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L’analisi comportamentale applicata

L'analisi comportamentale applicata Seconda parte: metodi e procedure Paolo Moderato e Cristina Copelli Universit IULM. IESCUM. Sommario In questo articolo, che costituisce la seconda parte di un lavoro dedicato all'analisi comportamentale applicata la cui prima parte stata pubblicata sul numero di ottobre 2010 della rivista , sono affrontati gli aspetti procedurali applicativi dell'analisi comportamentale . Dopo avere analizzato brevemente i paradigmi dell'analisi del comportamento, sono discussi i vari principi che da queste ricerche sono stati distillati e che stanno alla base dei pro- cessi individuali di apprendimento: rinforzo, generalizzazione, discrimi- nazione, estinzione, ecc. possibile agire sul comportamento solo se si conoscono bene i principi di base dell'analisi del comportamento, che a sua volta si traducono in procedure applicative individualizzate per potenziare, arricchire, modificare un comportamento.

P. Moderato e C. Copelli – L’analisi comportamentale applicata 193 processi e le operazioni sperimentali per studiarli. Ad esempio, termini come «estinzione» e «rinforzo» indicano sia un processo dell’apprendimento, sia

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1 L'analisi comportamentale applicata Seconda parte: metodi e procedure Paolo Moderato e Cristina Copelli Universit IULM. IESCUM. Sommario In questo articolo, che costituisce la seconda parte di un lavoro dedicato all'analisi comportamentale applicata la cui prima parte stata pubblicata sul numero di ottobre 2010 della rivista , sono affrontati gli aspetti procedurali applicativi dell'analisi comportamentale . Dopo avere analizzato brevemente i paradigmi dell'analisi del comportamento, sono discussi i vari principi che da queste ricerche sono stati distillati e che stanno alla base dei pro- cessi individuali di apprendimento: rinforzo, generalizzazione, discrimi- nazione, estinzione, ecc. possibile agire sul comportamento solo se si conoscono bene i principi di base dell'analisi del comportamento, che a sua volta si traducono in procedure applicative individualizzate per potenziare, arricchire, modificare un comportamento.

2 Viene messa in evidenza una linea di sviluppo che consiste nel passaggio da interventi pi strutturati a interventi pi ecologici . Edizioni Erickson Trento AUTISMO e disturbi dello sviluppo Vol. 8, n. 2, maggio 2010 (pp. 191-233) 191. AUTISMO e disturbi dello sviluppo Vol. 8, n. 2, maggio 2010. Per capire a fondo metodi e procedure dell'Analisi comportamentale applicata (Applied Behaviour Analysis/ABA) necessario fare riferimento ad alcuni processi generali di base che sono il frutto della ricerca speri- mentale della psicologia nel corso del Novecento, in modo particolare di tutte le ricerche che hanno indagato il processo di apprendimento e le molteplici variabili che lo influenzano. Ci riferiamo ai paradigmi di analisi del comportamento rispondente, operante, per imitazione, modellamen- to e comportamento governato da regole o comportamento controllato verbalmente.

3 Per una migliore e corretta comprensione dell'ABA necessario analiz- zare in dettaglio i vari principi che da queste ricerche sono stati distillati . e stanno alla base dei processi individuali di apprendimento: rinforzo, generalizzazione, discriminazione, estinzione, ecc. possibile agire sul comportamento solo se si conoscono bene i principi di base dell'analisi del comportamento, che a sua volta si traducono in procedure indivi- dualizzate per potenziare, arricchire, modificare o ridurre un comporta- mento. Valore sociale, rigore metodologico, creativit e flessibilit sono gli elementi essenziali che devono guidare verso la scelta dell'intervento migliore per la persona. Paradigmi, processi, principi e procedure L'apprendimento un processo unitario che consente la tesaurizzazione dell'esperienza. Non esistono diversi tipi di apprendimento, ma vi sono differenti modi per studiarlo.

4 Questi modi sono chiamati paradigmi e il loro comune denominatore stato, e sar , quello di produrre specifiche modificazioni del comportamento in funzione di diverse classi di variabili. All'interno di ogni paradigma vengono studiati alcuni fenomeni dell'ap- prendimento: pi precisamente si studiano i processi dell'apprendimento compiendo alcune operazioni sperimentali. La caratteristica del metodo sperimentale quella di formulare e testare le ipotesi. Si raggiungono, provvisoriamente, alcune conclusioni manipolando sistematicamente le variabili indipendenti e osservandone gli effetti sulle variabili dipendenti: le prime, come abbiamo visto, per convenzione le chiamiamo stimoli, le seconde risposte; si manipolano sistematicamente gli stimoli per studiarne l'effetto sulle risposte. Le manipolazioni dello sperimentatore in laboratorio costituiscono le operazioni, quelli che si cerca di studiare nel comportamento dei singoli soggetti rappresentano i processi.

5 Questa distinzione molto importante per comprendere il rapporto tra il lavoro di ricerca svolto in laboratorio e la realt della vita quotidiana, in altre parole tra l'apprendimento provocato a fini di studio in una situazione semplificata e controllata e l'apprendimento complesso e sfuggente della vita naturale. Sfortunatamente questa distinzione non risulta sempre immediata- mente chiara: alcuni termini sono usati per indicare contemporaneamente i 192. P. Moderato e C. Copelli L'analisi comportamentale applicata processi e le operazioni sperimentali per studiarli. Ad esempio, termini come estinzione e rinforzo indicano sia un processo dell'apprendimento, sia un principio, sia un'operazione condotta dallo sperimentatore. importante sottolineare che i processi esisterebbero in ogni caso, indipendentemente dalle operazioni sperimentali: queste ultime servono solo per studiarli age- volmente in modo scientificamente corretto.

6 L'obiettivo, galileianamente parlando, quello di dimostrare relazioni funzionali, coerenti e sufficientemente stabili e generali tra i comportamenti e vari classi di eventi ambientali. Attraverso centinaia di esperimenti Pavlov, Skinner, Bandura e innumerevoli altri ricercatori hanno scoperto e verifi- cato i principi basilari del comportamento che continuano a essere la base empirica dell'analisi del comportamento anche ai giorni nostri. I principi descrivono una relazione funzionale tra il comportamento e una o pi variabili che lo influenzano. Tale relazione, almeno in linea teorica, dovrebbe essere generalizzabile a tutti gli organismi, i contesti e i compor- tamenti (Cooper, Heron e Heward, 2007). Nell'analisi del comportamento sono stati enucleati diversi principi di base: i pi importanti sono il rinforzo, l'estinzione, la punizione, il transfer di funzione, l'equivalenza funzionale, la discriminazione, la generalizzazione e l'imitazione.

7 L'analisi comportamentale applicata , che come abbiamo visto nella pri- ma parte di questo articolo ha la finalit dichiarata di capire e migliorare comportamenti umani socialmente significativi, sviluppa dai principi le procedure, intese come applicazioni che hanno l'obiettivo di modificare il comportamento desiderato. Le procedure sono a loro volta verificate attra- verso la ricerca e posseggono anch'esse la caratteristica di generalizzabilit . attraverso soggetti, contesti e comportamenti. L'importanza di ricondurre ogni procedura utilizzata nell'analisi comportamentale applicata ai principi base si pu ritrovare nell'articolo fondativo di Baer, Wolf e Risley (1968), in cui gli autori sostengono che l'analisi comportamentale applicata probabilmente avanzerebbe maggiormente se le descrizioni delle procedure pubblicate non venissero considerate solo tecnologia, ma anche aspetti fondamentali dei principi.

8 In entrambi i casi, la descrizione delle procedure fondamentale per garantire la replicabilit e mostra come procedure simili possono essere derivate da principi di base. Questo costituisce il corpo della tecnologia di una disciplina e non una raccolta di magie. Cooper et al. (2007) definiscono una procedura anche come behavioral change tactic: in generale, le procedure sono un metodo per operazionaliz- zare, o mettere in pratica, le conoscenze fornite da uno o pi principi del comportamento. Le procedure e la loro corretta definizione permettono una loro applicazione sistematica in situazioni nuove e costituiscono la dimensione tecnologica dell'analisi del comportamento. Baer, Wolf e Risley (1968) sostengono che il modo migliore per valutare la descrizione di una procedura sia probabilmente quello di chiedere a un lettore esperto di repli- care la procedura abbastanza bene da produrre gli stessi risultati, basandosi solo sulla lettura della descrizione.

9 193. AUTISMO e disturbi dello sviluppo Vol. 8, n. 2, maggio 2010. Paradigmi sperimentali Condizionamento rispondente Ivan P. Pavlov (1849-1936) ha messo a punto il paradigma sperimentale per lo studio dell'apprendimento noto come condizionamento classico, rispondente o pavloviano. Per un'analisi dettagliata del condizionamento rispondente si rimanda al libro Interazioni umane (Moderato, 2010). Ridotta all'osso, al fine di comprendere alcune procedure applicative coinvolte nel processo di transfer funzionale dello stimolo, viene presentata la sequenza delle operazioni che portano al condizionamento. Quattro sono gli elementi di base che compongono il quadro dell'espe- rimento pavloviano (vedi figura 1): 1. uno stimolo incondizionale (SI), sempre in grado di provocare una risposta specifica da parte dell'organismo;. 2. uno stimolo condizionale (SC), in partenza stimolo neutro (SN).

10 3. una risposta incondizionale (RI), che la risposta specifica prodotta da uno stimolo incondizionale;. 4. una risposta condizionale (RC), che rappresenta la risposta allo stimolo condizionale. Il punto 1 della figura indica la relazione per cui la presentazione di uno SI elicita automaticamente e naturalmente la RI. Al punto 2 uno SN viene presentato subito prima o contemporaneamente a uno SI. Dopo un certo numero di accoppiamenti si verifica la situazione descritta al punto 3, cio . l'emergere di una nuova relazione indicata dalla linea tratteggiata tra lo SC e la RC. Ci si pu chiedere che relazione ci sia tra un cane sbavante di oltre cent'anni fa e gli interventi sull'autismo. La risposta va trovata non nella topografia dello stimolo-risposta, ma nella loro funzione. Il condiziona- mento pu essere concettualizzato come un processo di transfer funzionale dello stimolo in base al quale uno stimolo (psicologico) precedentemente neutro acquisisce temporaneamente la capacit funzionale di produrre la risposta (biologica) originariamente provocata da un altro stimolo.


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