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LINEE GUIDA PER LA COSTRUZIONE DEI MODELLI DI ...

Area Strategica Fiscalit , Finanza e Diritto d'Impresa Nucleo Affari Legali, Finanza e Diritto d'Impresa Gruppo di lavoro sulla Responsabilit Amministrativa delle Persone Giuridiche LINEE GUIDA PER LA COSTRUZIONE . DEI MODELLI DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO. EX D. LGS. 231/2001. 31 MARZO 2008. Area Strategica Fiscalit , Finanza e Diritto d'Impresa Nucleo Affari Legali, Finanza e Diritto d'Impresa Gruppo di lavoro sulla responsabilit amministrativa delle persone giuridiche LINEE GUIDA PER LA COSTRUZIONE DEI MODELLI .

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1 Area Strategica Fiscalit , Finanza e Diritto d'Impresa Nucleo Affari Legali, Finanza e Diritto d'Impresa Gruppo di lavoro sulla Responsabilit Amministrativa delle Persone Giuridiche LINEE GUIDA PER LA COSTRUZIONE . DEI MODELLI DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO. EX D. LGS. 231/2001. 31 MARZO 2008. Area Strategica Fiscalit , Finanza e Diritto d'Impresa Nucleo Affari Legali, Finanza e Diritto d'Impresa Gruppo di lavoro sulla responsabilit amministrativa delle persone giuridiche LINEE GUIDA PER LA COSTRUZIONE DEI MODELLI .

2 DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO. EX D. LGS. N. 231/2001. Approvate il 7 marzo 2002. (aggiornate al 31 marzo 2008). Indice Introduzione .. pag. 5. I. Individuazione dei rischi e protocolli 1. Premessa .. 13. 2. La definizione di rischio accettabile : premessa per la COSTRUZIONE di un sistema di controllo preventivo .. 14. 3. Passi operativi per la realizzazione di un sistema di gestione del rischio .. 15. 4. I principi di controllo .. 24. II. Codice etico (o di comportamento) con riferimento ai reati ex D.

3 Lgs. n. 231/2001 e sistema disciplinare 1. Premessa .. 26. 2. Contenuti minimi del Codice etico (o di comportamento) in relazione ai reati dolosi previsti dal D. Lgs. n. 231/2001) .. 27. 3. Contenuti minimi del Codice etico (o di comportamento) in relazione ai reati colposi previsti dall'art. 25-septies del D. Lgs. n. 231/2001 .. 29. 4. Sistema disciplinare e meccanismi sanzionatori .. 30. III. L'organismo di vigilanza 1. Premessa .. 32. 2. L'individuazione dell'organismo di vigilanza .. 32. Composizione dell'organismo di vigilanza.

4 32. Compiti, requisiti e poteri dell'organismo di vigilanza .. 33. Utilizzo di strutture aziendali di controllo esistenti o costituzione di un organismo ad hoc .. 39. Conclusioni sulle possibili scelte .. 43. 3. Obblighi di informazione dell'organismo di vigilanza .. 44. 4. L'organismo di vigilanza nei gruppi di imprese .. 46. 5. Profili penali della responsabilit dell'organismo di vigilanza .. 48. IV MODELLI organizzativi e soglie dimensionali: una chiave di lettura per le piccole imprese 1. Premessa.

5 50. 2. Individuazione dei rischi e protocolli .. 51. 3. Codice etico (o di comportamento) e sistema disciplinare .. 52. 4. L'organismo di vigilanza .. 53. APPENDICE Case Study .. 55. 3. Introduzione INTRODUZIONE. Il Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231, recante Disciplina della responsabilit ammi- nistrativa delle persone giuridiche, delle societ e delle associazioni anche prive di personalit . giuridica, a norma dell'art. 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300 ha introdotto per la prima volta nel nostro ordinamento la responsabilit in sede penale degli enti, che si aggiunge a quella della persona fisica che ha realizzato materialmente il fatto illecito1.

6 L'ampliamento della responsabilit mira a coinvolgere nella punizione di taluni illeciti pe- nali il patrimonio degli enti e, in definitiva, gli interessi economici dei soci, i quali, fino all'en- trata in vigore della legge in esame, non pativano conseguenze dalla realizzazione di reati commessi, con vantaggio della societ , da amministratori e/o dipendenti. Il principio di per- sonalit della responsabilit penale li lasciava, infatti, indenni da conseguenze sanzionatorie, diverse dall'eventuale risarcimento del danno, se ed in quanto esistente.

7 Sul piano delle con- seguenze penali, infatti, soltanto gli artt. 196 e 197 cod. pen. prevedevano (e prevedono tut- tora) un'obbligazione civile per il pagamento di multe o ammende inflitte, ma solo in caso d'insolvibilit dell'autore materiale del fatto. L'innovazione normativa, perci , di non poco momento, in quanto n l'ente, n i soci delle societ o associazioni possono dirsi estranei al procedimento penale per reati commessi a vantaggio o nell'interesse dell'ente. Ci , ovvia- mente, determina un interesse di quei soggetti (soci, associati, ecc.)

8 Che partecipano alle vi- cende patrimoniali dell'ente, al controllo della regolarit e della legalit dell'operato sociale. Quanto alla tipologia di reati cui si applica la disciplina in esame, il legislatore delegato ha operato una scelta minimalista rispetto alle indicazioni contenute nella legge delega (l. n. 300/2000). Infatti, delle quattro categorie di reati indicate nella legge n. 300/2000, il Governo ha preso in considerazione soltanto quelle indicate dagli artt. 24 (Indebita percezione di ero- gazioni pubbliche, Truffa in danno dello Stato o di altro ente pubblico o per il conseguimento di erogazioni pubbliche e Frode informatica in danno dello Stato o di altro ente pubblico) e 25 (Concussione e Corruzione), evidenziando, nella relazione di accompagnamento al D.

9 Lgs. 1. La previsione di una responsabilit amministrativa (ma di fatto penale) degli enti per determinate fattispecie di reato era con- tenuta nell'art. 2 della Convenzione OCSE del 17 dicembre 1997 sulla corruzione di pubblici ufficiali stranieri nelle operazioni economiche internazionali. Tale tipo di responsabilit stato successivamente introdotto nel nostro ordinamento dall'art. 11. della legge 29 settembre 2000, n. 300, di ratifica ed esecuzione delle convenzioni OCSE e Unione Europea contro la corruzione nel commercio internazionale e contro la frode ai danni della Comunit Europea.

10 L'art. 11, in particolare, delegava il Governo a disciplinare l'articolazione di questo tipo di responsabilit . In attuazione di tale delega, il Governo ha adottato il D. Lgs. n. 231/2001. 5. n. 231/2001, la prevedibile estensione della disciplina in questione anche ad altre categorie di reati. Tale relazione stata profetica, giacch successivi interventi normativi hanno esteso il catalogo dei reati cui si applica la disciplina del decreto n. 231/2001. La legge 23 novembre 2001, n. 4092, di conversione del n.


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