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Verso un'azienda libera dal fumo - Manuale pratico per il ...

Verso una aziendalibera dal fumoManuale praticoper il controllodel fumo di tabacconegli ambienti di lavoroVerso una aziendalibera dal fumoManuale pratico per ilcontrollo del fumo ditabacco negliambienti di 6-02-2008 17:09 Pagina 1 Verso una azienda libera dal pratico per il controllo del fumo di tabacco negliambienti di cura di: Daniela Marcolina(coordinamento redazionale) ServizioPrevenzione Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro, n. 1 Belluno, VenetoMara Bernardini- Servizio di Prevenzione e Sicurezza negliAmbienti di Lavoro, ASL di Modena, Emilia-RomagnaRosanna Bizzotto- Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezzanegli Ambienti di Lavoro, n. 15 Alta Padovana, Veneto Alessandro Coppo- Gruppo Tecnico Antitabacco,CPO della Regione Piemonte Anna Rita Cupiraggi- Servizio di Prevenzione e Sicurezzanegli Ambienti di Lavoro, ASL di Bologna, Emilia-RomagnaLaura Da Rold Servizio Tossicodipendenze a Alcologia, n.

Verso una azienda libera dal fumo. Manuale pratico per il controllo del fumo di tabacco negli ambienti di lavoro. A cura di: Daniela Marcolina(coordinamento redazionale) Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro,

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1 Verso una aziendalibera dal fumoManuale praticoper il controllodel fumo di tabacconegli ambienti di lavoroVerso una aziendalibera dal fumoManuale pratico per ilcontrollo del fumo ditabacco negliambienti di 6-02-2008 17:09 Pagina 1 Verso una azienda libera dal pratico per il controllo del fumo di tabacco negliambienti di cura di: Daniela Marcolina(coordinamento redazionale) ServizioPrevenzione Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro, n. 1 Belluno, VenetoMara Bernardini- Servizio di Prevenzione e Sicurezza negliAmbienti di Lavoro, ASL di Modena, Emilia-RomagnaRosanna Bizzotto- Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezzanegli Ambienti di Lavoro, n. 15 Alta Padovana, Veneto Alessandro Coppo- Gruppo Tecnico Antitabacco,CPO della Regione Piemonte Anna Rita Cupiraggi- Servizio di Prevenzione e Sicurezzanegli Ambienti di Lavoro, ASL di Bologna, Emilia-RomagnaLaura Da Rold Servizio Tossicodipendenze a Alcologia, n.

2 1 Belluno, VenetoMarco dell Omo Istituto di Medicina del Lavoro eTossicologia, Universit degli Studi di Perugia, UmbriaEugenia D Isep Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezzanegli Ambienti di Lavoro, n. 1 Belluno, VenetoAndrea Dotti - Servizio di Prevenzione e Sicurezza negliAmbienti di Lavoro, ASL Settimo Torinese, PiemonteGiuliana Faccini- Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezzanegli Ambienti di Lavoro, n. 21 Legnago, VenetoMilvia Folegani- Assessorato politiche per la salute,Regione Emilia-RomagnaMaurizio Laezza- Assessorato politiche per la salute,Regione Emilia-RomagnaFederica Michieletto- Servizio Sanit Pubblica e Screening-Direzione Prevenzione-Regione del VenetoStefano Nardini- di Pneumologia Ospedale di VittorioVeneto, Az. ULSS 7 Pieve di Soligo, VenetoAnnarosa Petten - Servizio Sanit Pubblica e Screening-Direzione Prevenzione-Regione del VenetoCristiano Piccinelli- Gruppo Tecnico Antitabacco, CPOdella Regione PiemonteFranco Roscelli- Servizio di Prevenzione e Sicurezza negliAmbienti di Lavoro, ASL di Parma, Emilia-RomagnaGabriella Tosoni - Servizio di Prevenzione Igiene eSicurezza nei Luoghi di Lavoro, ASL di Viterbo, LazioIn collaborazione con:Stampa: Grafiche Battivelli srl - Conegliano (TV)Tiratura: 10000 copieISBN 978-88-901488-2-8 Direzione Prevenzione Regione del VenetoVenezia, dicembre i diritti sono riservati.

3 Possibile riprodurre in toto o in parte il presente manualepurch non a scopo di lucro, citando gli autori erichiedendo preventivamente l'autorizzazione alproprietario dei editoriale afferente al Programma di Prevenzione delle Aziende Sanitarie Locali asostegno della legge 3/2003 finanziato dalCentro nazionale per la prevenzione e il Controllo delleMalattie-CCM del Ministero della Salute e affidato allaRegione del Veneto - Direzione Prevenzione - Servizio Sanit Pubblica e Screening (DGRV. 1912 del 19 luglio 2005).Coordinamento istituzionale: Daniela Galeone, CCM-Ministero della Salute; Antonio Ferro, Servizio Sanit Pubblica e Screening -Direzione Prevenzione - Regione del Veneto. Direzione scientifica: Luca Sbrogi , Elizabeth Tamang. Collaborazione tecnico-scientifica e organizzativa: ValeriaBernardi, Anna Brichese, Elena Ciot, Anna De Lena, DanielaMarcolina, Massimo Marzano, Tiziana Menegon, FedericaMichieletto, Lorella Padoin, Annarosa Petten , BernardettaRosolen, Laura Tagliapietra, Simone 6-02-2008 17:09 Pagina 2 INDICEPRESENTAZIONE PREFAZIONEPREMESSAINTRODUZIONECAPITOLO 1Il fumo di tabacco negli ambientidi lavoro.

4 Aspetti epidemiologici problema sociale e sanitario delfumo di La impatto impatto economico e fumo di tabacco e l ambiente di quadro giuridici del divieto di fumo nei luoghi di lavoro e doveri dei del datore di lavoro Schede fumo di tabacco e i suoi del fumo di tabaccosulla interazione fra il fumo di tabacco e ifattori di rischio professionaliCAPITOLO 2 Definizione di una politica aziendaleper il controllo del fumo di finalit della politica aziendale contenuti della politica aziendale vantaggi della politica aziendale sviluppare la politica aziendale il gruppo la situazione esistente in tra il divieto assolutoo parziale (locali per fumatori) gli obiettivi e il piano d il la politica aziendale programmi per smettere di l attuazione del progetto e valutare i risultati Dubbi e quesitiSchede ruolo dei componenti del gruppoaziendale di I livello:il rispetto della legge di II livello.

5 Il rispetto della legge e la promozione della domande pi frequenti esempi di progetti di attuazione di politiche per il controllo del fumo di tabacco in un azienda della Regione Emilia-Romagna e della Regione Piemonte per la rilevazionedel fumo in di regolamento per il medico competente sulla applicazione dellenorme sul divieto di di cartelli tecnici dei locali per fumatori, dei relativi impiantidi ventilazione e di ricambio d ariae dei modelli dei cartelli connessi al divieto del fumo(allegato al DPCM ) dei Coordinatori Regionali e dei Referenti per i programmi di prevenzione dal tabagismo per gli ambienti di lavoro 6-02-2008 17:09 Pagina 6-02-2008 17:09 Pagina 4 PRESENTAZIONEL Organizzazione Mondiale della Sanit definisce il fumo di tabacco come la pi grande minaccia perla salute nella Regione Europea e promuove da anni varie strategie per contrastare il fenomeno deltabagismo e implementare stili di vita sani.

6 Un azione coordinata per una Europa senza fumo una delle priorit politiche della CommissioneEuropea nei settori della sanit , dell ambiente, del lavoro e della Programma Guadagnare Salute: rendere facili le scelte salutari promosso dal Ministero dellaSalute ed approvato con DPCM del 4 maggio 2007, punta sull importanza di azioni atte a rendere facilile scelte salutari nella popolazione in relazione ai quattro principali fattori di rischio per la salute(fumo, alcol, scorretta alimentazione e inattivit fisica). Quando si parla di fumo si deve considerare anche l importanza dell esposizione al fumo passivo,causa sicura di malattie tumorali, cardiovascolari e strategie di prevenzione del tabagismo non possono, pertanto, escludere interventi di prevenzionenei luoghi di lavoro che costituiscono un ambito particolarmente favorevole ad azioni di promozionedella salute.

7 La maggior parte della popolazione adulta, infatti, trascorre gran parte della propriagiornata al lavoro; nelle comunit lavorative, inoltre, le persone imparano a responsabilizzarsirispetto agli altri, favorendo la realizzazione personale e la partecipazione sociale; l acquisizione diconoscenze e i cambiamenti negli stili di vita dei lavoratori si ripercuotono, infine, favorevolmentenella vita familiare e sociale, moltiplicando i benefici delle azioni intraprese. L attuale normativa di tutela dal fumo passivo, nello stimolare il senso di responsabilit Verso la salutedi chi ci accanto, da un lato agisce sulle abitudini personali a fumare, dall altro forniscel opportunit di contrastare il pi diffuso e pericoloso fattore di rischio per la salute umana,rafforzando gli interventi di promozione della salute. In questa duplice prospettiva, questo Manuale si propone come valido supporto per il datore di lavoroche vuole essere in regola con le norme sul divieto del fumo e sulla sicurezza sul lavoro, ma desideraanche adoperarsi per migliorare il benessere e i rapporti fra i propri dipendenti; si rivolge soprattuttoa quelle aziende che finora non erano state coinvolte dalle leggi sul divieto del fumo (luoghi di lavoroprivati) e che oggi si trovano ad affrontare le legittime richieste dei lavoratori non fumatori e lelamentele dei fumatori.

8 Il volume intende rappresentare, inoltre, un utile strumento di lavoro per gli operatori dei Servizi deiDipartimenti di Prevenzione delle ASL che devono, da un lato, svolgere l attivit di vigilanzasull applicazione della normativa in materia di sicurezza sul lavoro e monitorare l applicazione deldivieto di fumo, e, dall altro, devono essere in grado di proporre e favorire l avvio di programmi dipromozione della salute. Il Ministro della SaluteLivia 6-02-2008 17:09 Pagina 6-02-2008 17:09 Pagina 67 PREFAZIONEIl Centro nazionale per la prevenzione e il Controllo delle Malattie - CCM ha tra i propri obiettivi, ilcontrasto di emergenze sanitarie e la prevenzione anche attraverso la promozione di stili di vita. In questi campi, il CCM chiamato ad attivare sistemi di sorveglianza, piani di risposta, progetti diintervento.

9 Le politiche di prevenzione del tabagismo si inseriscono nell ambito della promozione di stili di vitasani. Il CCM , infatti, impegnato a sostenere il sistema sanitario e il Paese nell applicazione deldivieto di fumo e nelle azioni di contrasto al fumo. stata cos definita la Strategia nazionale per laprevenzione dei danni del fumo , che rileva la necessit di un approccio globale al problema e dicooperazione e coordinamento tra tutte le istituzioni, amministrazioni ed enti coinvolti. L obiettivofinale quello di ridurre il carico di morte e malattie correlate al fumo attraverso lo sviluppo diazioni a tre livelli: proteggere i non fumatori, prevenire l iniziazione al fumo nei non fumatori efavorire la disassuefazione nei fumatori attivi. Per il raggiungimento di tali obiettivi, il CCM si avvale della collaborazione delle Regioni.

10 Inparticolare, la Regione Emilia Romagna coordina un Piano nazionale di formazione sul tabagismorivolto a pianificatori regionali ed operatori pubblici e del privato sociale , mentre la Regione delVeneto stata individuata come partner istituzionale per l attuazione di un Programma diprevenzione delle Aziende Sanitarie Locali a sostegno della Legge 3/2003 .Tale progetto prevede, tra l altro, il monitoraggio degli effetti della legge 3/2003 nei luoghi di lavoropubblici e privati e la predisposizione di linee guida operative per l'appropriata applicazione dellanormativa in chiave di promozione della salute . Le attuali politiche di prevenzione nei luoghi dilavoro delle Regioni, accanto all azione di controllo, valorizzano, infatti, la promozione della salutecome strumento strategico innovativo per favorire la creazione e il mantenimento di ambienti dilavoro sani e che stimolino stili di vita sani.


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