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BRUCELLOSI BOVINA - vetinweb.it

Scheda BRUCELLOSI BOVINA Pag. 1 BRUCELLOSI BOVINA Caratteristiche della patologia Informazioni Malattia Nome patologia BRUCELLOSI BOVINA (febbre ondulante, febbre maltese, febbre mediterranea, aborto enzootico, aborto epizootico, aborto contagioso, morbo di Bang) Agente/i eziologico/i Brucella abortus, talvolta B. melitensis, raramente B. suis. Batteri gram negativi di forma coccobacillare o bastoncellare, asporigeni, immobili, privi di capsula, aerobi facoltativi. Breve descrizione Patologia ad eziologia batterica causata principalmente da B. abortus. Nel bovino l infezione frequentemente subclinica. Le forme sintomatiche sono caratterizzate da segni clinici variabili quali aborto, generalmente una sola volta durante la seconda met della gestazione, ritenzione placentare, infezioni genitali e raramente complicazioni (soprattutto artriti).

Scheda brucellosi bovina Pag. 2 1.1/2.5 Eventuali cicli stagionali / focolai influenzati da anomalie climatiche Non particolarmente evidenti per quanto riguarda la brucellosi bovina (negli ovi-caprini cicli legati alla stagione dei

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1 Scheda BRUCELLOSI BOVINA Pag. 1 BRUCELLOSI BOVINA Caratteristiche della patologia Informazioni Malattia Nome patologia BRUCELLOSI BOVINA (febbre ondulante, febbre maltese, febbre mediterranea, aborto enzootico, aborto epizootico, aborto contagioso, morbo di Bang) Agente/i eziologico/i Brucella abortus, talvolta B. melitensis, raramente B. suis. Batteri gram negativi di forma coccobacillare o bastoncellare, asporigeni, immobili, privi di capsula, aerobi facoltativi. Breve descrizione Patologia ad eziologia batterica causata principalmente da B. abortus. Nel bovino l infezione frequentemente subclinica. Le forme sintomatiche sono caratterizzate da segni clinici variabili quali aborto, generalmente una sola volta durante la seconda met della gestazione, ritenzione placentare, infezioni genitali e raramente complicazioni (soprattutto artriti).

2 Gli agenti vengono eliminati principalmente attraverso latte, materiale abortivo ed escrezioni uterine, in maniera minore attraverso numerosi altri secreti ed escreti. Sono disponibili numerosi test di screening, basati sulla risposta immunitaria dell ospite, tuttavia la diagnosi certa necessita dell isolamento dell agente eziologico. Negli esseri umani Brucella abortus, B. melitensis e B. suis causano infezioni generalmente asintomatiche o autolimitanti con sintomatologia simil-febbrile; le rare forme gravi, ad andamento cronico, possono avere conseguenze anche letali (endocarditi e meningoencefaliti). 1 Rilevanza della patologia Presenza e frequenza dell agente eziologico sul territorio regionale / extraregionale Presenza e frequenza della malattia in Regione Lombardia Lombardia ufficialmente indenne. Presenza e frequenza della malattia in regioni / Stati confinanti Presente in Valle d Aosta, Liguria, in quasi tutta l Italia centro-meridionale ed isole ad esclusione di Marche, Umbria e Sardegna.

3 Presente in alcuni Paesi Europei: Irlanda del Nord, Spagna, Portogallo, Grecia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Lettonia e Lituania. Frequenza eventuali epidemie (specificare aree) Numerosi focolai ma nessuna epidemia nell area UE negli ultimi anni. Animali / Vettori / Ambiente Patologia generalmente mantenuta dall ospite preferenziale, bovini e bufali per B. abortus, piccoli ruminanti per B. melitensis e principalmente suini per B. suis, tuttavia anche gli ospiti accidentali possono ricoprire un ruolo importante nella diffusione della malattia (asintomatici anche per mesi). L ambiente una possibile fonte di contagio, In condizioni favorevoli gli agenti possono sopravvivere a lungo al di fuori dell ospite con conseguente diffusione della malattia attraverso le acque, le derrate alimentari e il suolo. Scheda BRUCELLOSI BOVINA Pag.

4 2 Eventuali cicli stagionali / focolai influenzati da anomalie climatiche Non particolarmente evidenti per quanto riguarda la BRUCELLOSI BOVINA (negli ovi-caprini cicli legati alla stagione dei parti). Fattori che favoriscono la presenza dell'agente (scarse misure igieniche, biosicurezza, management, ecc.) Mancanza di un adeguato sistema di sorveglianza, elevata densit di animali, stretto contatto tra specie sensibili diverse, cattivo management e scarso livello di biosicurezza. Tra i principali fattori di rischio l introduzione di un animale infetto in una popolazione sana; la presenza di materiale abortivo non opportunamente trattato; l utilizzo di latte, acqua di bevanda o cibo contaminati; cattive pratiche veterinarie (impiego di strumenti contaminati). Stabilit nell'ambiente dell'agente eziologico Variabile. Alcuni mesi (fino ad oltre un anno) in acqua, materiale abortivo, vestiti e lana in caso di condizioni favorevoli quali elevata umidit , basse temperature e riparo dalla luce solare diretta.

5 In condizioni sfavorevoli quali forte siccit ed esposizione diretta alla luce solare la sopravvivenza si riduce a poche ore. La presenza di sostanze organiche ne favorisce la sopravvivenza nel suolo, anche in condizioni di siccit , in particolare nel caso in cui le temperature siano sotto lo zero. Possibilit di eliminare l'agente dall'ambiente Possibile l eradicazione negli animali domestici, da valutare la situazione dei selvatici nei diversi territori. Numero di specie domestiche colpite Numero di specie domestiche colpite (indicare anche quali) Elevato. Bovini, piccoli ruminanti, cani, suini, equini, camelidi. Velocit di diffusione Rapidit di diffusione nell'allevamento Bassa nel caso allevamenti sottoposti ad efficace sorveglianza o di allevamenti endemici. Pu diventare elevata in assenza di controlli rigorosi nel caso d introduzione in allevamento ufficialmente indenne di soggetti eliminatori.

6 Rapidit di diffusione tra allevamenti Bassa nel caso di aree dov in atto un piano di sorveglianza efficace o dove la malattia endemica. Media / elevata in assenza di controlli rigorosi in aree dove la malattia non presente in caso di introduzione di soggetti eliminatori e numerose movimentazioni di animali. Capacit di diffondersi senza movimentazione di animali Irrilevante / nessuna, infezione per via aerogena improbabile gi all interno dell allevamento. Vettori come reservoir e potenziali fonti di contagio Ciclo della patologia influenzato da vettori Irrilevante. Presenza del vettore sul territorio regionale / nazionale Non applicabile Presenza del vettore legata a determinate aree / condizioni climatiche Non applicabile Capacit del vettore di sopravvivere, riprodursi, trasmettere l'infezione, fungere da reservoir Non applicabile Scheda BRUCELLOSI BOVINA Pag.

7 3 Rischio di contagio nelle specie sensibili Probabilit di trasmissione Elevata nelle specie sensibili e sieronegative. Modalit di trasmissione Diretta ed indiretta. Principalmente il contagio avviene attraverso le mucose o soluzioni di continuo della cute tramite contatto con placente, feti, invogli e secreti vaginali infetti. Possibile anche la trasmissione per via venerea; tramite latte, alimenti, acque e suolo, strumenti contaminati o altri secreti ed escreti infetti. Possibili infezioni verticali. Particolari condizioni che favoriscono la trasmissione Mancanza di un adeguato sistema di sorveglianza, elevata densit di animali e bassi livelli di biosicurezza. Stretto contatto tra animali, introduzione di un animale eliminatore in una popolazione sensibile, materiale aborigeno sospetto liberamente a contatto con animali sensibili, scarsa igiene di alimenti ed acqua di bevanda.

8 Specie selvatiche reservoir e potenziali fonti di contagio Specie colpite B. abortus e B. suis sono state isolate in numerosi selvatici quali cinghiale, cervo europeo, lepre, volpe, bisonte americano, renna, carib , bufalo americano, antilope alcina, antilope d'acqua e vari roditori; B. melitensis in stambecco e camoscio alpino (meno frequente nei selvatici rispetto alle altre due). Per quanto riguarda gli ospiti preferenziali B. abortus e B. melitensis prediligono gli ungulati selvatici mentre B. suis presenta differenti ospiti a seconda della biovariante: 1 e 3 suini; 2 suini lepri; 4 renne e carib ; 5 roditori (ex URSS). Nel bovino le infezioni causate da B. suis biovar. 2 sono generalmente autolimitanti, la principale fonte d infezioni resta il cinghiale (biovar. 2 diffusa in numerose popolazioni europee) tuttavia sembra che anche la lepre possa trasmettere la malattia.

9 Interazioni selvatici / domestici / uomo Le specie reservoir rappresentano un grave rischio di contagio laddove condividono l ambiente con uomo ed animali domestici. Gli ospiti spill over possono avere un ruolo nella trasmissione della malattia tra domestici e selvatici. Eventuali specie in pericolo colpite Nessuna. Potenziale diffusione silente Riconoscibilit della patologia attraverso i segni clinici Bassa, nessun segno patognomonico sospetto. Nelle vacche aborto durante la seconda met della gestazione ed eventualmente nei tori affetti da orchite apostematosa o granulomatosa. Frequenti le forme asintomatiche, possibili disturbi della fertilit , infezioni delle vie genitali, rari i sintomi sistemici. Diffusione attraverso soggetti sub-clinici / asintomatici Rischio elevato in assenza di misure di controllo, frequenti i soggetti eliminatori subclinici o asintomatici anche per tutta la vita.

10 Periodo d'incubazione Variabile a seconda dello stato fisiologico dell animale. Da 2 settimane a 5 mesi nelle vacche gravide infettate per la prima volta (aborto o natimortalit ). Scheda BRUCELLOSI BOVINA Pag. 4 Variabilit dell agente Specie / Tipi conosciuti Bovino ospite preferenziale di Brucella abortus, possibili anche infezioni ad opera di B. melitensis e B. suis. In base alle caratteristiche sierologiche e colturali vengono riconosciute 9 biovarianti di B. abortus, 3 di B. melitensis e 5 di B. suis. Mutazioni S , possibili mutazioni che ne influenzano la patogenicit . Specie - specificit Scarsa, i batteri del genere Brucella presentano preferenza d ospite tuttavia sono in grado di infettare numerosi altri ospiti accidentali. Conoscenza dell interazione ospite-patogeno Grado di conoscenza scientifica sulla patogenesi Medio, importante modello di studio per i patogeni intra-cellulari, le potenzialit zoonosiche e bioterroristiche.


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