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12. LO SCAMBIO TERMICO PER CONVEZIONE

IUAV Corsi di Fisica Tecnica 2000-2001 M. Vio, P. Romagnoni, F. Peron2112. LO SCAMBIO TERMICO PER IntroduzioneUna seconda modalit di trasmissione del calore, detta CONVEZIONE termica, ha luogo quandoalmeno uno dei due corpi che si scambiano calore un fluido. Condizione necessaria perch il fenomeno avvenga che il fluido sia posto, o possa porsi, in moto relativo rispetto all altrocorpo con cui scambia la CONVEZIONE pu avvenire tra un solido ed un liquido, tra un solido ed un aeriforme,tra un liquido ed un aeriforme, ma anche tra due liquidi generale si pu affermare che la CONVEZIONE avviene in seno al fluido in uno spaziolimitato che ha inizio all interfaccia tra il fluido e l altro corpo e fine ad una distanza chedipende dal caso in esame, ma che comunque alquanto moto relativo del fluido pu avere cause differenti.

Si riporta un esempio tratto dal testo Principi di trasmissione del calore, di F. Kreith riguardante la differenza tra il regime di moto laminare e turbolento. Per rappresentarsi il moto laminare si possono paragonare le particelle di fluido a soldati che marciano in una parata militare. I filetti

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1 IUAV Corsi di Fisica Tecnica 2000-2001 M. Vio, P. Romagnoni, F. Peron2112. LO SCAMBIO TERMICO PER IntroduzioneUna seconda modalit di trasmissione del calore, detta CONVEZIONE termica, ha luogo quandoalmeno uno dei due corpi che si scambiano calore un fluido. Condizione necessaria perch il fenomeno avvenga che il fluido sia posto, o possa porsi, in moto relativo rispetto all altrocorpo con cui scambia la CONVEZIONE pu avvenire tra un solido ed un liquido, tra un solido ed un aeriforme,tra un liquido ed un aeriforme, ma anche tra due liquidi generale si pu affermare che la CONVEZIONE avviene in seno al fluido in uno spaziolimitato che ha inizio all interfaccia tra il fluido e l altro corpo e fine ad una distanza chedipende dal caso in esame, ma che comunque alquanto moto relativo del fluido pu avere cause differenti.

2 Pu , ad esempio, essere dovuto adispositivi meccanici (ventilatori, pompe ecc.) o a fenomeni naturali (vento, correnti marineecc.) che impongono al fluido una certa velocit . La CONVEZIONE viene allora detta invece il moto generato proprio dallo SCAMBIO TERMICO in corso, il quale, per il fattodi modificare le caratteristiche termodinamiche del fluido ed in particolare la sua densit ,origina uno spostamento di massa; dato che volumi di fluido con pi bassa densit tendono asalire richiamando al loro posto volumi di fluido con densit maggiore. La CONVEZIONE vieneallora detta naturale o distinzione tra i due tipi di CONVEZIONE non netta e spesso nelle situazioni reali essicoesistono.

3 Si tratta di due situazioni estreme cui spesso utile ricondurre i fenomeni realiper ottenere semplificazioni CONVEZIONE le modalit microscopiche di trasmissione dell energia sono le medesimeche nel caso della conduzione. La sostanziale differenza sta nel fatto che, essendo il fluido inmoto, al trasporto di energia dovuto alle interazioni molecolari si somma il moto di materiache veicola tale energia nello spazio e nel tempo. Se il fluido restasse fermo il meccanismodi trasmissione del calore al suo interno sarebbe quello di conduzione e l energia sitrasmetterebbe tra le particelle senza moto macroscopico di effetti della trasmissione di calore e quelli del moto del fluido sono intimamente congiuntinel veicolare l energia all interno del fluido, si accenner nel prossimo paragrafo brevementealle propriet dei fluidi reali e alle leggi che ne governano il moto.

4 Ci si occuper poi inmaniera pi approfondita dello SCAMBIO convettivo tra la superficie di un solido ed un fluido,caso di notevole importanza nelle applicazioni Alcuni cenni al moto dei fluidiIn base alla rappresentazione particellare della materia, possibile associare ad ogniparticella di un fluido in moto una velocit w. Poich la velocit una grandezza vettoriale, la22regione dello spazio in cui si svolge il moto del fluido definita attraverso un campo vettorialedetto campo di velocit w(x,y,z). E evidente che la velocit sar funzione solo delle trecoordinate x,y,z quando il moto del fluido di tipo stazionario o permanente, ovvero costantenel tempo.

5 In caso di moto non stazionario, invece, la velocit sar una funzione anche deltempo: w(x,y,z, ).E importante ricordare come il moto di un fluido possa avvenire secondo due modalit differenti in corrispondenza delle quali i regimi di flusso vanno rispettivamente sotto il nomedi regime laminare e regime turbolento. Nel regime di moto laminare, il fluido procede inmodo ordinato e regolare: le linee di flusso (filetti fluidi), che corrispondono alle traiettoriedelle sue particelle, sono parallele tra loro. Di conseguenza non si ha mescolamento tra partidiverse del sistema fluido in moto. E possibile definire per le diverse grandezze fisiche inogni punto del fluido e per ogni istante di tempo un ben determinato valore numerico.

6 Ingenere l ordine viene dettato da una superficie solida che organizza nelle sue vicinanze ilmoto delle molecole fluide. Diversamente, nel caso di moto turbolento, le traiettorie delfluido sono tortuose e complesse con continui processi di mescolamento in seno allacorrente tra masse di fluido di zone differenti. Sono proprio le distorsioni nelle linee di flussoche, se si amplificano, provocano il formarsi di un regime di moto pi caotico e casuale in cuile grandezze fisiche locali variano nel tempo e nello spazio senza seguire leggi riporta un esempio tratto dal testo Principi di trasmissione del calore, di F. kreith riguardantela differenza tra il regime di moto laminare e turbolento.

7 Per rappresentarsi il moto laminare sipossono paragonare le particelle di fluido a soldati che marciano in una parata militare. I filettifluidi sono allora rappresentati dalle file ordinate di soldati che marciano regolarmente, paralleletra loro, lungo il percorso: quando il percorso piega lungo un angolo piegano pure le file disoldati mantenendo tuttavia l ordine e la regolarit che le moto turbolento si pu invece paragonare ad una folla in movimento in una stazione dellametropolitana. La tendenza generale quella di andare dall ingresso ai treni ma a tale tendenzasi sovrappongono le deviazioni dei singoli viaggiatori dovute alla loro diversa velocit e alla loroindividuale abilit di superare le persone pi caso di moto turbolento se si riportasse su un grafico in funzione del tempo il valoreistantaneo in un punto di una propriet fisica P, si otterrebbe un andamento simile a quello difigura La suddetta propriet potrebbe essere ottenuta come somma di un valore mediotemporale P e di una componente fluttuante P'.

8 La media deve essere effettuata in unperiodo temporale sufficientemente ampio rispetto al periodo delle oscillazioni di P. Inoltre,detto T il periodo di tempo esaminato, si ottiene: dPTPT =01( )In questo modo il valore istantaneo di ciascuna grandezza risulta essere definito dallarelazione:P = P+ P'( )IUAV Corsi di Fisica Tecnica 2000-2001 M. Vio, P. Romagnoni, F. Peron23 Figura Variazione della propriet P in regime turbolentoUn semplice modello attribuisce il trasporto del momento, del calore e della massa in unostrato turbolento al moto di vortici: a causa della presenza di tale moto il trasporto di massa,momento e calore aumenta omogeneizzando le condizioni del si considera ad esempio il moto di un fluido dentro una tubazione ( ) l'effetto delcontributo turbolento rende i profili di velocit e temperatura pi uniformi.

9 Il gradiente divelocit (ed il valore dello sforzo tangenziale ) nella zona vicina alla superficie molto pi elevato nel caso turbolento che in quello laminare: i gradienti pi elevati rendono pi consistente lo SCAMBIO TERMICO vicino alla Profili di velocit e temperatura in una configurazione di moto turbolento pertanto maggiormente desiderabile in applicazioniingegneristiche. Tuttavia l'aumento dello sforzo tangenziale richiede un aumento dellapotenza richiesta per le pompe o i instaurarsi dell uno o dell altro regime legato alla particolare condizione del sistema inesame ossia alle propriet del fluido, densit , viscosit , al valore della velocit w, allarugosit della superficie con cui il fluido a contatto, alle caratteristiche geometriche delsistema considerato attraverso una dimensione caratteristica d.

10 In altri termini il formarsidella turbolenza vincolato al rapporto tra forze di inerzia e forze viscose (o di attrito): sequesto a favore delle prime, il regime di moto che si instaura ogni caso il regime di moto pu essere individuato da un parametro adimensionale chetiene conto di tutte queste grandezze e che corrisponde proprio al rapporto tra forze diinerzia e forze viscose ossia dal numero di Reynolds: dw=Re( )In linea generale alti valori di Re corrispondono a moto turbolento, mentre bassi valori delnumero di Reynolds descrivono moto laminare. E possibile poi che in punti diversi di unfluido in moto si abbiano regimi di moto differenti.


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