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Canti orfici - Biblioteca della Letteratura Italiana

Letteratura Italiana EinaudiCanti orficidi Dino CampanaLetteratura Italiana EinaudiEdizione di riferimento:Tipografia F. Ravagli, Marradi 1914 Letteratura Italiana EinaudiLA NOTTEI. La notte3II. Il viaggio e il ritorno13 III. Fine15 NOTTURNILa chimera17 Giardino autunnale 18La speranza 19L invetriata20Il canto della tenebra21La sera di fiera22La petite promenade du po te23LA VERNAI. La verna (diario)25II. Ritorno32 Immagini del viaggio e della montagna37 Viaggio a Montevideo39 Fantasia su un quadro d Ardengo Soffici41 Firenze41 Batte botte42 Firenze43 Faenza45 Dualismo46 Sogno di prigione48 SommarioivLetteratura Italiana EinaudiLa giornata di un nevrastenico 49 VARIE E FRAMMENTIB arche amorrate54 Frammento55 Pampa56Il russo59 Passeggiata in tram in America e ritorno62L incontro di Regolo64 Scirocco 66 Crepuscolo mediterraneo69 Piazza Sarzano71 Genova73 Sommario1 Lett

Dino Campana - Canti orfici languenti. La magia della sera, languida amica del crimi-nale, era galeotta delle nostre anime oscure e i suoi fasti-

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1 Letteratura Italiana EinaudiCanti orficidi Dino CampanaLetteratura Italiana EinaudiEdizione di riferimento:Tipografia F. Ravagli, Marradi 1914 Letteratura Italiana EinaudiLA NOTTEI. La notte3II. Il viaggio e il ritorno13 III. Fine15 NOTTURNILa chimera17 Giardino autunnale 18La speranza 19L invetriata20Il canto della tenebra21La sera di fiera22La petite promenade du po te23LA VERNAI. La verna (diario)25II. Ritorno32 Immagini del viaggio e della montagna37 Viaggio a Montevideo39 Fantasia su un quadro d Ardengo Soffici41 Firenze41 Batte botte42 Firenze43 Faenza45 Dualismo46 Sogno di prigione48 SommarioivLetteratura Italiana EinaudiLa giornata di un nevrastenico 49 VARIE E FRAMMENTIB arche amorrate54 Frammento55 Pampa56Il russo59 Passeggiata in tram in America e ritorno62L incontro di Regolo64 Scirocco 66 Crepuscolo mediterraneo69 Piazza Sarzano71 Genova73 Sommario1 Letteratura Italiana EinaudiA Guglielmo II imperatore dei germanil autore dedicaDino Campana.

2 Canti orficiLA NOTTE2 Letteratura Italiana notteRicordo una vecchia citt , rossa di mura e turrita, arsasu la pianura sterminata nell Agosto torrido, con il lon-tano refrigerio di colline verdi e molli sullo sfondo. Ar-chi enormemente vuoti di ponti sul fiume impaludato inmagre stagnazioni plumbee: sagome nere di zingari mo-bili e silenziose sulla riva: tra il barbaglio lontano di uncanneto lontane forme ignude di adolescenti e il profiloe la barba giudaica di un vecchio: e a un tratto dal mez-zo dell acqua morta le zingare e un canto, da la paludeafona una nenia primordiale monotona e irritante: e deltempo fu sospeso il corso.

3 *Inconsciamente io levai gli occhi alla torre barbarache dominava il viale lunghissimo dei platani. Sopra ilsilenzio fatto intenso essa riviveva il suo mito lontano eselvaggio: mentre per visioni lontane, per sensazionioscure e violente un altro mito, anch esso mistico e sel-vaggio mi ricorreva a tratti alla mente. Laggi avevanotratto le lunghe vesti mollemente verso lo splendore va-go della porta le passeggiatrici, le antiche: la campagnaintorpidiva allora nella rete dei canali: fanciulle dalle ac-conciature agili, dai profili di medaglia, sparivano a trat-ti sui carrettini dietro gli svolti verdi. Un tocco di cam-pana argentino e dolce di lontananza: la Sera: nellachiesetta solitaria, all ombra delle modeste navate, iostringevo Lei, dalle carni rosee e dagli accesi occhi fuggi-tivi: anni ed anni ed anni fondevano nella dolcezzatrionfale del Campana - Canti orfici3 Letteratura Italiana EinaudiDino Campana - Canti orfici *Inconsciamente colui che io ero stato si trovava avvia-to verso la torre barbara, la mitica custode dei sognidell adolescenza.

4 Saliva al silenzio delle straducole anti-chissime lungo le mura di chiese e di conventi: non siudiva il rumore dei suoi passi. Una piazzetta deserta, ca-supole schiacciate, finestre mute: a lato in un balen oenorme la torre, otticuspide rossa impenetrabile fontana del cinquecento taceva inaridita, la lapidespezzata nel mezzo del suo commento latino. Si svolgevauna strada acciottolata e deserta verso la citt .*Fu scosso da una porta che si spalanc . Dei vecchi,delle forme oblique ossute e mute, si accalcavano spin-gendosi coi gomiti perforanti, terribili nella gran alla faccia barbuta di un frate che sporgeva dalvano di una porta sostavano in un inchino trepidanteservile, strisciavano via mormorando, rialzandosi poco apoco, trascinando uno ad uno le loro ombre lungo i mu-ri rossastri e scalcinati, tutti simili ad ombra.

5 Una donnadal passo dondolante e dal riso incosciente si univa echiudeva il corteo.*Strisciavano le loro ombre lungo i muri rossastri escalcinati: egli seguiva, aut ma. Diresse alla donna unaparola che cadde nel silenzio del meriggio: un vecchio sivolt a guardarlo con uno sguardo assurdo lucente evuoto. E la donna sorrideva sempre di un sorriso mollenell aridit meridiana, ebete e sola nella luce Italiana Einaudi*Non seppi mai come, costeggiando torpidi canali, rivi-di la mia ombra che mi derideva nel fondo. Mi accompa-gn per strade male odoranti dove le femmine cantavanonella caldura. Ai confini della campagna una porta incisadi colpi, guardata da una giovine femmina in veste rosa,pallida e grassa, la attrasse: entrai.

6 Una antica e opulentematrona, dal profilo di montone, coi neri capelli agilmen-te attorti sulla testa sculturale barbaramente decoratadall occhio liquido come da una gemma nera dagli sfac-cettamenti bizzarri sedeva, agitata da grazie infantili cherinasce vano colla speranza traendo essa da un mazzo dicarte lunghe e untuose strane teorie di regine languenti refanti armi e cavalieri. Salutai e una voce conventuale,profonda e melodrammatica mi rispose insieme ad ungrazioso sorriso aggrinzito. Distinsi nell ombra l ancellache dormiva colla bocca semiaperta, rantolante di un son-no pesante, seminudo il bel corpo agile e ambrato. Sedet-ti piano.

7 *La lunga teoria dei suoi amori sfilava monotona aimiei orecchi. Antichi ritratti di famiglia erano sparsi sultavolo untuoso. L agile forma di donna dalla pelle am-brata stesa sul letto ascoltava curiosamente, poggiata suigomiti come una Sfinge: fuori gli orti verdissimi tra imuri rosseggianti: noi soli tre vivi nel silenzio meridiano.*Era intanto calato il tramonto ed avvolgeva del suooro il luogo commosso dai ricordi e pareva voce della Ruffiana si era fatta man mano pi dolce, ela sua testa di sacerdotessa orientale compiaceva a poseDino Campana - Canti orfici5 Letteratura Italiana EinaudiDino Campana - Canti orficilanguenti.

8 La magia della sera, languida amica del crimi-nale, era galeotta delle nostre anime oscure e i suoi fasti-gi sembravano promettere un regno misterioso. E la sa-cerdotessa dei piaceri sterili, l ancella ingenua ed avida eil poeta si guardavano, anime infeconde inconsciamentecercanti il problema della loro vita. Ma la sera scendevamessaggio d oro dei brividi freschi della notte.*Venne la notte e fu compita la conquista dell suo corpo ambrato la sua bocca vorace i suoi ispidineri capelli a tratti la rivelazione dei suoi occhi atterritidi volutt intricarono una fantastica vicenda. Mentrepi dolce, gi presso a spegnersi ancora regnava nellalontananza il ricordo di Lei, la matrona suadente, la re-gina ancora ne la sua linea classica tra le sue grandi so-relle del ricordo: poi che Michelangiolo aveva ripiegatosulle sue ginocchia stanche di cammino colei che piega,che piega e non posa, regina barbara sotto il peso di tut-to il sogno umano, e lo sbattere delle pose arcane e vio-lente delle barbare travolte regine antiche aveva uditoDante spegnersi nel grido di Francesca l sulle rive deifiumi che stanchi di guerra mettono foce, nel mentresulle loro rive si ricrea la pena eterna dell amore.

9 E l an-cella, l ingenua Maddalena dai capelli ispidi e dagli oc-chi brillanti chiedeva in sussulti dal suo corpo sterile edorato, crudo e selvaggio, dolcemente chiuso nell umilt del suo mistero. La lunga notte piena degli inganni dellevarie immagini.*Si affacciavano ai cancelli d argento delle prime av-venture le antiche immagini, addolcite da una vitad amore, a proteggermi ancora col loro sorriso di una6 Letteratura Italiana Einaudimisteriosa incantevole tenerezza. Si aprivano le chiuseaule dove la luce affonda uguale dentro gli specchiall infinito, apparendo le immagini avventurose dellecortigiane nella luce degli specchi impallidite nella loroattitudine di sfingi: e ancora tutto quello che era arido edolce, sfiorite le rose della giovinezza, tornava a riviveresul panorama scheletrico del mondo.

10 *Nell odore pirico di sera di fiera, nell aria gli ultimiclangori, vedevo le antichissime fanciulle della prima il-lusione profilarsi a mezzo i ponti gettati da la citt alsobborgo ne le sere dell estate torrida: volte di tre quar-ti, udendo dal sobborgo il clangore che si accentua an-nunciando le lingue di fuoco delle lampade inquiete atrivellare l atmosfera carica di luci orgiastiche: ora ad-dolcite: nel gi morto cielo dolci e rosate, alleggerite diun velo: cos come Santa Marta, spezzati a terra gli stru-menti, cessato gi sui sempre verdi paesaggi il canto cheil cuore di Santa Cecilia accorda col cielo latino, dolce erosata presso il crepuscolo antico ne la linea eroica de lagrande figura femminile romana sosta.


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