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RAPPORTO 2016 SUL COORDINAMENTO DELLA …

SEZIONI RIUNITE IN SEDE DI CONTROLLO RAPPORTO 2016 SUL COORDINAMENTO DELLA finanza PUBBLICA MARZO 2016 CORTE DEI CONTI SEZIONI RIUNITE IN SEDE DI CONTROLLO RAPPORTO 2016 sul COORDINAMENTO DELLA finanza pubblica Marzo 2016 CORTE DEI CONTI SEZIONI RIUNITE IN SEDE DI CONTROLLO RAPPORTO 2016 sul COORDINAMENTO DELLA finanza pubblica Marzo 2016 Il RAPPORTO , approvato dall adunanza delle Sezioni riunite in sede di controllo del 15 marzo 2016 (Del. n. 2/SSRRCO/RCFP/16), stato redatto dai magistrati Natale D Amico, Enrico Flaccadoro, Giuseppe Maria Mezzapesa e Salvatore Tutino. Hanno contribuito alla redazione del RAPPORTO Maria Letizia D Autilia, Maria Teresa D Urso, Lucia Marra, Lucia Mauta e Maurizio Pala. Hanno collaborato alla predisposizione del RAPPORTO con analisi di base e approfondimenti tematici Centro Europa Ricerche, Prometeia e Ref Ricerche.

CORTE DEI CONTI SEZIONI RIUNITE IN SEDE DI CONTROLLO Rapporto 2016 sul coordinamento della finanza pubblica Marzo 2016

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1 SEZIONI RIUNITE IN SEDE DI CONTROLLO RAPPORTO 2016 SUL COORDINAMENTO DELLA finanza PUBBLICA MARZO 2016 CORTE DEI CONTI SEZIONI RIUNITE IN SEDE DI CONTROLLO RAPPORTO 2016 sul COORDINAMENTO DELLA finanza pubblica Marzo 2016 CORTE DEI CONTI SEZIONI RIUNITE IN SEDE DI CONTROLLO RAPPORTO 2016 sul COORDINAMENTO DELLA finanza pubblica Marzo 2016 Il RAPPORTO , approvato dall adunanza delle Sezioni riunite in sede di controllo del 15 marzo 2016 (Del. n. 2/SSRRCO/RCFP/16), stato redatto dai magistrati Natale D Amico, Enrico Flaccadoro, Giuseppe Maria Mezzapesa e Salvatore Tutino. Hanno contribuito alla redazione del RAPPORTO Maria Letizia D Autilia, Maria Teresa D Urso, Lucia Marra, Lucia Mauta e Maurizio Pala. Hanno collaborato alla predisposizione del RAPPORTO con analisi di base e approfondimenti tematici Centro Europa Ricerche, Prometeia e Ref Ricerche.

2 Hanno inoltre collaborato Daniela Buzzi, Rosaria Calafato, Nicola D Elpidio, Caterina Francione, Renato Manzoni, Elisabetta Marcatili, Laura Pezzella e Nicoletta Rizzi. L editing stato curato da Mammola Marina e Giuseppina Scicolone. INDICE Pag. SINTESI E CONCLUSIONI I PARTE PRIMA I CONTI PUBBLICI NEL CONTESTO EUROPEO LE PROSPETTIVE DELLA finanza PUBBLICA DOPO LA LEGGE DI STABILIT 3 Le condizioni macroeconomiche 3 Gli squilibri macroeconomici 12 La finanza pubblica nel 2015 14 La Legge di stabilit e la manovra di bilancio per il 2016-2017 17 La finanza pubblica italiana nel quadro delle regole europee 25 POLITICHE DI BILANCIO NELL UNIONE EUROPEA NEGLI ANNI DELLA CRISI 29 PARTE SECONDA LE ANALISI DELLE POLITICHE PUBBLICHE LA GESTIONE DEL DEBITO PUBBLICO 45 Cenni storici 45 All indomani DELLA crisi 47 Gli strumenti per l analisi del debito 49 La posizione del debito italiano 56 Le regole del Fiscal compact 58 Gli indicatori di sostenibilit 61 LA POLITICA FISCALE

3 TRA VINCOLI E OPPORTUNIT 77 Responsabilit e vincoli del sistema tributario italiano 79 La leva fiscale fra rigidit e opportunit 85 Clausole di salvaguardia e tax expenditures: la nuove frontiere DELLA politica fiscale 96 Il federalismo fiscale fra autonomia impositiva e centralizzazione 99 Le prospettive del fisco italiano fra possibili sviluppi e crescenti trade off 101 RIVEDERE I CONFINI DELL INTERVENTO PUBBLICO: PRIME RIFLESSIONI 105 I caratteri strutturali delle imprese partecipate 106 Le criticit organizzative 110 Le caratteristiche di mercato dei servizi a rete - un focus su idrico e rifiuti 114 IL RIDISEGNO DELLE STRUTTURE E LA REVISIONE DELLA SPESA 127 La spesa delle amministrazioni centrali nel quadro generale di finanza pubblica 127 La spesa dello Stato prima e dopo la crisi.

4 Funzioni, costi e unit di lavoro 131 I trasferimenti alle imprese nel bilancio dello Stato 143 LE SPESA PER PREVIDENZA E ASSISTENZA 157 La spesa per previdenza e assistenza tra il 2007 e il 2014 157 Le principali innovazioni normative 173 La spesa previdenziale INPS e gli effetti delle innovazioni normative 179 Uno sguardo al futuro 191 Le incertezze e i rischi legati all evoluzione del quadro economico e sociale 195 NUOVE REGOLE PER REGIONI E ENTI LOCALI ALLA PROVA 197 Le amministrazioni locali negli anni DELLA crisi 199 Le Regioni e le misure per il 2015 202 I primi risultati del passaggio agli equilibri: i dati del monitoraggio 2015 203 L andamento DELLA spesa regionale nell ultimo quinquennio 211 L area di incidenza delle misure di contenimento 217 Il Patto di stabilit dei Comuni nel 2015 218 Il contributo degli enti territoriali agli obiettivi di finanza pubblica nel 2016 233 FINANZIAMENTO DEGLI ENTI LOCALI NEL CORSO DELLA CRISI.

5 UN CONFRONTO INTERNAZIONALE 239 Il peso degli enti locali e le fonti di finanziamento 239 Le entrate proprie extra-tributarie 243 Andamento dei prezzi amministrati a livello locale 250 LA SANIT E GLI OBIETTIVI DI finanza PUBBLICA 255 I risultati del settore sanitario nel 2015 256 Il settore sanitario oltre la crisi 274 I progressi e le aree critiche 278 L attuazione del Nuovo Patto DELLA salute 291 SINTESI E CONCLUSIONI 1. Nel 2015, il Pil italiano aumentato dello 0,8 per cento, un risultato in linea con la stima del Governo nella Nota di aggiornamento dello scorso settembre. Anche il deflatore del Pil aumentato dello 0,8 per cento, confermando il risultato del 2014, laddove era invece atteso un andamento discendente.

6 Nei valori nominali la crescita ha quindi superato le aspettative, con un incremento dell 1,5 per cento, a fronte di una previsione dell 1,2 per cento. La crescita tuttavia, come evidenziato dal profilo trimestrale, stata conseguita in larga misura nei primi tre mesi dell anno, quando la variazione congiunturale balzata allo 0,4 per cento, interrompendo una sequenza di flessioni che si protraeva, pressoch ininterrotta, dall estate del 2011. Gi a partire dal secondo trimestre, il Pil ha manifestato una tendenza al rallentamento, segnando un incremento di appena lo 0,1 per cento a fine anno. Questa evidenza d quindi luogo a valutazioni contrastanti, mostrando come, da una parte, l economia italiana sia uscita dalla fase recessiva, dall altra, la ripresa, ancora debole, possa trovare difficolt a consolidarsi anche per la sua caratteristica di asincronia ciclica rispetto ai principali Paesi partner.

7 Al riguardo, occorre rilevare che, nel periodo successivo alla crisi finanziaria del 2011, il ciclo economico italiano si scollato da quello dell Eurozona e del resto del mondo. Tra il 2009 e il 2011, il Pil italiano ha, infatti, registrato andamenti peggiori ma dello stesso segno di quelli europei, contraendosi nel 2009 e aumentando nel successivo biennio. Dopo la crisi del debito sovrano, il prodotto dell Italia invece diminuito, a fronte DELLA crescita osservata dall Eurozona nel suo insieme. Analogamente, il ciclo italiano ha seguito quello del commercio internazionale nella caduta del 2009 e nel rimbalzo del 2010, mancando poi di cogliere la fase espansiva del 2011-14.

8 Incertezze gravano, pertanto, sugli andamenti relativi al 2016 alimentate, oltre che dal rallentamento in atto degli scambi internazionali, anche dalle turbolenze dei mercati finanziari, connesse al rialzo dei tassi statunitensi e a diffusi timori sullo RAPPORTO SUL COORDINAMENTO DELLA finanza PUBBLICA II RAPPORTO sul COORDINAMENTO DELLA finanza pubblica CORTE DEI CONTI 2016 Sezioni riunite in sede di controllo stato di salute del settore bancario in Europa. Ci nondimeno permangono fattori che dovrebbero consentire di realizzare una sia pur moderata accelerazione del saggio di crescita. Determinante in questa fase sar , da un lato, la calibratura delle politiche economiche, per conciliare la stabilizzazione del ciclo con le esigenze di rientro dal debito in tempi certi, come richiedono i mercati prima ancora dei vincoli europei; dall altro, guardando pi al lungo periodo, ma contribuendo fin d ora a rafforzare le aspettative degli operatori, la capacit di portare avanti le riforme dirette ad aggredire i punti di debolezza strutturale dell economia italiana.

9 2. Le politiche di stabilizzazione del ciclo economico e di rimozione degli ostacoli strutturali DELLA crescita hanno, dunque, pari importanza e possono essere usate in un processo di reciproco rafforzamento. In quest ottica si muovono le proposte avanzate dal governo italiano nelle sedi europee, che sottolineano il beneficio che l intera Eurozona trarrebbe dal saper combinare misure dal lato dell offerta e sostegno DELLA domanda aggregata e un pi stretto COORDINAMENTO delle politiche economiche nazionali. Nell immediato per il Governo non tanto in discussione la riduzione dell indebitamento, nominale e strutturale, quanto la velocit di aggiustamento, che nelle attuali condizioni economiche esso ritiene preferibile mantenere pi lenta di quanto prescritto.

10 Con la legge di stabilit per il 2016 il Governo ha orientato quindi in senso espansivo la manovra di finanza pubblica, aumentando l indebitamento programmato rispetto al valore tendenziale e rallentando, in tal modo, l avvicinamento all obiettivo di medio termine. Tutti i criteri di flessibilit sono stati utilizzati a tal fine: quello legato al riconoscimento dell attuazione di riforme strutturali, sollecitate dalla procedura per squilibri macroeconomici; quello associato alla partecipazione ai programmi europei di investimento pubblico; quello, infine, legato alla coperture delle spese per l emergenza immigrazione. Una scelta che soggetta alla valutazione che la Commissione esprimer in primavera.


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