Transcription of Il Giorno - Biblioteca della Letteratura Italiana
1 Letteratura Italiana EinaudiIl Giornodi Giuseppe PariniEdizione di riferimento:edizione critica a cura di Dante Isella,Fondazione Pietro Bembo - Ugo Guanda,Parma 1996 Letteratura Italiana EinaudiLetteratura Italiana EinaudiIl Mattino. Poemetto 1Il Mezzogiorno. Poemetto 33Il Giorno 72Il Mattino 73Il Meriggio 106Il Vespro 139La Notte 149 Appendice.
2 I frammenti minori della Notte 168 Appunti per il Vespro e la Notte 187 Sommario1 Letteratura Italiana EinaudiIL MATTINOPOEMETTO(1763)ALLA MODAL ungi da queste carte i cisposi occhi gi da un secolorintuzzati, lungi i fluidi nasi de malinconici non si tratta di gravi ministerj nella patria esercitati,non di severe leggi, non di annojante domestica eco-nom a misero appannaggio della canuta et . A te vezzo-sissima Dea, che con s dolci redine oggi temperi, e go-verni la nostra brillante giovent , a te sola questopiccolo Libretto si dedica, e si consagra. Chi che tequal sommo Nume oggimai non riverisca, ed onori, poi-ch in s breve tempo se giunta a debellar la ghiacciataRagione, il pedante Buon Senso, e l Ordine seccaggino-so tuoi capitali nemici, ed hai sciolto dagli antichissimilacci questo secolo avventurato?
3 Piacciati adunque diaccogliere sotto alla tua protezione, che forse non n in-degno, questo piccolo Poemetto. Tu il reca su i pacificialtari ove le gentili Dame, e gli amabili Garzoni sagrifi-cano a se medesimi le mattutine ore. Di questo solo egli vago, e di questo solo andr superbo e contento. Peresserti pi caro egli ha scosso il giogo della servile rima,e se ne va libero in Versi Sciolti, sapendo, che tu di que-sti specialmente ora godi, e ti compiaci. Esso non aspiraall immortalit , come altri libri, troppo lusingati da loroAutori, che tu, repentinamente sopravvenendo, hai sep-pelliti nell obl o. Siccome egli per te nato, e consagratoa te sola, cos fie pago di vivere quel solo momento, chetu ti mostri sotto un medesimo aspetto, e pensi a can-Giuseppe Parini - Il giornogiarti, e risorgere in pi graziose forme.
4 Se a te piacer di riguardare con placid occhio questo Mattino forse glisuccederanno il Mezzogiorno, e la Sera; e il loro Autoresi studier di comporli, ed ornarli in modo, che non mendi questo abbiano ad esserti MATTINOG iovin Signore, o a te scenda per lungoDi magnanimi lombi ordine il sanguePurissimo celeste, o in te del sangueEmendino il difetto i compri onoriE le adunate in terra o in mar ricchezze5 Dal genitor frugale in pochi lustri,Me Precettor d amabil Rito ingannar questi nojosi e lentiGiorni di vita, cui s lungo tedioE fastidio insoffribile accompagna10Or io t insegner . Quali al Mattino,Quai dopo il Mezzod , quali la SeraEsser debban tue cure apprenderai,Se in mezzo agli ozj tuoi ozio ti restaPur di tender gli orecchi a versi l are a Vener sacre e al giocatoreMercurio ne le Gallie e in AlbioneDevotamente hai visitate, e portiPur anco i segni del tuo zelo impressi:Ora tempo di posa.
5 In vano Marte20A s t invita; che ben folle quegliChe a rischio de la vita onor si merca,E tu naturalmente il sangue i mesti de la Dea Pallade studjTi son meno odiosi: avverso ad essi252 Letteratura Italiana EinaudiTi feron troppo i queruli ricintiOve l arti migliori, e le scienzeCangiate in mostri, e in vane orride larve,Fan le capaci volte echeggiar sempreDi giovanili strida. Or primamente30 Odi quali il Mattino a te soaviCure debba guidar con facil il Mattino in compagn a dell AlbaInnanzi al Sol che di poi grande appareSu l estremo orizzonte a render lieti35 Gli animali e le piante e i campi e l il buon villan sorge dal caroLetto cui la fedel sposa, e i minoriSuoi figlioletti intepid r la notte;Poi sul collo recando i sacri arnesi40 Che prima ritrov r Cerere, e Pale,Va col bue lento innanzi al campo, e scuoteLungo il picciol sentier da curvi ramiIl rugiadoso umor che, quasi gemma,I nascenti del Sol raggi sorge il Fabbro, e la sonanteOfficina riapre, e all opre tornaL altro d non perfette, o se di chiaveArdua e ferrati ingegni all inquietoRicco l arche assecura, o se d argento50E d oro incider vuol giojelli e vasiPer ornamento a nuove spose o a che?
6 Tu inorridisci, e mostri in capo,Qual istrice pungente, irti i capegliAl suon di mie parole? Ah non questo,55 Signore, il tuo mattin. Tu col cadenteSol non sedesti a parca mensa, e al lumeDell incerto crepuscolo non gistiJeri a corcarti in male agiate piume,Come dannato a far l umile voi celeste prole, a voi concilioGiuseppe Parini - Il giorno3 Letteratura Italiana EinaudiGiuseppe Parini - Il giornoDi Semidei terreni altro concesseGiove benigno: e con altr arti e leggiPer novo calle a me convien tra le veglie, e le canore scene,65E il patetico gioco oltre pi assaiProducesti la notte; e stanco alfineIn aureo cocchio, col fragor di caldePrecipitose rote, e il calpest oDi volanti corsier, lunge agitasti70Il queto aere notturno, e le ten breCon fiaccole superbe intorno apristi,Siccome allor che il Siculo terrenoDall uno all altro mar rimbombar feoPluto col carro a cui splendeano innanzi75Le tede de le Furie tornasti a la magion; ma quiviA novi studj ti attendea la mensaCui ricoprien pruriginosi cibiE licor lieti di Francesi colli,80O d Ispani, o di Toschi, o l OngareseBottiglia a cui di verde edera BaccoConcedette corona; e disse: siediDe le mense reina.
7 Alfine il SonnoTi sprimacci le morbide coltrici85Di propria mano, ove, te accolto, il fidoServo cal le seriche cortine:E a te soavemente i lumi chiuseIl gallo che li suole aprire perci , che a te gli stanchi sensi90 Non sciolga da papaveri tenaciM rfeo prima, che gi grande il giornoTenti di penetrar fra gli spiragliDe le dorate imposte, e la paretePingano a stento in alcun lato i raggi95 Del Sol ch eccelso a te pende sul qui principio le leggiadre cure4 Letteratura Italiana EinaudiDenno aver del tuo Giorno ; e quinci io debboSciorre il mio legno, e co precetti mieiTe ad alte imprese ammaestrar i valetti gentili ud r lo squilloDel vicino metal cui da lontanoScosse tua man col propagato moto;E accorser pronti a spalancar gli oppostiSchermi a la luce, e rigidi osserv ro,105 Che con tua pena non osasse FeboEntrar diretto a saettarti i or tu alcun poco, e s ti appoggiaAlli origlieri i quai lenti gradandoAll omero ti fan molle coll indice destro, lieve lieveSopra gli occhi scorrendo, indi dileguaQuel che riman de la Cimmeria nebbia;E de labbri formando un picciol arco,Dolce a vedersi, tacito , se te in s gentile atto mirasseIl duro Capitan qualor tra l armi,Sgangherando le labbra, innalza un gridoLacerator di ben costrutti orecchi,Onde a le squadre varj moti impone.
8 120Se te mirasse allor, certo vergognaAvria di s pi che Minerva il giornoChe, di flauto sonando, al fonte scorseIl turpe aspetto de le guance gi il ben pettinato entrar di novo125 Tuo damigello i veggo; egli a te chiedeQuale oggi pi de le bevande usateSorbir ti piaccia in preziosa tazza:Indiche merci son tazze e bevande;Scegli qual pi desii. S oggi ti giova130 Porger dolci allo stomaco fomenti,S che con legge il natural caloreV arda temprato, e al digerir ti vaglia,Giuseppe Parini - Il giorno5 Letteratura Italiana EinaudiGiuseppe Parini - Il giornoScegli l brun cioccolatte, onde tributoTi d il Guatimalese e il Caribb o135C ha di barbare penne avvolto il crine:Ma se nojosa ipocondr a t opprime,O troppo intorno a le vezzose membraAdipe cresce, de tuoi labbri onoraLa nettarea bevanda ove abbronzato140 Fuma, ed arde il legume a te d AleppoGiunto, e da Moca che di mille naviPopolata mai sempre fu d uopo, che dal prisco seggioUscisse un Regno, e con ardite vele145 Fra straniere procelle e novi mostriE teme e rischi ed inumane famiSuperasse i confin, per lunga etadeInviolati ancora.
9 E ben fu drittoSe Cortes, e Pizzarro umano sangue150 Non istim r quel ch oltre l Oce noScorrea le umane membra, onde tonandoE fulminando, alfin spietatamenteBalzaron gi da loro aviti troniRe Messicani e generosi Incassi,155 Poich nuove cos venner delizie,O gemma degli eroi, al tuo l Cielo per , che in quel momentoChe la scelta bevanda a sorbir prendi,Servo indiscreto a te improvviso annunzj160Il villano sartor che, non ben pagoD aver teco diviso i ricchi drappi,Oso sia ancor con p lizza infinitaA te chieder mercede: ahim , che fattoQuel salutar licore agro e indigesto165 Tra le viscere tue, te allor farebbeE in casa e fuori e nel teatro e al corsoRuttar plebejamente il Giorno intero!Ma non attenda gi ch altri lo annunzj6 Letteratura Italiana EinaudiGradito ognor, bench improvviso, il dolce170 Mastro che i piedi tuoi come a lui pareGuida, e corregge.
10 Egli all entrar si fermiRitto sul limitare, indi elevandoAmbe le spalle, qual testudo il colloContragga alquanto; e ad un medesmo tempo175 Inchini l mento, e con l estrema faldaDel piumato cappello il labbro meno di costui facile al lettoDel mio Signor t accosta, o tu che addestriA modular con la flessibil voce180 Teneri canti, e tu che mostri altruiCome vibrar con maestrevol arcoSul cavo legno armoniose la squisita a terminar coronaD intorno al letto tuo manchi, o Signore,185Il Precettor del tenero idiomaChe da la Senna de le Grazie madreOr ora a sparger di celeste ambrosiaVenne all Italia nauseata i apparir di lui l itale voci190 Tronche cedano il campo al lor tiranno;E a la nova ineffabile armon aDe soprumani accenti, odio ti nascaPi grande in sen contro alle impure labbraCh osan macchiarsi ancor di quel sermone195 Onde in Valchiusa fu lodata e piantaGi la bella Francese, et onde i campiAll orecchio dei Re cantati furoLungo il fonte gentil de le bell labbra che temprar non sanno200 Con le Galliche grazie il sermon nostro,S che men aspro a dilicati spirti,E men barbaro suon fieda gli orecchi!