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CRITERI E METODOLOGIE PER LA VALUTAZIONE …

G Ital Med Lav Erg 2010; 32:4, Suppl, 107-128 PI-ME, Pavia 2010 E METODOLOGIE PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO CHIMICOG Ital Med Lav Erg 2010; 32:4, Suppl, 108-112 PI-ME, Pavia 2010 GinoAspetti metodologici e normativi per l analisi dei Rischi ChimiciOccupazionaliConsiglio Direttivo AIDII, Studio Sirt MilanoIntroduzioneNegli ultimi anni, per effetto di numerosi fattori con-comitanti, l attenzione dei professionisti OHS , Organidi Controllo inclusi, sembra essersi concentrata sugliaspetti gestionali (formativi e organizzativi inclusi), qualifattori di salute e sicurezza. L introduzione, anche forma-lizzata, di nuovi e potenti strumenti di prevenzione e pro-tezione non pu tuttavia far arretrare, neanche in ipotesi,la preminenza degli aspetti valutativi e di analisi di ri-schio.

G Ital Med Lav Erg 2010; 32:4, Suppl 109 http://gimle.fsm.it mazzini siamo giunti alla ricerca dei confini fra lavora- zioni dove la chimica è utilizzata (ma, al di fuori dell’in-

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1 G Ital Med Lav Erg 2010; 32:4, Suppl, 107-128 PI-ME, Pavia 2010 E METODOLOGIE PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO CHIMICOG Ital Med Lav Erg 2010; 32:4, Suppl, 108-112 PI-ME, Pavia 2010 GinoAspetti metodologici e normativi per l analisi dei Rischi ChimiciOccupazionaliConsiglio Direttivo AIDII, Studio Sirt MilanoIntroduzioneNegli ultimi anni, per effetto di numerosi fattori con-comitanti, l attenzione dei professionisti OHS , Organidi Controllo inclusi, sembra essersi concentrata sugliaspetti gestionali (formativi e organizzativi inclusi), qualifattori di salute e sicurezza. L introduzione, anche forma-lizzata, di nuovi e potenti strumenti di prevenzione e pro-tezione non pu tuttavia far arretrare, neanche in ipotesi,la preminenza degli aspetti valutativi e di analisi di ri-schio.

2 L individuazione esaustiva e corretta dei pericoli e,conseguentemente, dei rischi e danni potenziali, pre-supposto imprescindibile e sottostante a qualunque mo-dello di gestione per la minimizzazione degli stessi. Conun giro di parole: la valutazionedell affidabilit dei pro-cessi di valutazionenon pu essere che conseguente al-l affidabilit della VALUTAZIONE dei rischi nei processi. Perl igienista occupazionale la metodologia di approccionell individuazione dei rischi derivanti dall impiego di agenti , sempre stata di grande importanza, ben primache il DLgs 626/94 e poi il DLgs 81/2008 focalizzasserol attenzione sull impiego delle sostanze chimiche (1, 2).L impegno, correttamente imposto dal Legislatore eu-ropeo, di valutare tuttii rischi per la salute e la sicurezzarende anzi pi confacente il riferimento ad una pluralit di METODOLOGIE .

3 Un ricerca cos ampia pu essere svi-luppata solo coniugando efficacia ed efficienza in unamateria che, a fronte di una a volte non banale comples-sit , richiede necessariamente di pervenire a conclusionioperative concrete. La criticit del passaggio non pu es-sere sottovalutata perch ne possono conseguire scelte eresponsabilit penalmente rilevanti (e a volte anche ci-vili), ma anche, e ancora prima, etiche e sociali. L evolu-zione professionale dell igienista classico sempre pi fortemente orientata a coniugare le esposizioni in am-biente di lavoro, con le condizioni di vita e l a caso il regolamento Reach sulle sostanze perico-lose immesse in commercio affronta oggi il nuovo oriz-zonte dell esposizione globale, prendendo in considera-zione tuttii luoghi di vita e di lavoro per l intero l arcodi vita e oltre, con le generazioni future, nonch l effettodei rilasci nell ambiente, articolato nelle sue diverse ma-trici, con la verifica della dinamica temporale anche dilungo periodo.

4 Dai seicenteschi studi di Bernardo Ra-RIASSUNTO. Per una corretta identificazione di tutti i rischiper la salute e sicurezza derivanti dall impiego lavorativo disostanze chimiche, gli aspetti metodologici sono difondamentale e prioritaria fronte di normative italiane ed europee sempre pi estese e puntuali, come il DLgs 81/2008 e il nuovo sistema Reach-CLS, l Igienista industriale deve integrarsi sinergicamente conle diverse professionalit OHS analisi del processo produttivo ed organizzativo correlataalle mansioni il fondamento per l identificazione dei pericolie dei conseguenti rischi, pre-condizione per l adozione di idonee misure precauzionali e strumenti che si devono adottare in modo integrato sonodiversificati e caso-specifici.

5 Le procedure di analisi di rischio,le modellazioni anche indicizzate, i monitoraggi ambientali e statistici, con la ormai ampia fruibilit della letteratura e database anche casi limite occorre anche coniugare il principio di cautelacon quello di ragionevolezza, e, sempre, indispensabileun elevata professionalit nell chiave: rischio chimico, DLgs 81/2008, METODOLOGIE WORKPLACECHEMICALHAZARDEVALUATION:METHOD OLOGICAL AND REGULATORY ASPECTS. In workplace healthand safety chemical hazard identification methodological aspectsare of fundamental and EC regulations, extensively growing, as theLegislative Decree 81/2008 and the incoming Reach-CLS,are facing an upgraded industrial hygienist synergisticallyintegrated with other OHS production-process and organizational-tasks analysis are the basis for hazards evaluation and pre-condition for an appropriate adoption of preventive tool that should be taken are case specific and diversified.

6 Risk analysis, modeling, index methods, environmental andexposure assessment monitoring, PHA and HRA, extensiveliterature and online borderline cases it is also mandatory an assessmentforwarding both the precautionary and reasonablenessprinciples, but always, an highly professional approach is Ital Med Lav Erg 2010; 32:4, Suppl109 siamo giunti alla ricerca dei confini fra lavora-zionidove la chimica utilizzata (ma, al di fuori dell in-dustria di processo, a volte sottovalutata), e la non-espo-sizionedei lavoratori e delle lavoratrici, oppure cer-chiamo di individuare l esposizione potenziale, con gliscenaridi esposizione della popolazione in generale, e divalutare le interazionie le combinazionifra le diverseesposizioni concorrenti fra agenti di natura chimica e fi-sica diversa, con forme di lavoro sempre meno strutturatenel tempo e nello spazio (1, 2).

7 Per questo un approcciometodologicamente corretto per la VALUTAZIONE dei ri-schi chimici non pu prescindere dall analisi dei pro-cessi produttivi ed organizzativi, esaminando le man-sioni da incrociare con tutte le caratteristiche chimico-fisico-tossicologiche delle sostanze, inseriti nel con-testo e METODOLOGIE di VALUTAZIONE quasi inevitabile che a fronte di questa realt com-plessa non si sia consolidato un unico insieme condivisodi METODOLOGIE corrette ed anzi con ogni ragionevo-lezza inutile, e forse sbagliato, ipotizzare che vi sia un per-corso standard che possa fungere da pietra di paragone. Imetodi di indagine devono risultare consoni agli obiettiviinizialmente pre-fissati ed in grado di conseguire i risultatiaffidabili con le risorse adeguate alle necessit della si-tuazione da verificaremesse a disposizione e non, comespesso accade, vice versa (3, 4).

8 In altre parole occorre ra-gionare per risultati, utilizzando l igiene industriale mo-derna integrata (o contaminata) dalle molte discipline af-ferenti, quali la chimica analitica, l epidemiologia, la sta-tistica, i metodi di analisi di rischio, la sistematizzazionegestionale, il feed back della sorveglianza sanitaria, an-ch essa ripensata rispetto alle origini ma anche dotatadelle nuove potenzialit dell evoluzione tecnico-scienti-fica e culturale. Il tutto deve anche confrontarsi con i rife-rimenti normativi italiani ed europei in continua, a tratti ir-ruenta, evoluzione, senza dimenticare che: la valutazionedei rischi chimici e l igiene occupazionale nasconocome risposta alla realt concreta dello sviluppo tecno-logico ed ai modi di produzione e di vita.

9 In quanto talinon derivano da uno o pi articoli di leggeed evolvononel tempo secondo il progresso scientifico in un contestodi sensibilit anche culturale. Le METODOLOGIE dell igieneoccupazionale devono fornire le risposte, robuste, lon-geve, globali e paragonabili su scala mondiale, senza perquesto dimenticare le richieste normative pro-tempore epro-loco, ma anche cercando di prevenirle, ove queste fos-sero insufficienti, e di stimolarle, innovando, aiutando laricerca e il progresso sostenibile; come ad esempio neicasi, non isolati, delle nano-tecnologie, dei microinqui-nanti ad alta tossicit e persistenza, della sintesi di nuovemolecole per usi farmaceutici, .. (5).Tra due Principi: Precauzione e RagionevolezzaPer ogni situazione, e non sono poche, dove la rispostacerta non c (o meglio ancora non c ) e in cui i datiscientifici non consentono una quantificazione del rischiocon sufficiente certezza, necessario declinare i metodiclassici con lo spesso citato principio di precauzione1o dicautela (6).

10 Il ricorso al principio si iscrive nel quadro ge-nerale dell analisi del rischio (che comprende, oltre allavalutazione del rischio, la gestione e la comunicazione delrischio) e pi particolarmente nel segmento della gestionedel rischio che, al termine del processo di VALUTAZIONE , ri-chiede scelte e l assunzione di decisioni che porterannoa due soli esiti: Agire (adottare misure preventive e/o in-tegrative) / Non agire(usuali buone prassi). La rispostadipende da una decisione politica, che funzione del li-vello di rischio considerato come accettabiledagli attoriche devono assumere il rischio individuato. Questoprincipio, spesso impropriamente citato a supporto di in-terpretazioni negative estreme , non dev essere disgiuntodall associato principio di ragionevolezza 2.


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