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LE COMPETENZE DELL’EDUCATORE PROFESSIONALE

4|2016 67 STRUMENTILE COMPETENZE dell educatore PROFESSIONALE BUONA VOLONT E BUONSENSO NON BASTANO PER I BISOGNI COMPLESSI DELLE PERSONE IN DIFFICOLT Francesco CrisafulliIl tema delle COMPETENZE professionali ampiamente studiato in letteratura per le evidenti conseguenze pratiche nel lavoro di tutti i giorni degli operatori. Anche nel campo dell Educazione PROFESSIONALE l argomento approfondito e dibattuto sia per le sue implicazioni sui problemi e sulla complessit dei bisogni delle persone, sia per la labilit dei confini professionali. La differenza tra l agire con buonsenso, esprimere delle abilit e lavorare per COMPETENZE diventa fondamentale quando si tratta con la variabilit dell umano. Scegliere operatori competenti migliora l appropriatezza degli interventi e l impatto sugli esiti dell azione professionaleL educatore PROFESSIONALE E LE SUE COMPETENZELa figura dell educatore professio -nale (EP) nasce nel dopoguerra per le necessit di accudimento dei bambini rimasti orfani e ricoverati negli istituti; in seguito chiama-ta in causa, per le sue peculiarit , con la legge 180 del 1978 quando l Italia sceglie la chiusura

La figura dell’Educatore professio-nale (EP) nasce nel dopoguerra per le necessità di accudimento dei bambini rimasti orfani e ricoverati negli istituti; in seguito è chiama-ta in causa, per le sue peculiarità, con la legge 180 del 1978 quando l’Italia sceglie la chiusura dei mani-comi e l’avvio di strutture adegua-

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1 4|2016 67 STRUMENTILE COMPETENZE dell educatore PROFESSIONALE BUONA VOLONT E BUONSENSO NON BASTANO PER I BISOGNI COMPLESSI DELLE PERSONE IN DIFFICOLT Francesco CrisafulliIl tema delle COMPETENZE professionali ampiamente studiato in letteratura per le evidenti conseguenze pratiche nel lavoro di tutti i giorni degli operatori. Anche nel campo dell Educazione PROFESSIONALE l argomento approfondito e dibattuto sia per le sue implicazioni sui problemi e sulla complessit dei bisogni delle persone, sia per la labilit dei confini professionali. La differenza tra l agire con buonsenso, esprimere delle abilit e lavorare per COMPETENZE diventa fondamentale quando si tratta con la variabilit dell umano. Scegliere operatori competenti migliora l appropriatezza degli interventi e l impatto sugli esiti dell azione professionaleL educatore PROFESSIONALE E LE SUE COMPETENZELa figura dell educatore professio -nale (EP) nasce nel dopoguerra per le necessit di accudimento dei bambini rimasti orfani e ricoverati negli istituti; in seguito chiama-ta in causa, per le sue peculiarit , con la legge 180 del 1978 quando l Italia sceglie la chiusura dei mani-comi e l avvio di strutture adegua-te e dignitose per la vita delle per-sone con disagio psichico; la diffu-sione della professione e l emana-zione del profilo ministeriale sono datate 1984 e si legano al lavoro con le persone disabili e nell atti-vit terapeutica delle persone con dipendenza patologica.

2 Lo sviluppo della professione fonda le sue ba-si sulla vicinanza culturale, profes-sionale, etica e deontologica da un lato ai concetti di promozione del-la salute e qualit di vita , secon-da l ottica dell OMS, dall altro al-le dichiarazioni universali sui dirit-ti dell uomo, la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabi-lit , la Convenzione ONU sui dirit-ti dell infanzia e dell 1992 con il decreto ministeria-le 520, l EP confermato tra i pro-fili sanitari di area riabilitativa e con il definirsi dei nuovi assetti univer-sitari delle lauree di primo livello, ritrova una sua stabilit formativa che in Italia oggi prevede dicias-sette corsi specifici presso quat-tordici universit del Paese per un totale di 700 nuovi immatricolati/anno (Mastrillo, 2016).

3 Secondo un recente censimento il numero degli EP in Italia di unit (Crisa-fulli, 2016), ma la stima effettuata da ANEP (Associazione Nazionale Educatori Professionali) in ragio-ne dei dati statistici ufficiali assen-ti in alcuni settori chiave del lavoro di questo professionista parla di EP sul territorio si possono omettere, nel pa-norama descrittivo di tale figura, le numerose anomalie che riguarda-no l EP italiano: un percorso anco-ra incompleto di equivalenze dei ti-toli precedenti (legge 42/1999); un doppio canale formativo con cor-si effettuati nelle scuole di medici-na che abilitano all esercizio della professione e corsi che si svolgo-no a scienze della formazione che, pur non avendo la valenza abilitan-te, immettono nel mercato del la-voro educatori sociali che trova-*] educatore PROFESSIONALE con master in management e laurea magistrale in scienze riabilitative delle professioni sanitarie, coordinatore di unit disabi-li adulti nell Azienda USL di Bologna; docente a contratto nel CdS in Educazione PROFESSIONALE dell Universit di Bologna e svolge attivit di docenza nella formazione continua ECM; autore di diverse pubblicazioni tra le quali Il core competence dell educatore PROFESSIONALE .

4 Linee d indirizzo per la forma-zione ; collabora da tempo con ANEP, per la quale ha svolto anche l incarico di Presidente 4|2016 STRUMENTIno impiego seppur con delle li-mitazioni nelle mille articolazioni dei servizi di welfare; un disegno di legge (AS 1374 - Lorenzin) per l i-stituzione di albi e ordini professio -nali per le professioni sanitarie che ha di recente terminato il suo iter presso uno dei due rami del Par-lamento; un progetto di legge (AC 2656 - Iori, Binetti) che tenta con una certa approssimazione e for-zatura di regolare il doppio cana-le formativo istituendo le figure di educatore PROFESSIONALE socio-pe-dagogico, educatore professiona-le socio-sanitario e pedagogista; in ultimo, ma non meno importante, la molteplicit (sarebbero un cen-tinaio circa, secondo una ricogni-zione delle organizzazioni sindaca-li) di diverse denominazioni di figu-re educative presenti nei contratti di lavoro a supporto dei servizi so-cio-sanitari in , seppur nelle molteplici incertezze, passaggi legislativi in-completi e con una certa disomo-geneit di diffusione in Italia (una recente indagine nazionale vede la distribuzione degli EP per il 70% al Nord, 20% al Centro e 10% al Sud e isole), l EP comunque una realt operativa del nostro una parte troviamo, quindi un professionista normato e con spe-cifiche COMPETENZE .

5 Dall altra, se-condo il senso comune, innega-bile che vi sia una funzione edu-cativa diffusa che svolta da una pluralit di soggetti, alcuni con compiti istituzionalizzati in tale am-bito (famiglia, insegnanti), altri che la praticano in forza di una presun-zione secondo cui il buonsenso, l attenzione alla persona e l empa-tia possono di per s garantire l in-staurarsi di una situazione educa-tiva INTERVENTOPPSS Problemi prioritari socio-sanitari della popolazio-ne di riferimentoQualche esempioArea dei MinoriMaltrattamenti e abusiPericoli di un cattivo uso dei media e degli strumenti informaticiEmarginazione, sfruttamento, prostituzioneBullismoDisagio a scuolaMinori stranieri non accompagnatiCriminalit minorile699 casi di violenza sessuale sui minori nel 2005; 190 casi di prostituzione minorile nel 2003; incre-mento della solitudine dei minori che utilizzano te-lefonino, PC, giochi elettronici.

6 Circa sono i mi-nori stranieri non accompagnati registrati in media in Italia ogni anno;Area degli AdultiProblemi legati alle separazioni e ai divorziPovert e rischio di esclusione socialeDifficolt d integrazione degli immigratiDifficolt d integrazione delle popolazioni nomadi: il pregiudizioTraffico di esseri umani e sfruttamento della prostituzionePopolazione sono le famiglie che nel 2008 vivevano in uno stato di povert assoluta; povert , basso livel-lo d istruzione, di profilo PROFESSIONALE , determina-no maggiormente esclusione dal mercato del lavoro; sono le persone presenti, nel 2008, nelle 206 strutture carcerarie del Paese;Area degli AnzianiSolitudine e difficolt di vita autonomaNon autosufficienzail 20,2% della popolazione italiana anziano: di que-sti oltre un terzo vive solo in casa; l aumento dell et media del Paese porta con s invitabili problemi lega-ti alla non autosufficienza;Area delle Disabilit Disabilit intellettivaDifficolt nell integrazione scolasticaDifficolt nell integrazione lavorativaDifficolt conseguenti alla morte dei familiari di sono le persone con disabilit in Italia nel 2005; di queste almeno un quinto presenta disabilit intellettiva; la crisi economica e del mercato del lavo-ro ha reso molto difficoltoso l inserimento lavorativo delle persone con disabilit.

7 Area del Disagio psichicoStigmatizzazioneProblemi di presa in carico e di continuit nell assistenzaDifficolt nell integrazione lavorativa8% l incidenza delle malattie mentali nella popola-zione italiana; il contatto tardivo di pazienti gravi con un CSM una delle cause principali dell insorgere di cronicit ;Area delle Dipendenze patologicheStili di vita con fattori di rischio: fumo di tabacco, alcol, sostan-ze stupefacentiUtilizzo concomitante di pi sostanzeCo-morbilit psichiatricaUso di sostanze e carcere12 mln sono le persone che fumano sigarette, in Ita-lia, nel 2007; seppur il fenomeno sia progressiva-mente in calo, rimane costante il numero di giovani che fumano e che abbinano pi sostanze 1 PPSS da Core Competence EP ( , 2010) 4|2016 69 STRUMENTIIn questo contributo si prova ad affrontare tale questione, senza l obiettivo di delegittimare alcuna pratica educativa, PROFESSIONALE o diffusa che sia, ma di individuare in quali ambiti ciascuna forma di azione educativa appropriata ed PROFESSIONALI E BISOGNI DELLA POPOLAZIONEP arlare di COMPETENZE profes-sionali in campo socio-sanitario in maniera disgiunta dai proble-mi delle persone un operazio-ne di cui bene, sempre, dubita-re.

8 Guilbert nella sua Guida pedagogica per il personale sani-tario (2001) individua come prima tappa della spirale di pianificazio-ne dell educazione (le tappe attra-verso le quali si costruiscono profili professionali aderenti ai bisogni di una popolazione) l individuazione dei problemi prioritari di salute di una popolazione di riferimento e la definizione dei compiti e degli obiettivi educativi. Si sostiene cio che per definire profili professionali pertinenti ai bisogni della popo-lazione sia necessario analizzare prima ci che prioritario per una realt territoriale per non esporta-re modelli studiati in altre situazio-ni o, ancor peggio, per pretende-re di adattare i bisogni emergen-ti alle risposte pre-codificate mes-se in campo dalle professioni in al-tri prima competenza inevitabile, per un professionista dell area so-cio-sanitaria, quella quindi di sa-per leggere domande, bisogni, ur-genze ed emergenze nella 2010 un gruppo di ricerca-tori dell ANEP ha definito il Co-re Competence dell EP ( 2010).

9 Sostanzialmente quello che si cercato di fare approfondire le COMPETENZE delineate dal pro-filo PROFESSIONALE , secondo i biso-gni della popolazione di riferimen-to. La struttura di tale documen-to parte quindi dall individuazione dei problemi socio-sanitari della popolazione, stabilendo in seguito quelli con rilevanza statistica che quindi divengono fianco dei problemi prioritari del-la popolazione, stata definita la mappa delle COMPETENZE fonda-mentali dell EP (6 funzioni), in altre parole le risposte tecnico-profes-sionali messe in campo dai singo-li professionisti, attraverso capaci-t intellettive, della comunicazione interpersonale e della relazione e attraverso dei gesti educativi:1) la pianificazione dell intervento educativo rivolto al singolo;2) la pianificazione dell intervento educativo rivolto al gruppo;3) l educazione e la riabilitazione.

10 4) l organizzazione, il coordina-mento e la gestione di struttu-re e risorse;5) la formazione;6) la queste funzioni quelle che ri-chiedono un approfondimento, per l argomento dell articolo, so-no la pianificazione dell interven-to educativo e l educazione-riabi-litazione. La Pianificazione dell interven-to educativo una delle funzio-ni Core dell EP che si esplica in un delicato, complesso e articolato processo con alcune tappe prede-finite, ma che necessita di continui adattamenti in relazione all altissi-ma variabilit presentata dalla uni-cit dell umano. Pertanto una buo-na attivit di accoglienza, la rac-colta anamnestica e delle storie di vita, un osservazione partecipata e strutturata, un attivit di valutazio-ne con l identificazione delle ne-cessit educative, la presa in ca-rico del bisogno e della persona, una progettazione dell intervento e la sua attuazione, seguita dalla ve-rifica dei risultati di esito e di pro-cesso, sono le tappe attraverso le quali un EP compone la sua atti-vit.


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