso sono intrecciate tra loro: la dimensione intersoggettiva e la dimensione culturale.

socializzazione spesso ha prodotto esiti deludenti sul piano dello sviluppo delle abilità cognitive. In questa prospettiva la buona prassi integrativa nel gruppo classe e nella società si realizza alla luce di un equilibrio tra il principio didattico con quello della dell’individualizzazione (Pavone, Tortorello, 2002).

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1 Strategie e metodi di integrazione educativa e didattica Unit didattica I L integrazione nel sistema scolastico italiano Lezione 1. Diversit ed integrazione L attenzione alla diversit ed alle persone diverse quali persone con diritti e doveri, che esigono rispetto si andata sempre pi affermando negli ultimi cinquant anni. In questa prospettiva la stagione dell attenzione al diverso e ai suoi diritti che si aperta a partire dal secondo dopoguerra ha portato oggi ad una concezione della diversit quale risorsa per tutta la comunit . Parlare di diversit oggi, specialmente all interno del contesti socio-educativi, implica la necessit di prendere in considerazione almeno due dimensioni che spesso sono intrecciate tra loro: la dimensione intersoggettiva e la dimensione culturale.

2 La dimensione intersoggettiva si riferisce all ambito della rete formale e informale di relazioni, dove entrano in comunicazione differenti corpi, sensibilit e bisogni, differenti intelligenze, deficit, handicap e talenti. D altro canto la dimensione culturale si riferisce all intreccio pi ampio e anche invisibile di rapporti, sistemi di segni, gestualit , lingua, riti, cerimoniali, usi, costumi, valori che permeano i contesti di appartenenza, condizionando azioni e comportamenti. In questa prospettiva l istruzione e la formazione sono i luoghi principali per l inserimento e l integrazione del diverso nella societ . Nell'opinione corrente pervasiva una visione strettamente scolastica, di natura burocratica e tecnicistica, del concetto di integrazione nell ambito scolastico, inteso quale diritto affermato per alcune categorie di persone di frequentare le scuole comuni.

3 Questa concezione impoverisce fortemente il reale significato del termine integrazione che nel senso pi autentico del termine si riferisce ad un processo per cui due o pi elementi si compenetrano o si compensano reciprocamente: si rendono quindi integri, interi e completi. Il processo di integrazione intrinsecamente intersoggettivo e presuppone che l'essere umano 1non sia completo in s , non sia autosufficiente, ovvero non sia un sistema chiuso, ma si realizzi nel rapporto con gli altri. Pertanto il processo di integrazione non si riferisce al soggetto individuato come svantaggiato o diverso ma all intera comunit . La buona integrazione quella che permette di capire che non stiamo vivendo in presenza di una diversit ma come una realt , e pertanto implica l attivazione di una comunit nella direzione di una modifica del proprio status in favore del diverso.

4 Da un'analisi superficiale, potrebbe sembrare che il sistema d' integrazione scolastica italiano sia di gran lunga migliore rispetto agli altri, e sicuramente esso denota caratteristiche di evoluzione rispetto agli altri paesi, sebbene in concreto in Italia il cammino dell' integrazione sia solo ad una fase iniziale. Se analizziamo le strutture scolastiche sorge lampante agli occhi che la buona integrazione , a pi di venti anni dalla Legge che ne stabiliva l'attuazione, non si ancora completamente realizzata, ad esempio le barriere architettoniche nelle scuole hanno spesso uno stato di provvisoriet tale da far pensare ancora una volta che l integrazione del diverso sia il frutto di un intervento sull urgenza e non una prassi consolidata.

5 Tuttavia fuor di dubbio che una persona disabile avr migliori opportunit laddove esistano oltre che le basi riabilitative, anche dei setting accoglienti, composti da operatori e strutture decisamente qualificate ed in grado di operare al fine dell inserimento sociale. La difficolt istituzionale e sociale, sopra delineata, nel concepire le prassi integrative, si riflette molto spesso anche sul piano della dimensione didattica sotto forma di concezione delle prassi integrative nei termini di prassi di socializzazione. Le scuole, a partire da quelle dell infanzia, sono normalmente frequentate da disabili, questo per non vuol dire che essi siano veramente integrati; in molti casi gli sforzi compiuti per individualizzare l insegnamento si sono rivelati controproducenti sul piano della socializzazione e d altra parte l eccessiva attenzione alla dimensione di socializzazione spesso ha prodotto esiti deludenti sul piano dello sviluppo delle abilit cognitive.

6 In questa prospettiva la buona prassi integrativa nel gruppo classe e nella societ si realizza alla luce di un equilibrio tra il principio didattico con quello della dell individualizzazione (Pavone, Tortorello, 2002). Cominciamo col far chiarezza sui termini individualizzazione e integrazione , oggi cos frequentemente utilizzati e spesso equivocati. L istruzione individualizzata non un istruzione individuale, realizzata semplicemente in un rapporto uno a uno. Essa consiste nell adeguare l insegnamento alle caratteristiche individuali degli alunni (ai loro ritmi di apprendimento, alle loro capacit linguistiche, alle loro modalit di apprendimento 2ed ai loro prerequisiti cognitivi), cercando di conseguire individualmente obiettivi di apprendimento comuni al resto della classe.

7 Bisogna attraversare strade diverse, pi corte, pi lunghe, pi attente ai bisogni di concretezza o pi astratte, ma sempre orientate al raggiungimento di traguardi formativi comuni (Baldacci, 1993). Il dibattito sui piani di studio personalizzati previsti dalle indicazioni delegate al n. 59/04 applicativo della legge 53/03 ha riproposto la questione individualizzazione e/o personalizzazione. La personalizzazione indica la necessit di modificare curricula, obiettivi contenuti e attivit didattica in sintonia con i bisogni propri di ciascuna persona (Resico, 2005). In altri termini, l individualizzazione da sola non basta perch non prende in considerazione una dimensione personale di attitudini, interessi, bisogni, motivazioni, non riconducibile a quella degli altri, e d altra parte la sola personalizzazione si propone come un limite in quanto causa di isolamento dell individuo dal resto della classe.

8 L integrazione dunque nasce e si sviluppa a partire dalla relazione dialettica tra personalizzazione ed individuazione; la persona adattivamente integrata conserva una propria identit diversa dalle altre, pur mantenendo un ruolo nel gruppo. L integrazione dunque un processo in continuo divenire in cui sia il gruppo ricevente sia i nuovi soggetti tendono a cambiamenti atti a consentire loro occasioni di condivisione di comuni conoscenze, di aiuto reciproco, di collaborazione in funzione dello sviluppo di tutte le potenzialit dei singoli soggetti e per lo sviluppo del massimo grado di autonomia di ciascuno. La didattica individualizzata in tal senso propedeutica all integrazione e pertanto non mette i contenuti scolastici al centro del processo di insegnamento-apprendimento ma li riporta al loro giusto ruolo di stimolo percepibile e utilizzabile dall alunno.

9 Il ricorso ad una didattica integrata, in questa accezione, si fa sempre pi urgente se si considera che nella nostra scuola, oggi, accanto agli alunni disabili sono presenti alunni stranieri, alunni deprivati culturalmente, alunni con problemi famigliari (genitori tossicodipendenti, disoccupati, alcoolisti, etc.). L alunno in difficolt diventa una occasione per la scuola per ripensarsi come strumento di successo formativo per tutti e per le discipline di insegnamento per proporsi come mezzo per promuovere la personalit dell allievo in tutte le sue dimensioni 3 Strategie e metodi di integrazione educativa e didattica Unit didattica I L integrazione nel sistema scolastico italiano Lezione 2. Il percorso per l' integrazione nella scuola L integrazione scolastica degli alunni con disabilit costituisce un fiore all occhiello per il sistema educativo.

10 Il sistema educativo in generale e scolastico nello specifico si configura quale comunit accogliente nella quale tutti gli alunni, a prescindere dalle loro diversit funzionali, possano realizzare esperienze di crescita individuale e sociale. La piena inclusione degli alunni con disabilit un obiettivo che la scuola dell autonomia persegue attraverso una intensa e articolata progettualit , valorizzando le professionalit interne e le risorse offerte dal territorio. Tale ottica di integrazione indubbiamente stata favorita dalla legge 517/77 che ha segnato una svolta importante nella cultura pedagogica del nostro Paese, anche con riguardo alle politiche di integrazione scolastica dei disabili. Grazie a questa legge, infatti, la scuola passata da un approccio assistenzialistico nei confronti degli alunni in situazione di handicap ad un approccio di sistema.


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