Example: marketing

Ultime lettere di Iacopo Ortis - Letteratura Italiana

Letteratura Italiana EinaudiUltime letteredi Jacopo Ortisdi Ugo FoscoloEdizione di riferimento:edizione integrale, Newton Compton, Roma 1993 Letteratura Italiana EinaudiLetteratura Italiana EinaudiParte prima1 Parte seconda87 Sommario1 Letteratura Italiana EinaudiPARTE PRIMAAl lettorePubblicando queste lettere , io tento di erigere un mo-numento alla virt sconosciuta; e di consecrare alla me-moria del solo amico mio quelle lagrime, che ora mi sivieta di spargere su la sua sepoltura. E tu, o Lettore, seuno non sei di coloro che esigono dagli altri quell eroi-smo di cui non sono eglino stessi capaci, darai, spero, latua compassione al giovine infelice dal quale potrai forsetrarre esempio e AlderaniLibert va cercando, ch s cara,come sa chi per lei vita colli Euganei, 11 Ottobre 1797Il sacrificio della patria nostra consumato: tutto perduto; e la vita, seppure ne verr concessa, non ci re-ster che per piangere le nostre sciagure, e la nostra infa-mia.

Pubblicando queste lettere, io tento di erigere un mo-numento alla virtù sconosciuta; e di consecrare alla me-moria del solo amico mio quelle lagrime, che ora mi si vieta di spargere su la sua sepoltura. E tu, o Lettore, se uno non sei di coloro che esigono dagli altri quell’eroi-smo di cui non sono eglino stessi capaci, darai, spero, la

Tags:

  Lettere

Information

Domain:

Source:

Link to this page:

Please notify us if you found a problem with this document:

Other abuse

Transcription of Ultime lettere di Iacopo Ortis - Letteratura Italiana

1 Letteratura Italiana EinaudiUltime letteredi Jacopo Ortisdi Ugo FoscoloEdizione di riferimento:edizione integrale, Newton Compton, Roma 1993 Letteratura Italiana EinaudiLetteratura Italiana EinaudiParte prima1 Parte seconda87 Sommario1 Letteratura Italiana EinaudiPARTE PRIMAAl lettorePubblicando queste lettere , io tento di erigere un mo-numento alla virt sconosciuta; e di consecrare alla me-moria del solo amico mio quelle lagrime, che ora mi sivieta di spargere su la sua sepoltura. E tu, o Lettore, seuno non sei di coloro che esigono dagli altri quell eroi-smo di cui non sono eglino stessi capaci, darai, spero, latua compassione al giovine infelice dal quale potrai forsetrarre esempio e AlderaniLibert va cercando, ch s cara,come sa chi per lei vita colli Euganei, 11 Ottobre 1797Il sacrificio della patria nostra consumato: tutto perduto; e la vita, seppure ne verr concessa, non ci re-ster che per piangere le nostre sciagure, e la nostra infa-mia.

2 Il mio nome nella lista di proscrizione, lo so: mavuoi tu ch io per salvarmi da chi m opprime mi commet-ta a chi mi ha tradito? Consola mia madre: vinto dallesue lagrime le ho obbedito, e ho lasciato Venezia perevitare le prime persecuzioni, e le pi feroci. Or dovr io abbandonare anche questa mia solitudine antica, do-ve, senza perdere dagli occhi il mio sciagurato paese,posso ancora sperare qualche giorno di pace? Tu mi fairaccapricciare, Lorenzo; quanti sono dunque gli sventu-rati? E noi, purtroppo, noi stessi italiani ci laviamo lemani nel sangue degl italiani. Per me segua che pu .Poich ho disperato e della mia patria e di me, aspettoUgo Foscolo - Ultime lettere di Jacopo Ortis2 Letteratura Italiana Einauditranquillamente la prigione e la morte. Il mio cadaverealmeno non cadr fra le braccia straniere; il mio nomesar sommessamente compianto da pochi uomini, com-pagni delle nostre miserie; e le mie ossa poseranno su laterra de miei OttobreTi scongiuro, Lorenzo; non ribattere pi.

3 Ho delibe-rato di non allontanarmi da questi colli. vero ch ioaveva promesso a mia madre di rifuggirmi in qualche al-tro paese; ma non mi bastato il cuore: e mi perdoner ,spero. Merita poi questa vita di essere conservata con lavilt , e con l esilio? Oh quanti de nostri concittadini ge-meranno pentiti, lontani dalle loro case! perch , e chepotremmo aspettarci noi se non se indigenza e disprez-zo; o al pi , breve e sterile compassione, solo confortoche le nazioni incivilite offrono al profugo straniero? Madove cercher asilo? in Italia? terra prostituita premiosempre della vittoria. Potr io vedermi dinanzi agli oc-chi coloro che ci hanno spogliati, derisi, venduti, e nonpiangere d ira? Devastatori de popoli, si servono dellalibert come i Papi si servivano delle crociate. Ahi! so-vente disperando di vendicarmi mi caccerei un coltellonel cuore per versare tutto il mio sangue fra le ultimestrida della mia questi altri?

4 Hanno comperato la nostra schiavit ,racquistando con l oro quello che stolidamente e vil-mente hanno perduto con le armi. Davvero ch io so-miglio un di que malavventurati che spacciati morti fu-rono sepolti vivi, e che poi rinvenuti, si sono trovati nelsepolcro fra le tenebre e gli scheletri, certi di vivere, madisperati del dolce lume della vita, e costretti a morirefra le bestemmie e la fame. E perch farci vedere e senti-re la libert , e poi ritorcerla per sempre? e infamemente!16 OttobreOr via, non se ne parli pi : la burrasca pare abbonac-ciata; se torner il pericolo, rassicurati, tenter ogni viadi scamparne. Del resto io vivo tranquillo; per quanto sipu tranquillo. Non vedo persona del mondo: vo sem-pre vagando per la campagna; ma a dirti il vero penso, emi rodo. Mandami qualche fa Lauretta? povera fanciulla! io l ho lasciata fuo-ri di s . Bella e giovine ancora, ha pur inferma la ragio-ne; e il cuore infelice infelicissimo.

5 Io non l ho amata;ma fosse compassione o riconoscenza per avere ella scel-to me solo consolatore del suo stato, versandomi nelpetto tutta la sua anima e i suoi errori e i suoi martirj davvero ch io l avrei fatta volentieri compagna di tutta lamia vita. La sorte non ha voluto; meglio cos , forse. Ellaamava Eugenio, e l morto fra le braccia. Suo padre e isuoi fratelli hanno dovuto fuggire la loro patria, e quellapovera famiglia destituta di ogni umano soccorso re-stata a vivere, chi sa come! di pianto. Eccoti, o Libert ,un altra vittima. Sai ch io ti scrivo, o Lorenzo, piangen-do come un ragazzo? pur troppo! ho avuto sempre ache fare con de tristi; e se alle volte ho incontrato unapersona dabbene ho dovuto sempre compiangerla. Ad-dio, OttobreMichele mi ha recato il Plutarco, e te ne ringrazio. Midisse che con altra occasione m invierai qualche altro li-bro; per ora basta. Col divino Plutarco potr consolarmide delitti e delle sciagure dell umanit volgendo gli oc-chi ai pochi illustri che quasi primati dell umano generesovrastano a tanti secoli e a tante genti.

6 Temo per altroche spogliandoli della magnificenza storica e della rive-Ugo Foscolo - Ultime lettere di Jacopo Ortis3 Letteratura Italiana EinaudiUgo Foscolo - Ultime lettere di Jacopo Ortisrenza per l antichit , non avr assai da lodarmi n degliantichi, n de moderni, n di me stesso umana razza!23 OttobreSe m dato lo sperare mai pace, l ho trovata, o Lo-renzo. Il parroco, il medico, e tutti gli oscuri mortali diquesto cantuccio della terra mi conoscono sin da fan-ciullo e mi amano. Quantunque io viva fuggiasco, mivengono tutti d intorno quasi volessero mansuefare unafiera generosa e selvatica. Per ora io lascio correre. Vera-mente non ho avuto tanto bene dagli uomini da fidar-mene cos alle prime: ma quel menare la vita del tirannoche freme e trema d essere scannato a ogni minuto mipare un agonizzare in una morte lenta, obbrobriosa. Ioseggo con essi a mezzod sotto il platano della chiesa leg-gendo loro le vite di Licurgo e di Timoleone.

7 Domenicami s erano affollati intorno tutti i contadini, che, quan-tunque non comprendessero affatto, stavano ascoltan-domi a bocca aperta. Credo che il desiderio di sapere eridire la storia de tempi andati sia figlio del nostro amorproprio che vorrebbe illudersi e prolungare la vita unen-doci agli uomini ed alle cose che non sono pi , e facen-dole, sto per dire, di nostra propriet . Ama la immagina-zione di spaziare fra i secoli e di possedere un altrouniverso. Con che passione un vecchio lavoratore minarrava stamattina la vita de parrochi della villa viventinella sua fanciullezza, e mi descriveva i danni della tem-pesta di trentasett anni addietro, e i tempi dell abbon-danza, e quei della fame, rompendo il filo ogni tanto, ri-pigliandolo, e scusandosi dell infedelt ! Cos mi riescedi dimenticarmi ch io vivo. venuto a visitarmi il signore T** che tu conoscestia Padova.

8 Mi disse che spesso gli parlavi di me, e che jerl altro glien hai scritto. Anche egli s ridotto in campa-gna per evitare i primi furori del volgo, quantunque a4 Letteratura Italiana Einaudidir vero non siasi molto ingerito ne pubblici affari. Ion aveva inteso parlare come d uomo di colto ingegno edi somma onest : doti temute in passato, ma adesso nonpossedute impunemente. Ha tratto cortese, fisonomia li-berale, e parla col cuore. V era con lui un tale; credo, losposo promesso di sua figlia. Sar forse un bravo e buo-no giovine; ma la sua faccia non dice nulla. Buona OttobreL ho pur una volta afferrato nel collo quel ribaldocontadinello che dava il guasto al nostro orto, tagliandoe rompendo tutto quello che non poteva rubare. Egli erasopra un pesco, io sotto una pergola: scavezzava allegra-mente i rami ancora verdi perch di frutta non ve ne era-no pi : appena l ebbi fra le ugne, cominci a gridare:Misericordia!

9 Mi confess che da pi settimane faceaquello sciagurato mestiere perch il fratello dell ortola-no aveva qualche mese addietro rubato un sacco di favea suo padre. E tuo padre t insegna a rubare? In fedemia, signor mio, fanno tutti cos . L ho lasciato andare,e scavalcando una siepe io gridava: Ecco la societ inminiatura; tutti cos .26 OttobreLa ho veduta, o Lorenzo, la divina fanciulla; e te neringrazio. La trovai seduta miniando il proprio rizz salutandomi come s ella mi conoscesse, e ordin a un servitore che andasse a cercar di suo padre. Eglinon si sperava, mi diss ella, che voi sareste venuto; sar per la campagna; n star molto a tornare. Una ragazzi-na le corse fra le ginocchia dicendole non so cheall orecchio. un amico di Lorenzo, le rispose Teresa, quello che il babbo and a trovare l altr jeri. Torn frat-tanto il signor T**: m accoglieva famigliarmente, rin-Ugo Foscolo - Ultime lettere di Jacopo Ortis5 Letteratura Italiana EinaudiUgo Foscolo - Ultime lettere di Jacopo Ortisgraziandomi che io mi fossi sovvenuto di lui.

10 Teresa in-tanto, prendendo per mano la sua sorellina, partiva. Ve-dete, mi diss egli, additandomi le sue figliuole che usci-vano dalla stanza; eccoci tutti. Profer , parmi, questeparole come se volesse farmi sentire che gli mancava suamoglie. Non la nomin . Si ciarl lunga pezza. Mentr iostava per congedarmi, torn Teresa: Non siamo tantolontani, mi disse; venite qualche sera a veglia con tornava a casa col cuore in festa. Che? lo spetta-colo della bellezza basta forse ad addormentare in noitristi mortali tutti i dolori? vedi per me una sorgente divita: unica certo, e chi sa! fatale. Ma se io sono predesti-nato ad avere l anima perpetuamente in tempesta, non tutt uno?28 OttobreTaci, taci: vi sono de giorni ch io non posso fidarmidi me: un demone mi arde, mi agita, mi divora. Forse iomi reputo molto; ma e mi pare impossibile che la nostrapatria sia cos conculcata mentre ci resta ancora una vi-ta.


Related search queries