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Vita Nova - Letteratura Italiana

Letteratura Italiana EinaudiVita Novadi Dante AlighieriEdizione di riferimento:a cura di M. Barbi,Bemporad, Firenze 1932 Letteratura Italiana EinaudiI1II1 III2IV4V5VI6 VII6 VIII7IX9X11XI11 XII12 XII15 XIV17XV20 XVI21 XVII23 XVIII23 XIX24XX28 XXI29 XXII31 XXIII33 XXIV39 XXV41 XXVI43 XXVII46 XXVIII46 XXIX47 XXX48 SommarioLetteratura Italiana EinaudiXXXI49 XXXII52 XXXIII53 XXXIV54 XXXV56 XXXVI57 XXXVII57 XXXVIII59 XXXIX60XL62 XLI64 XLII65 SommarioivLetteratura Italiana Einaudi1 Letteratura Italiana EinaudiI. In quella parte del libro de la mia memoria dinanzia la quale poco si potrebbe leggere, si trova una rubricala quale dice: Incipit vita nova . Sotto la quale rubricaio trovo scritte le parole le quali mio intendimentod assemplare in questo libello; e se non tutte, almeno laloro [I] Nove fiate gi appresso lo mio nascimento eratornato lo cielo de la luce quasi a uno medesimo punto,quanto a la sua propria girazione, quando a li miei occhiapparve prima la gloriosa donna de la mia mente, laquale fu chiamata da molti Beatrice li quali non sapeanoche si chiamare.

mezzo era stata ne la linea retta che movea da la gentilis-sima Beatrice e terminava ne li occhi miei. Allora mi confortai molto, assicurandomi che lo mio secreto non era comunicato lo giorno altrui per mia vista. E mante-nente pensai di fare di questa gentile donna schermo de la veritade; e tanto ne mostrai in poco tempo, che lo mio

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1 Letteratura Italiana EinaudiVita Novadi Dante AlighieriEdizione di riferimento:a cura di M. Barbi,Bemporad, Firenze 1932 Letteratura Italiana EinaudiI1II1 III2IV4V5VI6 VII6 VIII7IX9X11XI11 XII12 XII15 XIV17XV20 XVI21 XVII23 XVIII23 XIX24XX28 XXI29 XXII31 XXIII33 XXIV39 XXV41 XXVI43 XXVII46 XXVIII46 XXIX47 XXX48 SommarioLetteratura Italiana EinaudiXXXI49 XXXII52 XXXIII53 XXXIV54 XXXV56 XXXVI57 XXXVII57 XXXVIII59 XXXIX60XL62 XLI64 XLII65 SommarioivLetteratura Italiana Einaudi1 Letteratura Italiana EinaudiI. In quella parte del libro de la mia memoria dinanzia la quale poco si potrebbe leggere, si trova una rubricala quale dice: Incipit vita nova . Sotto la quale rubricaio trovo scritte le parole le quali mio intendimentod assemplare in questo libello; e se non tutte, almeno laloro [I] Nove fiate gi appresso lo mio nascimento eratornato lo cielo de la luce quasi a uno medesimo punto,quanto a la sua propria girazione, quando a li miei occhiapparve prima la gloriosa donna de la mia mente, laquale fu chiamata da molti Beatrice li quali non sapeanoche si chiamare.

2 Ella era in questa vita gi stata tanto,che ne lo suo tempo lo cielo stellato era mosso verso laparte d oriente de le dodici parti l una d un grado, s chequasi dal principio del suo anno nono apparve a me, edio la vidi quasi da la fine del mio nono. Apparve vestitadi nobilissimo colore, umile e onesto, sanguigno, cinta eornata a la guisa che a la sua giovanissima etade si con-venia. In quello punto dico veracemente che lo spiritode la vita, lo quale dimora ne la secretissima camera delo cuore, cominci a tremare s fortemente, che appariane li menimi polsi orribilmente; e tremando disse questeparole: Ecce deus fortior me, qui veniens dominabiturmichi . In quello punto lo spirito animale, lo quale di-mora ne l alta camera ne la quale tutti li spiriti sensitiviportano le loro percezioni, si cominci a maravigliaremolto, e parlando spezialmente a li spiriti del viso, s dis-se queste parole: Apparuit iam beatitudo vestra.

3 Inquello punto lo spirito naturale, lo quale dimora in quel-la parte ove si ministra lo nutrimento nostro, cominci apiangere, e piangendo disse queste parole: Heu miser,quia frequenter impeditus ero deinceps! . D allora in-nanzi dico che Amore segnoreggi la mia anima, la qua-le fu s tosto a lui disponsata, e cominci a prendere so-pra me tanta sicurtade e tanta signoria per la vert che liDante Alighieri - Vita nuovadava la mia imaginazione, che me convenia fare tutti lisuoi piaceri compiutamente. Elli mi comandava moltevolte che io cercasse per vedere questa angiola giovanis-sima; onde io ne la mia puerizia molte volte l andai cer-cando, e vedeala di s nobili e laudabili portamenti, checerto di lei si potea dire quella parola del poeta Omero: Ella non parea figliuola d uomo mortale, ma di deo.

4 Eavvegna che la sua imagine, la quale continuatamentemeco stava, fosse baldanza d Amore a segnoreggiare me,tuttavia era di s nobilissima vert , che nulla volta soffer-se che Amore mi reggesse sanza lo fedele consiglio de laragione in quelle cose l ove cotale consiglio fosse utile audire. E per che soprastare a le passioni e atti di tantagioventudine para alcuno parlare faboluso, mi partir da esse; e trapassando molte cose le quali si potrebberotrarre de l essemplo onde nascono queste, verr a quelleparole le quali sono scritte ne la mia memoria sotto mag-giori [II] Poi che furono passati tanti die, che appuntoerano compiuti li nove anni appresso l apparimento so-prascritto di questa gentilissima, ne l ultimo di questi dieavvenne che questa mirabile donna apparve a me vestitadi colore bianchissimo, in mezzo a due gentili donne, lequali erano di pi lunga etade.

5 E passando per una via,volse li occhi verso quella parte ov io era molto pauroso,e per la sua ineffabile cortesia, la quale oggi meritatanel grande secolo, mi salutoe molto virtuosamente, tantoche me parve allora vedere tutti li termini de la beatitudi-ne. L ora che lo suo dolcissimo salutare mi giunse, erafermamente nona di quello giorno; e per che quella fula prima volta che le sue parole si mossero per venire a limiei orecchi, presi tanta dolcezza, che come inebriato mipartio da le genti, e ricorsi a lo solingo luogo d una miacamera, e puosimi a pensare di questa cortesissima. [III]E pensando di lei, mi sopragiunse uno soave sonno, ne lo2 Letteratura Italiana Einaudiquale m apparve una maravigliosa visione: che me pareavedere ne la mia camera una nebula di colore di fuoco,dentro a la quale io discernea una figura d uno segnoredi pauroso aspetto a chi la guardasse; e pareami con tan-ta letizia, quanto a s , che mirabile cosa era; e ne le sueparole dicea molte cose, le quali io non intendea se nonpoche; tra le quali intendea queste: Ego dominus tuus.

6 Ne le sue braccia mi parea vedere una persona dormirenuda, salvo che involta mi parea in uno drappo sangui-gno leggermente; la quale io riguardando molto intenti-vamente, conobbi ch era la donna de la salute, la qualem avea lo giorno dinanzi degnato di salutare. E ne l unade le mani mi parea che questi tenesse una cosa la qualeardesse tutta, e pareami che mi dicesse queste parole: Vide cor tuum . E quando elli era stato alquanto, pa-reami che disvegliasse questa che dormia; e tanto si sfor-zava per suo ingegno, che le facea mangiare questa cosache in mano li ardea, la quale ella mangiava dubitosa-mente. Appresso ci poco dimorava che la sua letizia siconvertia in amarissimo pianto; e cos piangendo, si rico-gliea questa donna ne le sue braccia, e con essa mi pareache si ne gisse verso lo cielo; onde io sostenea s grandeangoscia, che lo mio deboletto sonno non poteo sostene-re, anzi si ruppe e fui disvegliato.

7 E mantenente comin-ciai a pensare, e trovai che l ora ne la quale m era questavisione apparita, era la quarta de la notte stata; s che ap-pare manifestamente ch ella fue la prima ora de le noveultime ore de la notte. Pensando io a ci che m era appa-ruto, propuosi di farlo sentire a molti li quali erano famo-si trovatori in quello tempo: e con ci fosse cosa che ioavesse gi veduto per me medesimo l arte del dire paroleper rima, propuosi di fare uno sonetto, ne lo quale io sa-lutasse tutti li fedeli d Amore; e pregandoli che giudicas-sero la mia visione, scrissi a loro ci che io aveva nel miosonno veduto. E cominciai allora questo sonetto, lo qua-le comincia: A ciascun alma presa .Dante Alighieri - Vita nuova3 Letteratura Italiana EinaudiDante Alighieri - Vita nuovaA ciascun alma presa e gentil corenel cui cospetto ven lo dir presente,in ci che mi rescrivan suo parvente,salute in lor segnor, cio eran quasi che atterzate l oredel tempo che onne s tella n lucente,quando m apparve Amor subitamente,cui essenza membrar mi d mi sembrava Amor tenendomeo core in mano, e ne le braccia aveamadonna involta in un drappo la svegliava, e d esto core ardendolei paventosa umilmente pascea:appresso gir lo ne vedea sonetto si divide in due parti; che ne la primaparte saluto e domando risponsione, ne la seconda signi-fico a che si dee rispondere.

8 La seconda parte cominciaquivi: Gi eran .A questo sonetto fue risposto da molti e di diversesentenzie; tra li quali fue risponditore quelli cui io chia-mo primo de li miei amici, e disse allora uno sonetto, loquale comincia: Vedeste, al mio parere, onne valore .E questo fue quasi lo principio de l amist tra lui e me,quando elli seppe che io era quelli che li avea ci man-dato. Lo verace giudicio del detto sogno non fue vedutoallora per alcuno, ma ora manifestissimo a li pi Da questa visione innanzi cominci lo mio spiritonaturale ad essere impedito ne la sua operazione, per che l anima era tutta data nel pensare di questa gentilis-sima; onde io divenni in picciolo tempo poi di s fraile e4 Letteratura Italiana Einaudidebole condizione, che a molti amici pesava de la mia vi-sta; e molti pieni d invidia gi si procacciavano di saperedi me quello che io volea del tutto celare ad altrui.

9 Edio, accorgendomi del malvagio domandare che mi facea-no, per la volontade d Amore, lo quale mi comandavasecondo lo consiglio de la ragione, rispondea loro cheAmore era quelli che cos m avea governato. Dicead Amore, per che io portava nel viso tante de le sue in-segne, che questo non si potea ricovrire. E quando midomandavano Per cui t ha cos distrutto questo Amo-re? , ed io sorridendo li guardava, e nulla dicea Uno giorno avvenne che questa gentilissima sedeain parte ove s udiano parole de la regina de la gloria, edio era in luogo dal quale vedea la mia beatitudine; e nelmezzo di lei e di me per la retta linea sedea una gentiledonna di molto piacevole aspetto, la quale mi miravaspesse volte, maravigliandosi del mio sguardare, che pa-rea che sopra lei terminasse. Onde molti s accorsero delo suo mirare; e in tanto vi fue posto mente, che, parten-domi da questo luogo, mi sentio dicere appresso di me: Vedi come cotale donna distrugge la persona di co-stui ; e nominandola, io intesi che dicea di colei chemezzo era stata ne la linea retta che movea da la gentilis-sima Beatrice e terminava ne li occhi miei.

10 Allora miconfortai molto, assicurandomi che lo mio secreto nonera comunicato lo giorno altrui per mia vista. E mante-nente pensai di fare di questa gentile donna schermo dela veritade; e tanto ne mostrai in poco tempo, che lo miosecreto fue creduto sapere da le pi persone che di meragionavano. Con questa donna mi celai alquanti anni emesi; e per pi fare credente altrui, feci per lei certe co-sette per rima, le quali non mio intendimento di scri-vere qui, se non in quanto facesse a trattare di quellagentilissima Beatrice; e per le lascer tutte, salvo chealcuna cosa ne scriver che pare che sia loda di Alighieri - Vita nuova5 Letteratura Italiana EinaudiDante Alighieri - Vita nuovaVI. Dico che in questo tempo che questa donna eraschermo di tanto amore, quanto da la mia parte, s mivenne una volontade di volere ricordare lo nome diquella gentilissima ed accompagnarlo di molti nomi didonne, e spezialmente del nome di questa gentile don-na.