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Cuore - Biblioteca della Letteratura Italiana

Letteratura Italiana EinaudiCuoredi Edmondo De AmicisEdizione di riferimento:Newton Compton, Milano 1994 Letteratura Italiana EinaudiLetteratura Italiana EinaudiOttobre2 Novembre24 Dicembre56 Gennaio83 Febbraio112 Marzo155 Aprile189 Maggio227 Giugno280 Luglio309 Sommario1 Letteratura Italiana EinaudiQuesto libro particolarmente dedicato ai ragazzidelle scuole elementari, i quali sono tra i nove e i tredicianni, e si potrebbe intitolare: Storia d un anno scolastico,scritta da un alunno di terza d una scuola municipaled Italia. Dicendo scritta da un alunno di terza, non vo-glio dire che l abbia scritta propriamente lui, tal qual stampata. Egli notava man mano in un quaderno, comesapeva, quello che aveva visto, sentito, pensato, nellascuola e fuori; e suo padre, in fin d anno, scrisse questepagine su quelle note, studiandosi di non alterare il pen-siero, e di conservare, quanto fosse possibile, le paroledel figliuolo.

Letteratura italiana Einaudi 1 Questo libro è particolarmente dedicato ai ragazzi delle scuole elementari, i quali sono tra i nove e i tredici

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1 Letteratura Italiana EinaudiCuoredi Edmondo De AmicisEdizione di riferimento:Newton Compton, Milano 1994 Letteratura Italiana EinaudiLetteratura Italiana EinaudiOttobre2 Novembre24 Dicembre56 Gennaio83 Febbraio112 Marzo155 Aprile189 Maggio227 Giugno280 Luglio309 Sommario1 Letteratura Italiana EinaudiQuesto libro particolarmente dedicato ai ragazzidelle scuole elementari, i quali sono tra i nove e i tredicianni, e si potrebbe intitolare: Storia d un anno scolastico,scritta da un alunno di terza d una scuola municipaled Italia. Dicendo scritta da un alunno di terza, non vo-glio dire che l abbia scritta propriamente lui, tal qual stampata. Egli notava man mano in un quaderno, comesapeva, quello che aveva visto, sentito, pensato, nellascuola e fuori; e suo padre, in fin d anno, scrisse questepagine su quelle note, studiandosi di non alterare il pen-siero, e di conservare, quanto fosse possibile, le paroledel figliuolo.

2 Il quale poi, quattro anni dopo, essendogi nel Ginnasio, rilesse il manoscritto e v aggiunse qual-cosa di suo, valendosi della memoria ancor fresca dellepersone e delle cose. Ora leggete questo libro, ragazzi:io spero che ne sarete contenti e che vi far del De Amicis - CuoreOTTOBRE2 Letteratura Italiana EinaudiIl primo giorno di scuola17, luned Oggi primo giorno di scuola. Passarono come un so-gno quei tre mesi di vacanza in campagna! Mia madremi condusse questa mattina alla Sezione Baretti a farmiinscrivere per la terza elementare: io pensavo alla cam-pagna e andavo di mala voglia. Tutte le strade brulicava-no di ragazzi; le due botteghe di libraio erano affollatedi padri e di madri che compravano zaini, cartelle e qua-derni, e davanti alla scuola s accalcava tanta gente che ilbidello e la guardia civica duravan fatica a tenere sgom-bra la porta.

3 Vicino alla porta, mi sentii toccare unaspalla: era il mio maestro della seconda, sempre allegro,coi suoi capelli rossi arruffati, che mi disse: Dunque,Enrico, siamo separati per sempre? Io lo sapevo bene;eppure mi fecero pena quelle parole. Entrammo a sten-to. Signore, signori, donne del popolo, operai, ufficiali,nonne, serve, tutti coi ragazzi per una mano e i libretti dipromozione nell altra, empivan la stanza d entrata e lescale, facendo un ronzio che pareva d entrare in un tea-tro. Lo rividi con piacere quel grande camerone a terre-no, con le porte delle sette classi, dove passai per tre an-ni quasi tutti i giorni. C era folla, le maestre andavano evenivano. La mia maestra della prima superiore mi sa-lut di sulla porta della classe e mi disse: Enrico, tu vaial piano di sopra, quest anno; non ti vedr nemmen pi passare!

4 E mi guard con tristezza. Il Direttore avevaintorno delle donne tutte affannate perch non c era pi posto per i loro figliuoli, e mi parve ch egli avesse la bar-ba un poco pi bianca che l anno passato. Trovai dei ra-gazzi cresciuti, ingrassati. Al pian terreno, dove s erangi fatte le ripartizioni, c erano dei bambini delle primeinferiori che non volevano entrare nella classe e s im-puntavano come somarelli, bisognava che li tirasserodentro a forza; e alcuni scappavano dai banchi; altri, alEdmondo De Amicis - Cuore3 Letteratura Italiana EinaudiEdmondo De Amicis - Cuoreveder andar via i parenti, si mettevano a piangere, e que-sti dovevan tornare indietro a consolarli o a ripigliarseli,e le maestre si disperavano.

5 Il mio piccolo fratello fumesso nella classe della maestra Delcati; io dal maestroPerboni, su al primo piano. Alle dieci eravamo tutti inclasse: cinquantaquattro: appena quindici o sedici deimiei compagni della seconda, fra i quali Derossi, quelloche ha sempre il primo premio. Mi parve cos piccola etriste la scuola pensando ai boschi, alle montagne dovepassai l estate! Anche ripensavo al mio maestro di se-conda, cos buono, che rideva sempre con noi, e picco-lo, che pareva un nostro compagno, e mi rincresceva dinon vederlo pi l , coi suoi capelli rossi arruffati. Il no-stro maestro alto, senza barba coi capelli grigi e lunghi,e ha una ruga diritta sulla fronte; ha la voce grossa, e ciguarda tutti fisso, l un dopo l altro, come per leggercidentro; e non ride mai.

6 Io dicevo tra me: Ecco il primogiorno. Ancora nove mesi. Quanti lavori, quanti esamimensili, quante fatiche! Avevo proprio bisogno di tro-var mia madre all uscita e corsi a baciarle la mano. Essami disse: Coraggio Enrico! Studieremo insieme. Etornai a casa contento. Ma non ho pi il mio maestro,con quel sorriso buono e allegro, e non mi par pi bellacome prima la Italiana EinaudiIl nostro maestro18, marted Anche il mio nuovo maestro mi piace, dopo questamattina. Durante l entrata, mentre egli era gi seduto alsuo posto, s affacciava di tanto in tanto alla porta dellaclasse qualcuno dei suoi scolari dell anno scorso, per sa-lutarlo; s affacciavano, passando, e lo salutavano: Buongiorno, signor maestro.

7 Buon giorno, signor Per-boni; alcuni entravano, gli toccavan la mano e scappa-vano. Si vedeva che gli volevan bene e che avrebbero vo-luto tornare con lui. Egli rispondeva: Buon giorno, stringeva le mani che gli porgevano; ma non guardavanessuno, ad ogni saluto rimaneva serio, con la sua rugadiritta sulla fronte, voltato verso la finestra, e guardava iltetto della casa di faccia, e invece di rallegrarsi di queisaluti, pareva che ne soffrisse. Poi guardava noi, l unodopo l altro, attento. Dettando, discese a passeggiare inmezzo ai banchi, e visto un ragazzo che aveva il viso tut-to rosso di bollicine, smise di dettare, gli prese il viso frale mani e lo guard ; poi gli domand che cos aveva e glipos una mano sulla fronte per sentir s era calda.

8 Inquel mentre, un ragazzo dietro di lui si rizz sul banco esi mise a fare la marionetta. Egli si volt tutt a un tratto;il ragazzo risedette d un colpo, e rest l , col capo basso,ad aspettare il castigo. Il maestro gli pose una mano sulcapo e gli disse: Non lo far pi . Nient altro. Torn altavolino e fin di dettare. Finito di dettare, ci guard unmomento in silenzio; poi disse adagio adagio, con la suavoce grossa, ma buona: Sentite. Abbiamo un anno dapassare insieme. Vediamo di passarlo bene. Studiate esiate buoni. Io non ho famiglia. La mia famiglia siete ancora mia madre l anno scorso: mi morta. Sonrimasto solo. Non ho pi che voi al mondo, non ho pi altro affetto, altro pensiero che voi.

9 Voi dovete essere imiei figliuoli. Io vi voglio bene, bisogna che vogliate be-Edmondo De Amicis - Cuore5 Letteratura Italiana EinaudiEdmondo De Amicis - Cuorene a me. Non voglio aver da punire nessuno. Mostrate-mi che siete ragazzi di Cuore ; la nostra scuola sar unafamiglia e voi sarete la mia consolazione e la mia alterez-za. Non vi domando una promessa a parole; son certoche, nel vostro Cuore , m avete gi detto di s . E vi ringra-zio. In quel punto entr il bidello a dare il tutti dai banchi zitti zitti. Il ragazzo che s erarizzato sul banco s accost al maestro, e gli disse con vo-ce tremante: Signor maestro, mi perdoni. Il maestrolo baci in fronte e gli disse: Va , figliuol Italiana EinaudiUna disgrazia21, venerd L anno cominciato con una disgrazia.

10 Andando allascuola, questa mattina, io ripetevo a mio padre quelleparole del maestro, quando vedemmo la strada piena digente, che si serrava davanti alla porta della padre disse subito: Una disgrazia! L anno comin-cia male! Entrammo a gran fatica. Il grande cameroneera affollato di parenti e di ragazzi, che i maestri nonriuscivano a tirar nelle classi, e tutti eran rivolti verso lastanza del Direttore, e s udiva dire: Povero ragazzo!Povero Robetti! Al disopra delle teste, in fondo allastanza piena di gente, si vedeva l elmetto d una guardiacivica e la testa calva del Direttore: poi entr un signorecol cappello alto, e tutti dissero: il medico. Mio pa-dre domand a un maestro: Cos stato?


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